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molti oggi parlano di questo nuovo manifesto di rifondazione e i toni del dibattito sono i più disparati / per quanto mi riguarda, un po’ come per tutto il resto in quest’ultimo periodo, le mie reazioni in merito sono complesse, confuse e sottocutanee / ecco – c’è della disperazione autentica in quell’immagine, il senso di essere arrivati alla frutta, di non saper trovare più nemmeno le intelligenze necessarie a costruire una buona campagna pubblicitaria / vorrei ricollegare questo episodio alla mia recente esperienza con la sinistra locale in merito alla progettazione di un logo per le scorse elezioni comunali: in quell’occasione l’arroganza dei dirigenti (o presunzione, o qualche loro limite della visione, chissà?) prevalse sul dialogo e sulla collaborazione con il professionista incaricato (me), conducendo ad un risultato grafico mediocre e poco convincente / mi ero offerta volentieri di svolgere il lavoro e senza retribuzione, ma di fatto i dirigenti non cercavano altro che un mero esecutore di qualcosa che loro ritenevano essere già deciso e definito / perciò i miei pensieri in merito al diavolo veste rifondazione sono stratificati e forse leggermente traslati rispetto alla bagarre in corso: mi interesserebbe di più mettere a fuoco una critica alle radici, che incaponirmi contro una singola defaillance, e mandare un messaggio ai vari organi di partito riguardo al fatto che quello che spaventa di più non è tanto la bruttezza del manifesto, ma tutte le sottili quanto emblematiche forme di ignoranza, clientelismo e prevaricazione che ci sono dietro e che sottendono un gran vuoto / |
alle europee 2009 ho votato emma bonino anche se il mio partito d’appartenenza è rifondazione comunista / a distanza di un anno ribadisco il mio voto e dichiaro la mia solidarietà femminile e politica all’esponente storica del partito radicale, in questo momento oggetto di raccapricciante diffamazione norma rangeri scrive sul manifesto di ieri circa l’incresciosa campagna inquisitoria nei confronti della radicale emma bonino, ne scrive con chiarezza e lucidità, a mio parere con una rabbia ancora insufficiente rispetto alla situazione / definire giornalismo quello che viene praticato su testate quali libero, il foglio, la padania o il settimanale oggi, è un abuso rispetto al valore della categoria professionale dei giornalisti / si tratta piuttosto di cartaccia infame, di strumenti atti a fomentare il bieco perbenismo in un’italia sempre più ignorante e bigotta ormai incapace di opinioni decisive e fondate / siamo alle soglie di un ennesimo medioevo culturale perseguito con determinazione, in cui i valori vengono via via sostituiti da piaceri epidermici e bonus di breve durata – in tale contesto la logica commerciale ha il sopravvento e si accompagna a posizioni morali rigide e meschine, tipiche di una società incapace di autonomia intellettuale e di coscienza critica nei confronti dell’uomo e della storia / una società dell’apparenza e del possesso minuscolo di minuscole cose che provocano orgasmi di breve durata in un susseguirsi vacuo e indefinito / una società senza voce che si lascia governare da una cerchia di mentecatti / |
. . in questi giorni sui media si parla quasi solo dell’aggressione al premier non avrei persato di poter prendere ad esempio gli stati uniti (mi rifaccio all’intervento odierno di un’ascoltatrice a prima pagina) e la loro capacità di resistere democraticamente ai numerosi attacchi violenti a carico di personaggi pubblici e capi di stato, senza operare pericolose misure restrittive (certo non è tutto oro quel che luccica) e mi sorprende allo stesso modo un governo (il nostro) che si definisce liberale ed al contrario si serve di strumenti repressivi e strategie di contenimento e persuasione tipiche dei regimi segnalo per la sua sintetica chiarezza l’articolo di marco belpoliti uscito qualche giorno fa su nazione indiana il corpo ferito del capo – marco belpoliti su nazione indiana melpunk: Il Premier sanguina – San Gennaro: La concorrenza si sta facendo spietata! |
today, after a dark cold and rainy day, sun is back again
hope that in the middle italy weather will be nice too (I live in the upper north)
today is no-B-day and would like that people could freely protest in the sun
I feel always so sad when I see a popular demonstration under a hard rain
many famous intellectuals (pasolini, to tell one of the greatest) expressed in years their scepticism about public street demonstration
but for the first time after years I really would like to be there with people protesting
maybe some of you can’t understand why lately I am so sensible to dark reflections /
italy is crossing a bad moment and many people are without work (lost mine too)
immigrants are not respected as it should be, and public state is gradually disappearing
for this and for more – hope this government will be over as soon as possible
(the video is in italian but images talk alone and this song of rino gaetano always glosses my eyes)
VIDEOCRAZIA TOTALE – un articolo di marco belpoliti su nazione indiana