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non può sapere cosa sia una vacanza condivisa
che evada il margine remoto e complicato
della dimensione famigliare

- possedimenti -
si rifugia / sola e solitaria / nel vivere frugale
costellato di lussi poco appariscenti

la luce è un lusso
la memoria è un lusso
nuotare nel mare è un lusso

- affezioni -
quando nuota / deserta nel deserto / le orecchie piene d’acqua
non sente più la voce stonata degli assenti
il vuoto che ha lasciato altrove illumina
le insospettabili presenze

si affeziona alle pietre
si affeziona ai ricordi
scrive un dizionario dei sapori semplici

- intervalli -
dorme
i muscoli sono stanchi
luna gigante sopra il tetto
sgocciola piccole piogge

+
il ritorno è una frustata verso il nulla
che si spoglia di tutto
che di tutto perde traccia e si scolora

chiude l’uscio
cadono le prime grosse gocce di piova – non c’è luna
la polvere comincia a profumare

è – già – settembre

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è arrivato marzo
fioriture che purtroppo non contagiano la sfera personale
si vorrebbe solo dormire
ed invece ci sono sempre cose da fare
lavori da sbrigare
corriere rumorose su cui salire

la musica di luciano cilio ha fatto da sfondo a un pomeriggio sorprendentemente tiepido, in viaggio su un autobus tranquillo attraverso una parte poco conosciuta del periurbano, per guardare il ritorno a casa da una diversa prospettiva

a chiudere scelgo una vecchia canzone di alan sorrenti dove cilio suona il pianoforte (pur se discogs non reca traccia di tale contributo) tratta da aria, un disco del 1972 che vide la partecipazione di ottimi musicisti tra cui jean luc ponty nel brano omonimo
vorrei incontrarti fu riproposta molti anni dopo in una dignitosa versione dai lacrus

meshes of the afternoon è il titolo di un cortometraggio di maya deren girato nel 1943
le foto del post
furono scattate l’anno scorso in questa medesima stagione 

 

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