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240512 1820

l’altrove, l’altrove non era mai diligente
era variabile come la primavera, colorato, intenso, imperscrutabile
l’altrove contemplava che il suo carattere si sarebbe rivoltato su se stesso, scoprendo ancestrali giovinezze, andando a riprendere i fili di un discorso tessuto in altre stagioni, le luci interrotte e l’imprevedibilità giocosa dell’esistere

postilla:
a volte si fermava a pensare che se uno di quei meteoriti fosse caduto sulla sua scrivania, avrebbe cancellato in pochi istanti qualsiasi segno, qualsiasi traccia sensibile: la sua essenza si riduceva a una risibile pila di hard-disc che traboccavano di segni effimeri, senza firma e senza materialità

270512 2143
II
si chiedeva come conciliare questo e quello:
le frivolezze che costellavano le sue giornate, con altre scelte che suggeriva l’istinto e che la conducevano invece a forme culturali più profonde, quasi immortali

il tempo e le ore sprecate in attività superficiali – seduta di fronte a una televisione accesa su pellicole di terz’ordine oppure intenta a consultare materiale di scarso valore – avevano nel tempo corroso le sue abilità intellettuali, conducendola a uno stato di evasione semi-permanente
un disimpegno deleterio che le provocava costanti problemi di coscienza

300512 1200
qualche ciliegia, poi a scuola
(come trasformano o come dovrebbero trasformare la comunicazione certe disgrazie condivise? quale il margine difficile e scomodo tra il proseguimento in una privilegiata condizione di normalità e le conseguenze di una tragedia collettiva che massacra altri territori?)

musica: evan parker