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calouste gulbelkian era un ricco filantropo di origine armena che durante gli ultimi decenni dell’800 e la prima metà del 900 seppe accumulare un patrimonio notevole di opere d’arte e preziosi documenti a conseguenza di una vita avventurosa e di una profonda sensibilità / alla sua scomparsa nel 1959 venne istituita una fondazione che tuttora si occupa di gestire i grandi capitali lasciati dal magnate e una buona parte del suo patrimonio artistico trovò spazio nel museo gulbelkian di lisbona quest’estate la fondazione ha proposto una delle rassegne di jazz più interessanti ed importanti qui in europa, concentrando in poche date una serie di concerti di grandissimi talenti della musica improvvisativa (tra gli altri: cecil taylor, wadada leo smith, peter brötzmann, paal nilssen-love, ken vandermark e john hollenbeck) – una di quelle occasioni che procurano l’acuto rimpianto di non poter assistere, unitamente alla rabbia sommessa di sapere che certamente molte persone a lisbona non hanno saputo cogliere questa grande opportunità culturale, che è poi la rabbia di vivere in una città (in questo tristemente italiana) che propone per lo più eventi di mezza taglia per utenti di mezza taglia (con rarissime eccezioni sempre più rare) è proprio vero che spesso chi ha denti non ha pane… e viceversa!
le foto da flickr |