new edition of tiny books
- some new copies updated in cover and pages of PAPER DRESS POETRY tiny book of 2009
- DISEGNI: tiny book with a selection of drawings (edition of 14)
- POLVERE A COLORI / DUST-IN-COLOR: tiny book with a selction of texts and images (edition of 14)
all books size: 3.7 x 6.0 cm
pages: 30
soon in my etsy shop
check books updating in my flickr set
esce per GIUDA edizioni un piccolo volume che raccoglie una serie di poesie sartoriali realizzate nel corso degli ultimi anni – non ho ancora sotto mano la copia cartacea per scattare qualche foto ma sul sito della casa editrice è possibile trovare le prime informazioni e l’anteprima di alcune pagine
published by GIUDA edizioni a tiny book with a collection of my paper dress poetries – still did not see the printed book but here you can find some info and a small preview
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(altro…)
sto riesumando vecchi lavori – non perché mi trovi in una condizione di empasse, mi dispiace piuttosto abbandonare nella polvere frammenti di energia, esercizi di immaginazione in cui ho sversato particulae di me medesima, di altre me medesime che poi sono cambiate o andate oppure uccise per mano di qualcuno o semplicemente soffocate dalle nuove tensioni e dalle successive partiture
così recupero, con il piacere intimo ma poi condivisibile che si prova a sfogliare vecchie foto in cui ci si rivede e si pensa come stavo bene con quel taglio di capelli oppure che buffo quel vestito e qui ero con un compagno di scuola chissà dove è finito – allo stesso modo o simile si pensano con un particolare stupore retroattivo aspetti riscoperti di un disegno di un segno di un colore o di piccoli frammenti cartacei appiccicati a guisa di collage su un foglio che prima era bianco
forse non bisognerebbe tornare indietro, perdere il tempo su ciò che è già vissuto, ma ci si affeziona come a un cuscino od a una camicetta, od anche alle nostre figure decesse o irrimediabilmente cangiate
sono trine vitali spettri – fumetti del ricordo
diventano cartoline
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procedo con lentezza
sono lenta in tutte le cose
non parliamo se si tratta di fare una corsa – arrivo sempre ultima
anche i disegni si formano in tempi lunghi
a volte capita di pensarci per settimane
poi di mettere giù qualcosa, poco a poco
perchè tendo a distrarmi – facebook, il jazz, una mail da scrivere, fare pipì …
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ti ritrovo, mia puerile pseudodanza innaturale
ti chiudo in un cerchio: e ti interrompo, ti rompo
luciano berio – sequenza XI – eliot fisk chitarra
testo – edoardo sanguineti
la caducità dell’oggetto-mezzo, il suo consumarsi nell’uso, tendono ad alterare nuovamente la struttura della cosa, che si rivela sensibile al fattore tempo seppur in misura e con modalità differenti da quelle umane / bisognerebbe far crollare le barriere dell’ovvio, restituire l’oggetto alla sua sempre rinnovata complessità, ed ecco che dall’oggetto si passa all’opera, opera d’arte si intende, che non solo restituisce dell’oggetto la pura bellezza, ma a quanto pare trattiene di questi la verità, il suo essere oggetto, le sfumature del senso e le sue fragilità di fronte allo scorrere del tempo [e farsi anche evento storico?] / entra in gioco una definizione estetica che non si confronta più solamente con la bellezza in quanto tale / heidegger cita ad esempio le scarpe contadine di van gogh, traendone il titolo per l’intero saggio / l’arte come porsi in opera della verità, il sogno di cezanne, così faticosamente perseguito eppur irrealizzabile nella sua completezza
26 luglio 2007
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ho sviluppato un modo (forse banale) per meglio individuare la presenza di un valore intrinseco nelle cose: è chiedermi sempre quale sia la loro reale significanza, il loro stato di necessita’ – oltre l’oggi, l’adesso, oltre il mio debole perimetro
queste interrogazioni (apparentemente) semplici mi hanno fatta sentire molto spesso in imbarazzo di fronte alle scelte compiute – aiutandomi talvolta ad eliminare alcune dipendenze e parecchie zavorre formali
ma non sono ancora riuscita a renderle sufficientemente efficaci nel lavoro creativo, anche se ci provo – ogni giorno
(difficile prendere distanza da ciò che è parte di me)
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scrivere (come disegnare) mi costa fatica
prima di rendere definitivo un disegno passano giorni, settimane, a volte mesi
anche se non spesso, capita di tornarci persino a distanza di anni
(per esempio in questi giorni, con i lavori alfabetici)
…
poi mi accorgo che nel frattempo qualcuno ha preso le mie stesse idee e le ha sviluppate meglio
:)
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a distanza di giorni è la parola “cosa” (le cose dell’incipit) a colpire di più la mia attenzione
contenitore di situazioni e riferimenti generico ed esteso – estensibile
applico la selezione personale quanto più spesso mi è possibile
anche se a volte mi dimentico, mi distraggo, tergiverso – soprattutto indulgo
allora si solleva una questione ancora diversa:
quanto di quello che scrivo e pubblico qui dentro mi corrisponde?
il blog è una piattaforma di verità personali o diventa un luogo di mistificazione e persino chimerico?
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questa doveva essere una lettera
fu scritta verso la metà di settembre e mai spedita
la postilla invece (+) è di oggi
parole 1 / derrida
parole 2 / heidegger
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