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a vivere immersi ossessivamente (e più o meno infelicemente) nelle idee si finisce inevitabilmente per idealizzare anche cose che invece dovrebbero essere calate nel reale e contestualizzate, demistificate, sporcate / capita invece di questi tempi che ci si trovi sempre più spesso a rifugiarsi proprio nella speculazione solitaria, nella fantasticheria e nel sogno, per una realtà malaticcia (ma ha senso attribuirle qualsiasi appellativo?) che ci respinge e che non offre sufficienti occasioni di confronto e di azione / ci converte in una generazione senescente di sognatori infelici che si concentrano sulla portata di idee spesso bellissime ma sempre più scollate dalla struttura cangiante e imperfetta del mondo

 

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poladroid – particolari altrui

1 kendell geers al MART di trento
2 matt dorfman – the terrorist mind


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capita sempre più spesso di non saper prendere posizione di fronte agli oggetti grafici
capita che si tratti di un miscuglio ambiguo e accattivante di impegno ed evasione grafica in cui i confini sono poco chiari e spesso si genera una dipendenza dovuta più alla piacevolezza formale che alla componente sostanziale
forse il problema è nel ricevente, nella capacità di considerare criticamente quanto ci viene proposto, il che rappresenta certamente un’attitudine in controtendenza
tutto questo arriva dalla moda, arriva dal bisogno di stupire e di rinverdire costantemente il prodotto commerciale

dotted

oggi mi sono svegliata pensando a disegni nati per essere cancellati – dotati di gomma
un intera gamma di possibilità legate a ciò che rivela il disegno rimosso
in verità credo che abbiamo bisogno di vuoti da riempire
abbiamo bisogno di silenzi in cui riposare e di distanze da percorrere
tutto questo è anti artistico e anti commerciale – non deve avere un prezzo

dotted

qualcuno in un commento che desidera tenere privato mi chiede di continuare con il mio blog
in sostanza il commento dice: noi andiamo avanti con i nostri weblog infarciti di amenità e piacevolezza ma tu per favore continua a tener sveglia la nostra coscienza con le segnalazioni ed i rimproveri
…e le risposte che ho chiesto? e la partecipazione?
dove sono la compromissione e l’impegno reciproco?
mi sembra tutto inutile, anche comunicare diventa via via più difficile – ogni parola comporta l’elevata possibilità di fraintendimento e manipolazione
scordatevi l’accondiscendenza

dotted

da ieri i commenti su flickr sono chiusi

linea600

PS
domani comincio una supplenza di due mesi nel mio vecchio liceo
tutto diverso, sede, preside, e naturalmente corpo docente
niente deja-vu, quindi, ma finalmente uno stipendio!