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0110-097

quando viaggio in corriera mi piace guardare gli alberi e osservare come cambiano nel corso delle stagioni / osservo da lontano il tronco, i rami, la loro intricata nudità invernale oppure il diradarsi temporaneo o senza rimedio degli aghi nelle specie pinofite, la disposizione delle processionarie sui rami, i loro bozzoli sospesi e silenziosi aggrappati all’anima rossiccia di certe conifere
incredibile quanti dettagli si possano percepire anche dal finestrino di un mezzo in corsa
vorrei conoscerli tutti – chiamarli per nome
oggi ho notato un paio di poiane appollaiate, la loro sagoma scura e compatta, elegante anche nell’immobilità intorpidita della sosta

durante /
i colleghi seduti più indietro parlano, ininterrottamente – trovano sempre qualcosa da dire per passare il tempo (mai un libro, mai un approfondimento) / il suono monotono di quelle conversazioni mi suscita una noia istantanea, un immediato e respingente pregiudizio
preferisco gli alberi silenziosi e lontani, la loro presenza fugace e quotidiana nei miei viaggi e i loro grovigli invernali, preziosi e complessi – ogni tanto scorgo un nido sospeso in mezzo ai rami: un garbuglio piccolo in uno più grande

sotto: lacerto tratto da arboreto selvatico

0110-095
0110-093

personalmente non ritengo che escludere la politica dalla propria vita, dalla coscienza e dalla vita degli uomini, possa condurre verso una società migliore
nemmeno ci porterebbe più vicini alla bellezza

penso invece che ogni sforzo politico, ogni momento speso a ragionare collettivamente, dovrebbe avere come scopo primo e ultimo quello di migliorare realmente la vita degli esseri umani su questo pianeta, soprattutto attraverso un maggiore rispetto della natura
se impariamo a rispettare la natura saremo in grado anche di portare rispetto ai nostri simili

la bellezza, nell’attuale contesto, si sta trasformando in un guscio secco
non è più in grado di essere guida e testimonianza del nostro essere nel mondo
pare piuttosto una svista senza memoria – una sorda anticipazione del vuoto a venire
invece bisogna imparare a ricordare – insegnare a ricordare
e smettere di correre

c’era vento – la foto con l’ortensia secca trovata al margine della strada è uscita mossa

  1. thoreau
  2. diario
  3. diario
  4. i cento passi (grazie giacomo)

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0110-091
0110-087
0110-088

alle europee 2009 ho votato emma bonino anche se il mio partito d’appartenenza è rifondazione comunista / a distanza di un anno ribadisco il mio voto e dichiaro la mia solidarietà femminile e politica all’esponente storica del partito radicale, in questo momento oggetto di raccapricciante diffamazione

dotted

norma rangeri scrive sul manifesto di ieri circa l’incresciosa campagna inquisitoria nei confronti della radicale emma bonino, ne scrive con chiarezza e lucidità, a mio parere con una rabbia ancora insufficiente rispetto alla situazione / definire giornalismo quello che viene praticato su testate quali libero, il foglio, la padania o il settimanale oggi, è un abuso rispetto al valore della categoria professionale dei giornalisti / si tratta piuttosto di cartaccia infame, di strumenti atti a fomentare il bieco perbenismo in un’italia sempre più ignorante e bigotta ormai incapace di opinioni decisive e fondate / siamo alle soglie di un ennesimo medioevo culturale perseguito con determinazione, in cui i valori vengono via via sostituiti da piaceri epidermici e bonus di breve durata – in tale contesto la logica commerciale ha il sopravvento e si accompagna a posizioni morali rigide e meschine, tipiche di una società incapace di autonomia intellettuale e di coscienza critica nei confronti dell’uomo e della storia / una società dell’apparenza e del possesso minuscolo di minuscole cose che provocano orgasmi di breve durata in un susseguirsi vacuo e indefinito / una società senza voce che si lascia governare da una cerchia di mentecatti /
l’articolo della rangeri si chiude con una domanda lecita che già posi al tempo in cui si dibatteva la possibilità di riformare la 194: dove sono le donne? dov’è la loro voce di fronte a vicende che le coinvolgono direttamente, che vanno a minare la loro libertà di scelta circa questioni che coinvolgono il loro corpo e il loro equilibrio?
più specificamente la rangeri domanda dove siano le donne del centro-sinistra, quelle del pd in particolare / tacciono le donne del pd, perché si tratta di una coalizione ambigua e stanca sul nascere, indecisa e opaca, che poco ha di diverso rispetto alla democrazia cristiana dei tempi peggiori / una coalizione senza coraggio, di fatto costituita da esponenti che come quelli degli altri partiti sono incapaci di rinunciare alla loro poltrona per cedere il posto a persone migliori /
ecco un esempio che ho raccolto in rete qualche giorno fa / una donna (sabrina ferilli) a suo tempo dichiaratasi di centrosinistra, racconta la sua opinione in merito a immigrati e omosessuali –  tanto per capire di cosa stiamo parlando quando facciamo riferimento alle opinioni femminili più comuni ed alla qualità intellettuale media del nostro elettorato

La volontà scivola incontro al piacere su una larga via, e come voluttà trascina nel suo torbido letto ciò che sempre le viene incontro, nel suo corso, in forma di feticcio, talismano e pegno del destino, portandosi via cumuli ammuffiti di lettere, di baci e di nomi. L’amore si affaccia su una via sinuosa con le dita tastanti della nostalgia….

w.benjamin

0110-060
0110-059
0110-061

n/ il testo è tratto dagli appunti di walter benjamin contenuti nei passages di parigi
video / median strip – terzo capitolo della dystopian trilogy di james schneider

adoro wes anderson – c’è sempre qualcosa di commovente nella sua comicita’
e nessun disegno nel frattempo –  ma la testa non è ferma
this time tomorrow


0110-042

nel tempo, varie persone hanno affermato su questo blog che la bellezza è un bene necessario, qualcosa di imprescindibile / io stessa più volte ho sostenuto questa tesi /
ugualmente mi pongo di fronte a tale affermazione con atteggiamento dubitativo, considerandola non in termini assoluti ma relativamente ad alcune premesse / si potrebbe obiettare che la bellezza non può esistere se non in quanto assoluto, assolutamente presente a se stessa e fine a se stessa, assolutamente vera, interna e distante ancora, assoluta conciliazione degli estremi /
ma di fronte al mondo, e a distanza di tempo, queste sembrano teorie prive di sostanza reale, circonvoluzioni del pensiero – anacronistiche, ottuse, devianti
nel porre mano ai lavori qualcosa mi frena, la mia testa è piena di domande inevase che di conseguenza ricadono sul blog
innanzi tutto ho deciso di concedermi alla scrittura nella mia lingua, l’italiano, per poter esprimere con la massima precisione possibile i miei pensieri quando necessario – è già tutto talmente approssimativo che aggiungere ulteriori sfocature mi pare deleterio /
non si tratta poi di essere leggeri o pesanti, ma di non evadere una questione di coscienza
mi auguro che le domande fluttuanti mi riconducano allo studio, alla lettura, a consuetudini abbandonate nel corso di quest’anno non necessariamente problematico, ma particolarmente solitario e privo di gratificazioni umane abbastanza intense / nella distanza dal piacere si sviluppano particolari forme d’evasione, surrogati e strategie di sopravvivenza, alcuni degni di considerazione (nel mio caso il disegno e l’operosità) altri invece deleteri e causa di dipendenza (il sorvolare i libri anziché leggerli, ad esempio, o la sclerotizzazione dei diari scritti) /
insomma, l’unico modo per poter sostenere il peso di certe domande è lo studio, inteso come sperimentazione e vaglio delle possibili risposte / capire come vadano a disporsi od a dissolversi i contenuti, cercare la forma che corrisponde al sentire, soprattutto /
il diario, così inteso, non è più solo meteorologia o racconto della cornice, ma diventa sbaglio, ipotesi, azzardo
mi aiuterebbe a sentirmi più vera di fronte a chi legge e ad arrivare in fondo alla giornata più stanca, anche – speriamo con le braccia meno tese

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quello che manca, dicevo, nelle affermazioni relative alla bellezza, è la coscienza di una definizione possibile / quanti di noi infatti saprebbero definire cosa sia bellezza, e dire con chiarezza se e (nel caso) perché ce ne sia davvero bisogno adesso?
la mancanza dello sforzo di definizione è ormai strutturale e sancisce la nostra stessa sottocultura /
in tal modo qualsiasi sforzo, qualsiasi azione, perde di forza e diventa lo spettro di se stessa

dotted