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è una città con tantissime finestre

durante la seconda metà del ventesimo secolo il socialismo disseminò lo spazio urbano di edifici duraturi ed elegantemente brutali / la contiguità di questi grandi palazzi moderni con le preesistenze più antiche dà luogo a un’alternanza particolare e interessante, che smorza il decorativismo ed elude l’effetto bomboniera, evitando che l’estetica urbana si dissolva in un presente scontato e commerciale /
dopo le otto di sera, fuori dal perimetro turistico ancora brulicante di persone, le strade sono deserte e poco illuminate / i grandi palazzi moderni della fascia di cintura alla luce arancione dei lampioni rievocano le atmosfere di un altro tempo; risaltano spettrali le scritte dei writers che ovunque tappezzano portoni sigillati ed edifici abbandonati / dunque, oltre il margine commerciale, così come vista dall’alto, la città si fa leggere nella sua complessità, si racconta, toglie il velo da quel passato che, mentre passeggi per le strade del centro, molti sembrano aver dimenticato o nascosto in cantina / i luoghi della cultura fagocitano e rigenerano gli spazi militari, rivitalizzandoli
(forse continua)

tre giorni non sono sufficienti per visitare la città:
rimangono sospese domande, fotografie non scattate, aspetti trascurati durante le conversazioni e particolari fuori fuoco nella sua labile memoria
ottima scusa per tornare

 

 

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