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cerca tra gli strati l’eleganza di un fiocco
povero fiocco di fettuccia che tiene insieme gli anni belli
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percepisce nitidamente l’indole borghese di certe colleghe, quella particolare abilità nel combinare borse e scarpe che niente ha a che vedere con i patetici pendant da pochi soldi delle signorine di scarsa cultura, e tantomeno con il decoro sobrio di certe donne d’altri tempi che in modo quasi religioso assimilano la concordanza dei toni nell’abbigliamento a una forma di educazione di sottofondo, a un senso della dignità estetica impossibile da sradicare l’inappartenenza è una delle questioni irrisolte, e quando si confronta con certe figure così definite socialmente, talmente riuscite nel distillare gli aspetti formali della loro essenza borghese, non può fare a meno di andare con la mente a tutte quelle figure che invece incontra quotidianamente sugli autobus o per le strade, la gente comune, le persone che potrebbe definire normali e che indossano e praticano una banalità senza pretese ma di cui spesso riesce a percepire nitidamente aspetti personali che le toccano il cuore si sente sollevata ed estranea ad entrambe queste ragioni, capisce di trovarsi perennemente in bilico tra due sfere distinte e contrapposte, che trasportano diverse forme di brillantezza, a volte discutibili, altre misteriosamente emozionanti e complesse pensa che l’abbigliamento rappresenti un codice significativo, un elemento di scrittura, un’indizio permanente di altri aspetti più incisivi della cultura, della personalità, e del ruolo sociale che ciascuno di noi riveste nel mondo – l’abbigliamento esprime e parla della nostra realtà indipendentemente dal fatto che siamo noi a sceglierlo o che sia una conseguenza involontaria delle circostanze od una necessità … anche la nudità può rappresentare una forma di abbigliamento, si domanda? – capita mai di indossare il corpo come fosse una veste, qualcosa di cui potremmo o vorremmo spogliarci? e dove si collocano i tatuaggi? tra i gioielli od invece tra i capi di vestiario inamovibili della nostra pelle? poi torna alla tazza del tè ormai quasi freddo
[sequenza di foto scattata a venezia nel 2002] |
some of my recent time:
an old movie
a very light lunch
3 gould cd-s and a book I read last year at this time – all borrowed by the public library
+
camilla made me a special present :)
rose:
sono d’accordo con te
resistenza – ci vuole resistenza
(ma è più facile dirlo che farlo)
ps / la tua biancaneve … mitica :)
nathalie:
my grandma was a very complex woman and she lived a strange life
suppose I inherited from her my interest in dresses and tailoring
as a young lady she worked in a factory as a dress decorator
then she married and made six babies …
when I was a child she spent lots of hours with me
together tracing lines and lines on small pieces of paper