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ho sempre pensato che il valore della ricerca visiva risieda o dovrebbe risiedere soprattutto nella capacità di sviluppare altro, nelle possibilità rivelate di trovare piacere e crescita non dentro l’opera stessa ma piuttosto a partire da questa, muovendosi verso situazioni che se ne distaccano o che pongono in secondo piano la questione estetica
tempo fa ho scritto sinteticamente di questa mostra di fotografie, dove l’intera parete del visionario era stata coperta da cartelli bianchi in legno e cartone su cui erano incollate trecento immagini scattate da claudia barberi nel corso degli anni come preannunciato, nel giorno della chiusura è stato possibile ritirare la foto preferita, ed ero curiosa di osservare da vicino la situazione / grandi e piccini brulicavano attorno al muro osservando e discutendo, coppie sceglievano animatamente la foto per il salotto e quella per la camera da letto, ripensamenti titubanze e tutto uno sbandieramento di paletti e cartelli come si trattasse di una giocosa manifestazione ecco dunque che la mostra vive il suo massimo proprio nel momento in cui dovrebbe spegnersi e l’opera non è più oggetto commerciale ma veicola altre forme di ricchezza, diventa dono e occasione di scambio, di aggregazione e di azione collettiva / come non essere riconoscenti? + . |
ogni anno a udine si svolge un’interessante seppur breve rassegna di musica contemporanea
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. ieri giornata cgil dopo la sala ajace nel pomeriggio conto di visitare il museo della città fresco di inaugurazione, allestito da gae aulenti in palazzo cavazzini – … una città borghese non può che dotarsi di un museo borghese? + |
nel pomeriggio una manifestazione riuscita bene di docenti piuttosto incazzati
c’era il nostro bravo sindaco – la piazzetta affollata, gli striscioni e i palloncini colorati
( trenta, sospesi in un perimetro esiguo, come gli alunni nelle classi di adesso )
si può leggere un post dedicato alla manifestazione con qualche altra foto su carnia.la
un libro nuovo
e – ho messo le lucine colorate intorno a una finestra
non mi illudo di niente / non sento niente / ma racconto
mi hanno detto che quelle qui sotto sono le tazze che usavano le donne friulane nel secolo scorso, nei campi, per bere durante il lavoro chissà se è vero … . |
mentre trascorro molte ore al giorno intenta a vettorializzare, immagino possibili famiglie di creature per la prossima mostra mi piacerebbe lavorare con pochi colori, quasi solo in bianco e nero, e realizzare serie di tavole attinenti alla scrittura ed agli alfabeti, da stampare su carta da fotocopie e far scarabocchiare ai bambini così immagino i letterati, i poliglotti e i caratteriali creature disturbate – a volte logorroiche, a volte ermetiche – spesso poco socievoli e di cattivo umore… puntute, perplesse, tipografiche, monocromatiche, CMYK, scombinate e vagamente autistiche + |