Posted by tracciamenti on maggio 15th 2011 @ 9:16 pm
trascorsi non tipografici
vivere solitaria mi aiuta nella pratica di un silenzio cangiante – la finitura perde via via di importanza rispetto a un centro che al contempo si svuota come per effetto di una malattia… 03.2011
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riassumere quasi dieci anni di moleskine in poche foto è praticamente impossibile / nel corso del tempo sono cambiati i materiali e le fustellature, ed è cambiata spesso anche la mia scrittura, che quasi sempre obbedisce alle contingenze e che recentemente soggiace a una forma di spartana semplificazione (senza abbellimenti o la consueta attenzione agli aspetti formali) / l’occhio non reclama più la sua parte, o così pare / e l’intelligenza (quella mia poca e fragile) vorrebbe solo smisurati silenzi / così le parole si fanno rade, e faticose
potessi almeno dire di aver vissuto di più, ma sarebbe una bugia
Posted by tracciamenti on dicembre 17th 2010 @ 2:47 pm
I
tessuto di piccole lettere verdi e marroni su fondo bianco
(un campo coperto di brina)
III
uomini che non sollecitano la poesia – con cui il pensiero non decolla […]
(non ispira il lavoro perché mi sovrasta in maniera statica /
il peso dei libri e delle certezze non istiga il dubbio)
IV
si accorge di quanto sia sottile il margine
uno scarto minimo dello sguardo sarebbe sufficiente a vederlo sotto una luce diversa
ed invece (lei) vuole rimanere nell’incantesimo e non girare gli occhi
per poterlo proteggere ancora – a lungo
Posted by tracciamenti on dicembre 17th 2010 @ 11:18 am
V
cosa ha a che vedere tutto questo con l’andare del mondo, con le pietre divelte e con le pistole?
la parola pistola è più ingombrante della parola cuore, ingombra più della bellezza, ormai
Posted by tracciamenti on giugno 2nd 2010 @ 7:25 pm
penso che il narcisismo sia interessante solo quando attraverso un io vorace filtra e rifrange la varietà delle cose: esaltando la propria onnipotenza e onniscienza in realtà finisce per rovesciarsi in una specie di estatica apertura verso il mondo, di disponibilità assoluta e volatile che non si sofferma “su nulla in particolare” perche deve prestare orecchio a infinite voci, tra cui la propria è solo il diapason che serve ad attaccare il pezzo, una specie di chiave o password preliminare che mette tutti i suoni nelle condizioni di manifestarsi.
l’io e l’intonazione, e nient’altro.
edoardo albinati
ancora fiaccata dall’influenza
non farei che pubblicare foto della campagna, verde, rigonfia, sovrastata da cieli molto azzurri decorati da nuvolette veloci che si muovono in branchi, ed invece dovrei sforzarmi di scrivere (con disgusto) di un presidente che cita mussolini e di una riforma finanziaria poco convincente, delle notizie cangianti e strumentalizzate in merito alle reazioni di israele di fronte a una nave di manifestanti filo palestinesi
(qualcuno su un giornale di parte, inneggia volgarmente agli spari)
ma ho dormito fino alle cinque del pomeriggio e quando mi sono svegliata i pensieri erano stati sostituiti da una palla d’ovatta – i capelli organizzati in improbabili architetture
tra un sonno e l’altro ho visto un film di qualche anno fa, le invasioni barbariche
ed ho scattato qualche foto alla prima colazione
un giorno di festa in balia dei bacilli
sulla moleskine proliferano comitive di pupazzetti dal naso a punta ….
Posted by tracciamenti on marzo 29th 2010 @ 6:11 pm
sempre più strette mi vanno le giornate nel mio paese
in particolare questi pomeriggi tristi di elezioni
mentre la televisione ronza le prime proiezioni dai seggi
terminare la supplenza al liceo è stato un sollievo –
l’arte ormai considerata in molte scuole come l’ultima ruota del carro /
da ragazza, quando studiavo, era la materia della preziosità, dell’essenza,
il racconto di ciò che travalica il tempo e quasi lo sconfigge…
per rasserenarmi scrivo di un piccolo concerto – di un pomeriggio morbido di sole
alla libreria feltrinelli brown and the leaves (il progetto musicale di mattia del moro)
presentano il loro disco landscapes - opera prima di buona qualita’
echi soffusi di nick drake, ben watt, belle & sebastian, ray lamontagne …
una scaletta di pochi pezzi ben eseguiti con la presenza imprevista del violino /
un momento quasi perfetto, così che mentre ascolti puoi leggere, scrivere o perfino disegnare
poca gente, ma interventi entusiasti e una giornalista di radio onde furlane a intervistare
ps / la luce è tornata – sulla moleskine germogliano i primi schizzi a matita