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ieri è stata una giornata impegnativa dopo tante settimane di vita ritirata finalmente sono uscita per partecipare a due appuntamenti – le lezioni in piazza di FIOM+nessundorma e il concerto (bellissimo) del dario carnovale trio con nevio zaninotto guest star al sax non è stato facile sedermi da sola nel bar affollato |
ho sempre pensato che il valore della ricerca visiva risieda o dovrebbe risiedere soprattutto nella capacità di sviluppare altro, nelle possibilità rivelate di trovare piacere e crescita non dentro l’opera stessa ma piuttosto a partire da questa, muovendosi verso situazioni che se ne distaccano o che pongono in secondo piano la questione estetica
tempo fa ho scritto sinteticamente di questa mostra di fotografie, dove l’intera parete del visionario era stata coperta da cartelli bianchi in legno e cartone su cui erano incollate trecento immagini scattate da claudia barberi nel corso degli anni come preannunciato, nel giorno della chiusura è stato possibile ritirare la foto preferita, ed ero curiosa di osservare da vicino la situazione / grandi e piccini brulicavano attorno al muro osservando e discutendo, coppie sceglievano animatamente la foto per il salotto e quella per la camera da letto, ripensamenti titubanze e tutto uno sbandieramento di paletti e cartelli come si trattasse di una giocosa manifestazione ecco dunque che la mostra vive il suo massimo proprio nel momento in cui dovrebbe spegnersi e l’opera non è più oggetto commerciale ma veicola altre forme di ricchezza, diventa dono e occasione di scambio, di aggregazione e di azione collettiva / come non essere riconoscenti? + . |
i colori sono assai ma ben presto li saprai al visionario fino al 31 ottobre un’installazione fotografica di claudia barberi, giovane(?) architetto udinese sulla parete della biglietteria (ormai così carica di ricordi) sono accatastati dei cartelli montati su paletti ciascun cartello alloggia una foto stampata su carta da fotocopie il catalogo invece, è una striscia che ricorda i campionari pantone mentre il libro delle firme un taccuino cui sono collegati con nastri di raso dei pennarelli l’ultimo giorno sarà possibile portare a casa la foto preferita (senza litigare, I hope) le singole immagini non hanno in verità niente di particolare, sembrano quelle in cui ci si imbatte muovendoci nell’incessante fotoflusso della blogosfera e di cui tanto mi lamento quotidianamente, ma l’effetto complessivo è al contrario inedito ed interessante / una installazione bulk da cui traspare la cura nella collocazione delle foto al fine di creare sezioni cromatiche, così che l’assemblaggio regala l’effetto di un arcobaleno di carta / anche la scelta dei cartelli come supporto (simili a quelli che si piantano nel terreno, per intenderci) offre lo spunto per figurarci una staccionata colorata, un margine oltre il quale esiste, persiste e pullula l’universo di immagini indifferenti pubblicate da milioni di utenze . [ scatti dal cellulare ]
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