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essere poeta non è certo cotonare le parole, portarle dal parrucchiere
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edera che piove su un muro come l*acqua in rigagnoli su un vetro
solo a tratti mi rendo conto di quanto poco basterebbe per reagire
l*impalpabile limite tra fare, giacere e disfare mi avvolge come un foglio
le parole si perdono –
—–senza arrivare all’altro
—–senza venir capite
– si sciolgono in polvere / vermiglia
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( all you need is a wall )
ho cominciato questa estate disperata per una prigione che andava (e va) via via chiudendomisi intorno / poi ho scelto di reagire, di regalarmi attenzione e persino un viaggio / so bene che ci saranno stagioni in cui questo non sarà (più) possibile, in cui le incombenze mi porteranno a vivere in modo meno felice / l’esilio penoso in questa misera città borghese è già un passo non indifferente in tale direzione e la mancanza di lavoro dovuta anche alla grave situazione politica (cui sempre troppo pochi sembrano far veramente caso) mi offrono una prospettiva affatto divertente / ma oggi – leggendo su un paio di blog esternazioni lamentose da parte di ex combattenti in fase di ripiegamento senile (come chiamarle altrimenti?) mi sale una rabbia incontenibile nei confronti di chi non si sofferma abbastanza ad apprezzare le cose che ha a disposizione, fosse solo il privilegio quasi frivolo di abitare un luogo vicino al mare, o una città vivace e ricca di situazioni / una rabbia che annichilisce persino gli slanci affettivi – perché non vanno bene simili forme di cecità e di spreco, perché le intelligenze e le buone scritture servono, e questa è una considerazione quantomeno politica riferita al presente – più che mai a volte mi sembra che stiamo gettando la rete (e finanche le nostre vite?) ai porci + +
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il gioco apparentemente scontato di riconoscersi nelle parole altrui
ripeterle / ripetersi
l’opera contemporanea non è (mai) originale –
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polaroid / saturazione del vissuto
[ parole – georges perec ]
il sole taglia di sbieco la stanza
indora le pareti e gioca con le tende
è un sole radente, coperto da un tetto di nuvole scure
a volte anche il cielo ha un soffitto
ps/ grazie a fuchsia per i commenti solidali
la rivoluzione – deve essere impeccabile
ognuno di noi disposto a morire anche senza aver visto
persino senza aver capito
succede, che le dita non siano del tutto consapevoli
di quello che accade al cuore
ma
è la coscienza di me – la mia dignità di persona
che non deve mai venir meno
la devo trovare in ogni altra me
in ogni faccia, in ogni cittadino
devo potermi rispecchiare serena
nelle mille facce del mio stato
della mia citta’
della mia famiglia
per questo la parola rivoluzione
è troppo grande per me
non sono (ancora) capace
di tenerla tutta nella bocca
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luna: |