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prendo in prestito dal blog di francesco il video del discorso intenso e coinvolgente tenuto da furio honsell in occasione della celebrazione della ricorrenza della liberazione

quanto alle critiche mosse dal presidente della regione renzo tondo (pdl) al discorso del sindaco di udine, volto secondo lui a creare fratture e non a proporre una prospettiva di conciliazione, vorrei opporre  alcune stringate considerazioni

resistere e crescere significa anche dissentire, slegare, sciogliere, opporre
il compromesso in certi ambiti e soprattutto in certi momenti storici si fa mediocre e pericoloso, non è segno di abilità politica o di volontà costruttiva
sono contraria a questa diplomazia strisciante – dietro si cela la volontà di reprimere e sedare, mentre gli animi devono rimanere ben svegli, e liberi
ben venga allora qualcuno che ci ricorda da dove veniamo, e quali sono stati i grandi passi del nostro paese, quali le sue genti più generose ed autentiche – qualcuno capace di concludere ricordando il bene pubblico e la sua preziosita’ (e vorrei sottolineare che anche la nostra costituzione è un bene pubblico inestimabile)
personalmente sono orgogliosa delle parole del nostro sindaco, così limpidamente in controtendenza rispetto ai tanti crolli recenti della dignità politica italiana (crolli non solo verbali, purtroppo)
un grazie sincero

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è stato un bel 25 aprile

belli il tempo, i luoghi e la gente intorno – belle molto le parole del sindaco honsell
(dissento dalle considerazioni espresse in merito dal presidente della regione tondo)
nella fontana del monumento alla resistenza non avevo mai visto un’acqua così limpida
uno studente ha letto ad alta voce la frase di piero calamandrei, finalmente liberata dai rampicanti
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nota folklorica semiseria:
immagine 04 – francesco ed io in prima pagina sulla stampa locale di oggi ;-)

ora c’è la grigliata da smaltire
insieme alle notizie non proprio felici che giungono da altre parti d’italia:
manifestazioni non così serene e intolleranze che ribollono

qui un articolo dettagliato di f. sulla giornata di ieri con il discorso di honsell in video e molte foto

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da quando il centro destra ha preso il governo, il dibattito a sinistra si è impoverito fino a rappresentare ormai poco altro che un ronzio fastidioso e continuo volto a screditare il premier ed i suoi alleati / nessuno o quasi tra i politici dell’opposizione si è pre-occupato del vuoto che si celava e lievitava dietro tali invettive, al punto che non riesco a ricordare nella recente campagna elettorale alcuna dichiarazione programmatica chiara e risonante, che fosse comprensibile a tutti ed anche minimamente allettante /

credo che la gran parte di quelli che ancora lo fanno, votino a sinistra per il principio in sé, per l’idea di bene popolare e di uguaglianza che ha accompagnato lotte e rivendicazioni di un remoto passato / e immagino (o mi auguro?) siano ben pochi quelli che invece hanno scelto di votare oggi perché convinti in merito alle qualità politiche dei candidati e tantomeno in virtù della loro lista programmatica /
temo, ad indagare più a fondo la questione, di scoprire scarse e deboli differenze con le proposte politiche del centro destra, e sempre più mi convinco che sarebbe ora di astenersi dal votare le stesse figure che vediamo in giro per i corridoi da vari decenni e che vanno rimescolando le carte con scarsa abilità e soprattutto secondo logiche poco chiare /

quando ho rifiutato di votare pd mi si è criticato un atteggiamento reazionario da astensionista – oggi, non aver votato quel partito mi solleva la coscienza di un grave errore, così come sono stata convinta di aver voluto lanciare un segnale chiaro anche alle frange comuniste, divise e polverizzate / credo che la mia astensione sia stato un messaggio più chiaro ed anche più convincente di chi da sinistra si è tappato il naso decidendo di dare il suo consenso alla coalizione più larga, senza riflettere sul fatto che quella coalizione non era di sinistra e soprattutto che non si può continuare a votare solo per far perdere la parte opposta /
c’è urgente bisogno di votare delle proposte che possano risollevare le sorti di questo paese, salvaguardarne la cultura e le istituzioni, e garantire la giustizia a tutti coloro che vi si trovano o che vi arrivano da altre parti del mondo /

ieri, alla ripresa di anno zero, riconoscente a santoro per la bella esperienza di rai per una notte, mi sono resa conto che ci sono i giornalisti per raccontare i fatti e far luce su una serie di infamie e scorrettezze e che i politici, invece, dovrebbero occuparsi di offrire alternative plausibili volte a migliorare la situazione / gli stessi politici, qualora non fossero in grado nell’arco di un certo ragionevole periodo di tempo, di mettere in piedi un programma accettabile, dovrebbero rinunciare al loro lauto stipendio e dimettersi, lasciando spazio a nuove intelligenze, a nuove proposte, a qualche faccia che ancora non abbiamo visto e che potrebbe avere qualcos’altro da dire e da proporre /

alla radio un giornalista ha affermato che la sinistra manca completamente di creatività / io credo che al momento la sinistra manchi completamente di sinistritudine, che sia un entità priva di definizione e di chiarezza, e credo che sia così da quando le frange più autentiche sono state estromesse dal parlamento grazie a un sistema di voto altamente imperfetto /
mi riallaccio dunque a quanto affermato da bertinotti tempo addietro, circa la necessità di creare un movimento capace di includere e dare voce alla sinistra reale, inglobando forze coerenti che attualmente marciano divise / non si tratta solo di prendere voti ma di incontrarsi su un territorio che sia realmente comune e condiviso / si tratta di poter vedere affissi manifesti convincenti, senza tacchi a spillo, e si tratta di ascoltare comizi e talk show in cui i politici si sforzino di elaborare proposte chiare, senza perdere il loro tempo a sputare veleno contro un premier che ormai sappiamo fin troppo bene quanto male stia facendo a questo paese /

basta polemiche sterili, per favore
ci sono (almeno) tre anni prima delle prossime elezioni
cerchiamo di prendere un respiro e ricordare cosa significa essere di sinistra /

ricevo in posta da francesco una sconcertante notizia che non penso abbia bisogno di commenti, circa le ultime proposte della ministro gelmini in materia di programmazione …

se ne parla anche su femminismo a sud

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senza-resistenza

penso che quella del primo marzo sia davvero una ricorrenza speciale, una giornata da celebrare

ieri non stavo bene e sono rimasta in casa – ma questa volta più di altre avrei voluto esserci
non so dire se i risultati di partecipazione qui a udine siano stati soddisfacenti
nel resto dell’italia pare di si, anche se 200mila è un numero risibile rispetto a quello che dovrebbe essere se il problema fosse realmente sentito dalla maggior parte delle persone /
in verità, come sempre ho temuto molto la defezione da parte degli stessi interessati, coloro che avrebbero dovuto scioperare e manifestare più attivamente – mi sono chiesta quale evoluzione sia possibile quando chi patisce un’ingiustizia è silente o nascosto e non vuole o non riesce a cacciare fuori la testa e a compromettersi /
penso che proprio per questo ci sia bisogno dell’apporto di chi i problemi di immigrazione e clandestinità non ha dovuto conoscerli od affrontarli / la fortuna di nascere in un paese libero e democratico può diventare la fortuna di  aprire le porte a nuove forme di arricchimento umano e culturale /
…ma forse, per cominciare, bisognerebbe chiedersi quanto sia libero e democratico il nostro paese – questo potrebbe aiutarci a capire meglio la loro sventura di migranti a confronto con una realtà troppo spesso ostile ed a sentirci parte di un problema più grande, un problema che è di tutti

immagini dal corteo di roma (tratte da qui)



questa volta quelli del governo hanno fatto le cose per bene
persino rem koolhaas si è espresso favorevolmente dando la sua benedizione
e se lo dice rem, allora…

questo per far capire quanto sia difficile di questi tempi
come in realtà non vi sia cesura tra ambiti apparentemente distanti tra loro
e come la logica dominante nelle varie arti sia sempre e solo quella del profitto

sul sito di stefano boeri il pdf sul progetto della maddalena
naturalmente non si è mai visto che un architetto di grido si ponga problemi di coscienza
il pelo sullo stomaco è un pre-requisito essenziale

ma non si tratta più (qui o altrove) di disquisire sul bello
una serie di questioni più urgenti e inevase tormentano l’osservatore lontano e impotente:
opportunità, utilità, eticità e trasparenza – verità

nel frattempo da rizzoli è
uscito anche un libro a un prezzo non propriamente politico
perchè nascondere al mondo quanto siamo bravi?
quanto ci piacciono le mazzette lo sanno già tutti

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vittorio gregotti
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tutto questo mentre emanuele filiberto impazza a sanremo
consiglio il video dell’esibizione di ieri perchè ha del surreale:
la realtà italiana supera di gran lunga ogni più perversa e stralunata forma di immaginazione

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altrove si è srotolato senza troppi entusiasmi un breve scambio di battute in merito al mio articolo di ieri sul manifesto di rifondazione – ricopio a seguire giusto per una questione di trasparenza (….e per il fatto che non capisco a cosa serva tenere aperta la pagina dei commenti se quasi tutti finiscono per scriverne altrove ]:-0)
nota: il mio pessimo carattere rende un minimo più acceso lo scambio, che però non riesce comunque a decollare

ultimamente mi stanco facilmente degli scambi diretti su blog e social network, per il fatto che spesso si commenta tanto per parlare di qualcosa, senza pensarci abbastanza, senza dare un valore allo stumento che abbiamo a disposizione / e così, ecco che le pagine si riempiono di aria fritta…
questo non riguarda nello specifico la chat in questione, è una riflessione più generale, su cosa sia (diventato) il web

fuori piove che dio la manda – sono a letto con tosse e raffreddore
l’ultimo film di placido non mi ha certo aiutata a ritrovare il buon umore
detto questo, quasi quasi stasera mi guardo sanremo

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u – “mi interesserebbe di più mettere a fuoco una critica alle radici, che incaponirmi contro una singola defaillance
ma no, la critica alle radici nooo!
incaponisciti pure sulla singola defaillance!
secondo me gli devi dire: questo manifesto fa schifo al cazzo. Molto semplicemente.
09.56
a – A me sembra esteticamente brutto, di cattivo gusto, direi. Quanto al messaggio, come si dice(va), non capisco proprio il senso del richiamo a donne di classe, visto che si tratta un partito che pensa di far fronte a realtà sociali ed economiche che non prevedono certo donne con i tacchi a spillo. A chi cavolo stanno pensando, mi chiedo: a Alba Parietti?
10.27
parergon + – …allora continuiamo a frammentare la conversazione andando a cercare il pelo nell’uovo, quando il problema è l’uovo e non il pelo / che il manifesto sia brutto è evidente ma forse conta di più capire perchè siamo (sono?) arrivati al punto di stampare un manifesto del genere /
e dopo che gli ho detto che il manifesto fa schifo al cazzo, cos’ho risolto? è chiaro che fa schifo ma questo non ci fa automaticamente capire come sarebbe un bel manifesto /
mi interessa di più la costruzione, per quanto faticosa o perfino utopistica, di una coscienza alla base, che l’attacco brutale e scontato su una delle tante mostruose dimostrazioni di perdita delle certezze (e di conseguenza del gusto)
10.50
u – ma certo, so bene che a te interessa la costruzione di una coscienza alla base etc
quello che volevo dire è:
stai ipotizzando di metterti a discutere con “loro”? “loro” che hanno pensato quel manifesto lì?
a leggere il tuo post, sembra che l’immagine in questione non rispecchi l’idea di un pubblicitario in un suo momento di malessere, ma proprio il modo di pensare e di essere di chi l’ha commissionata. Allora, dicevo d’istinto, non è più cosa di mettersi a ragionare.
Poi lo sai che di Rifondazione ho sempre diffidato, quindi tutta questa manfaneria mi stupisce poco.
11.22
parergon + – guarda
io tengo un blog
il blog mi serve per varie cose
in primis per fare ordine nei pensieri
poi per archiviarli
per comunicare ad altri il frutto dei miei ragionamenti
per provare (e ho scritto provare, non riuscire) a costruire una rete di concetti condivisi
qui arriva un’altra ipotetica funzione: quella di farmi cambiare idea, a volte (magari non in questo caso), sia attraverso la mia rilettura che tramite lo scontro o il confronto
quindi – a me di parlare direttamente ai vertici proprio non interessa, o cmq non è il mio obiettivo primario
credo nello scambio delle idee – almeno ci provo
e voto rifondazione
me ne vergogno meno di quanto mi vergognerei di aver votato pd (anche contando i tacchi a spillo sul manifesto) – giÃ
12.47
u – touchée :)
16.05
a - Tu parli di costruzione di coscienza alla base. Mi chiedo: da parte di chi? Quale base? Mi rendo conto che il mio pensiero, distruttivo se vuoi, è forse alla base, non in quanto mio, ma in quanto generalizzato, della perdita di coscienza che c’è stata. Ma resta il fatto che sono piuttosto scettica sulle possibilità attuali di cambiamento. Purtroppo, mi vien da dire. Non ne vedo neanche l’ombra lontana.
16.58
parergon +
a., dal momento che la pensi così mi chiedo cosa ne parli a fare
a che serve il tuo commento? cosa cambia qui o fuori di qui sapere che TU non vedi possibilità di cambiamento?
nessuno ci obbliga a partecipare a una conversazione se non abbiamo nulla di utile o costruttivo da dire / e forse il primo passo è proprio l’apprendimento della rinuncia, o quantomeno della sospensione /
ad una conversazione forzata preferisco una partecipazione silenziosa
19.01

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luna
io credo invece che i mezzi termini siano necessari a una definizione più precisa delle cose e personalmente non intendo riunciare all’approfondimento che deriva da una definizione meno grossolana di ciò che vedo /
questo è il problema che rilevo spesso nelle forme di opposizione radicale: l’incapacità o impossibilità di analisi accurata, ma un costante generalizzare ed esasperare solo alcuni aspetti delle questioni / non sempre è necessario rompere, credo esista anche la possibilità di ristrutturare o modificare in maniera meno violenta
ed anche la violenza poi, possiede delle regole interne di cui bisognerebbe essere consapevoli, per evitare le stragi