andar per mostre si rivela estremamente utile per mettere
in luce i propri errori attraverso il lavoro altrui. se
da un lato sono incline a considerare ipercriticamente
il lavoro non mio, dall'altro covo una perniciosa indulgenza,
un'attitudine ottusa, che mi impedisce di osservare i
miei stessi disegni con sguardo disincantato.
immaginarli come opera non mia o ritrovare delle affinità
con opere d'altri esposte nelle gallerie, mi aiuta quindi
a separarmi da quel narciso che chude gli occhi ogni qual
volta si tratta di prendere coscienza dei miei sbagli
e degli aspetti del lavoro su cui c'è da mettere
mano
la pubblicazione sul sito in qualche modo provoca a sua
volta una sorta di allontanamento, di spersonalizzazione
del materiale. interpone una distanza utile alla revisione
critica, o così mi pare.
questi due disegni, realizzati
nei giorni scorsi, mi lasciano piuttosto perplessa: si tratta
dell'evoluzione [o involuzione?] di alcuni schizzi realizzati
lo scorso anno [qui],
che in quanto bozze veloci conservano la loro freschezza
e una maggior carica comunicativa. mi sembra che questa
energia del segno si stemperi nel dettaglio troppo curato
e si disperda nella maggior finitezza di questi due ultimi
lavori, che paiono più delle illustrazioni adatte
a qualche rivista od alla copertina di un libro...