Blog Archives

silent portraits / 2013
disegni di viaggio
(pencil on moleskine)

 


non sono in vacanza | I am not on vacation

faccio strani sogni (troppo doowop)

.

Audio clip: é necessario Adobe Flash Player (versione 9 o superiore) per riprodurre questa traccia audio. Scarica qui l’ultima versione. Devi inoltre avere attivato il JavaScript nel tuo browser.


caldo: tutto si scioglie nell’indeterminatezza di un mondo senza spigoli

il corpo esonerato dai suoi doveri – infante viziato

i sogni ultimamente la disturbano – si agganciano quasi pedissequamente a quanto succede durante il giorno

ah! quei fiori dichiarati e poi sepolti

il vestito si arrampica, potrebbe superare ogni tipo di muro / ha polpacci asciutti e sottili – ci sono strisce catarifrangenti sulle spalle e un vago sentore di età / minuziosamente tecnologico e narcisista (come tutto ciò che arrampica?) è un vestito muscolare e riservato, si oppone alla velocità ma sfrutta il rapido affondo degli aghi delle macchine automatiche
hai sempre paura che dietro/dentro ci sia un vuoto che non sei capace di gestire

dolgono le parti stanche
si gonfiano e protestano senza rumore

 

Audio clip: é necessario Adobe Flash Player (versione 9 o superiore) per riprodurre questa traccia audio. Scarica qui l’ultima versione. Devi inoltre avere attivato il JavaScript nel tuo browser.





I
tempo nuvoloso e (io) sempre di corsa
non corro per diletto, solo per assecondare svariate forme di sopravvivenza

che cos’è la soglia per due che si amano? dice il poeta
questa invece è una soglia spalmata e vaga, taciturna e incombente, che sgrana i sorrisi a poco a poco / è l’ingresso ai giorni del congedo, vissuti sperimentando le modulazioni dell’apnea che è la condizione per cui nulla accade ma tutto è sul punto di accadere, tirocinio prolungato e denso sulla condizione umana

II
non resta che guardare
osservare le persone dal mio vetro neutro e poco felice
leopardiana(mente) pur se tecnologica e semovente

oggi ho visto un vecchio seduto fuori l’autostazione, con la pelle cucinata e un piccolo basco blu dal bordo rovesciato che ricordava un cappello da cuoco però di feltro

ho visto un punkabbestia seduto su una panchina di via leopardi con due cani addormentati ai suoi piedi

ho visto che ci sarà paolo nutini in concerto (e allora?)

ho visto anche una donna zingara con una lunga gonna fiorita fumare una sigaretta fuori da un cinema e una coppia di ragazzi parlare molto vicini, indifferenti al traffico della mattina che saturava un viale di udine nord

vedo (spesso) la mia faccia irregolare nello specchio che tenta di assomigliare ad altre facce, migliori o diverse – soprattutto diverse, declinazioni dell’altrove di cui scrivevo giorni fa

e tra poco vedrò un ospedale, vedrò una casa in disordine, un soggiorno famigliare e un frigorifero stanco pieno di ghiaccio e senza luce




m1305
incessante sovrapporsi delle stagioni di ognuno
questo è l’andare
questo è l’essere molti, e diversi

non ho acquisito il senso del tempo (la maturazione dei frutti)
non è facile come con la lingua, o con la geografia (i confini più evidenti tra due lingue diverse o due paesi) oppure con i colori (per quanto, le sfumature…)

essendo stata giovane mi sento ancora giovane
essendo stata bella mi sento ancora bella

mia nonna centenaria la mattina sistemava le perle intorno al collo davanti allo specchio (erano perle di plastica, due giri, probabilmente trovate su qualche giornale o su un banco del mercato) e passava un velo di polvere rosa sulle guance ancora liscie
è morta convinta di avere vent’anni
è morta mentre guardava le langhe fuori una finestra della carnia

stamattina la primavera è un grumo rappreso, fa freddo e piove a momenti
i petali contratti si aggrappano al ricordo di ieri, e stringono i denti

[
qual è la differenza tra stringere i denti e non pensare? a volte ho l’impressione che fintanto che avremo un po’ di cibo e qualche oggetto di svago, non riterremo necessario vivere politicamente, formarci delle idee, prendere posizione nei confronti dei soprusi o riflettere sulle possibili forme del comando e sulla natura ambigua di questa democrazia
quasi non ci fossero diritti da ribadire, ma solo un dispensario di beni cui si attinge persino distrattamente, servizi alle cui regole incostanti e dispari ci dobbiamo rassegnare
(intonacando il vuoto)
]

240512 1820

l’altrove, l’altrove non era mai diligente
era variabile come la primavera, colorato, intenso, imperscrutabile
l’altrove contemplava che il suo carattere si sarebbe rivoltato su se stesso, scoprendo ancestrali giovinezze, andando a riprendere i fili di un discorso tessuto in altre stagioni, le luci interrotte e l’imprevedibilità giocosa dell’esistere

postilla:
a volte si fermava a pensare che se uno di quei meteoriti fosse caduto sulla sua scrivania, avrebbe cancellato in pochi istanti qualsiasi segno, qualsiasi traccia sensibile: la sua essenza si riduceva a una risibile pila di hard-disc che traboccavano di segni effimeri, senza firma e senza materialità

270512 2143
II
si chiedeva come conciliare questo e quello:
le frivolezze che costellavano le sue giornate, con altre scelte che suggeriva l’istinto e che la conducevano invece a forme culturali più profonde, quasi immortali

il tempo e le ore sprecate in attività superficiali – seduta di fronte a una televisione accesa su pellicole di terz’ordine oppure intenta a consultare materiale di scarso valore – avevano nel tempo corroso le sue abilità intellettuali, conducendola a uno stato di evasione semi-permanente
un disimpegno deleterio che le provocava costanti problemi di coscienza

300512 1200
qualche ciliegia, poi a scuola
(come trasformano o come dovrebbero trasformare la comunicazione certe disgrazie condivise? quale il margine difficile e scomodo tra il proseguimento in una privilegiata condizione di normalità e le conseguenze di una tragedia collettiva che massacra altri territori?)

musica: evan parker







.

30.04.12
le dolgono gli organi, quasi fosse al limite dello sfascio – e la stagione la investe con una particolare arroganza che poi non è altro che la vitalità spinta all’estremo, come un morso /
ciascun luogo in cui posa lo sguardo è verde e gonfio, gronda fiori e fogliame: ogni anno questo miracolo la coglie di sorpresa, rimane inebetita e quasi percossa dagli odori e dall’erba così verde e soffice che le ricorda l’immagine più perfetta del velluto /
conosce la differenza tra guardare e toccare, la mano dissolve il velluto perfetto in migliaia irregolari di spighe e steli, lo scompone in microscopiche ruvidità e stempera il colore nell’inenarrabile varietà delle gradazioni /

l’assolutezza del vero entra in conflitto con l’astrazione dell’occhio e sembra impossibile tenere insieme la distanza ed il contatto, come se ogni cosa ne contenesse tantissime, una per ogni passaggio dal guardare al toccare /

02.05.12
25 aprile già lontano, mese concluso, bandiere riavvolte (primo maggio trascorso in carnia, in un’acquario dove la celebrazione della storia è stata consapevolmente sostituita dal mercato dei fiori), impressione di praticare mondi separati e divisi da pregiudizi comodi e ostinati
il sollievo di non aver arredato, di non aver servito, di aver tentato pur senza sufficiente talento la strada irregolare e non allineata dell’irrequietezza che consegue ad una fede politica faticosa da praticare, si coniuga con la delusione per l’inconcludenza dei risultati, per i miei cinquant’anni spesi arrancando senza forma e senza luogo

05.05.12
è normale o giustificabile che io non simpatizzi facilmente con le persone che investono somme eccessive in abbigliamento e gadget?
mi attirano di più le anime spartane e di indole scarsamente mondana che coltivano forme di ricchezza non monetizzabili, ineressate alle zone d’ombra, alle pieghe dove il mercato non si insinua
mi piace chi cerca la musica e chi seleziona severamente le proprie letture, chi non si preoccupa esageratamente del proprio aspetto fisico, dell’apparenza che prima o poi delude più che ingannare
nemmeno sono attratta dagli svogliati, da coloro che non intrattengono una relazione consapevole e curiosa con l’estetica delle cose e del mondo / perchè rosso non è blu e verde non è giallo ma soprattutto, rosso chiaro non è rosso scuro
il pensiero – prende forma nelle sfumature

ascolto:
file! with jim o’rourke – unreleased? – 2011
faust – the faust tapes – 1973