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questa volta quelli del governo hanno fatto le cose per bene
persino rem koolhaas si è espresso favorevolmente dando la sua benedizione
e se lo dice rem, allora…

questo per far capire quanto sia difficile di questi tempi
come in realtà non vi sia cesura tra ambiti apparentemente distanti tra loro
e come la logica dominante nelle varie arti sia sempre e solo quella del profitto

sul sito di stefano boeri il pdf sul progetto della maddalena
naturalmente non si è mai visto che un architetto di grido si ponga problemi di coscienza
il pelo sullo stomaco è un pre-requisito essenziale

ma non si tratta più (qui o altrove) di disquisire sul bello
una serie di questioni più urgenti e inevase tormentano l’osservatore lontano e impotente:
opportunità, utilità, eticità e trasparenza – verità

nel frattempo da rizzoli è
uscito anche un libro a un prezzo non propriamente politico
perchè nascondere al mondo quanto siamo bravi?
quanto ci piacciono le mazzette lo sanno già tutti

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vittorio gregotti
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tutto questo mentre emanuele filiberto impazza a sanremo
consiglio il video dell’esibizione di ieri perchè ha del surreale:
la realtà italiana supera di gran lunga ogni più perversa e stralunata forma di immaginazione

rifondazione

molti oggi parlano di questo nuovo manifesto di rifondazione e i toni del dibattito sono i più disparati / per quanto mi riguarda, un po’ come per tutto il resto in quest’ultimo periodo, le mie reazioni in merito sono complesse, confuse e sottocutanee /
certo, non si può dire che sia un bel manifesto e nemmeno che restituisca un’immagine interessante della donna comunista / sembrerebbe piuttosto che la sinistra radicale abbia ceduto, si sia piegata ad una logica comunicativa più ordinaria e scontata, che mira al grande pubblico televisivo e commerciale / e proprio per questa ragione, quando ho visto il manifesto non ho provato rabbia o fastidio, ma una specie di angoscia silenziosa, un triste dispiacere, la sensazione dolorosa di un partito brancolante che non sa più quali pesci pigliare per resistere sulla cresta dell’onda, per non scomparire nell’invisibilità /

ecco – c’è della disperazione autentica in quell’immagine, il senso di essere arrivati alla frutta, di non saper trovare più nemmeno le intelligenze necessarie a costruire una buona campagna pubblicitaria /
si capisce bene che l’ignoranza sta arrivando a tarpare le ali della politica in vari modi e là dove un tempo (pensiamo agli anni 60) ci sarebbero state fior fior di intelligenze a disposizione per inventare slogan e apparati comunicativi (ci ricordiamo quanto erano efficaci e convincenti le grafiche italiane in quel periodo storico?), ora troviamo un branco di politici disorientati che non sanno scegliere e che forse nemmeno consultano le donne, prima di dare alle stampe una campagna tanto azzardata e di dubbio gusto /

vorrei ricollegare questo episodio alla mia recente esperienza con la sinistra locale in merito alla progettazione di un logo per le scorse elezioni comunali: in quell’occasione l’arroganza dei dirigenti (o presunzione, o qualche loro limite della visione, chissà?) prevalse sul dialogo e sulla collaborazione con il professionista incaricato (me), conducendo ad un risultato grafico mediocre e poco convincente / mi ero offerta volentieri di svolgere il lavoro e senza retribuzione, ma di fatto i dirigenti non cercavano altro che un mero esecutore di qualcosa che loro ritenevano essere già deciso e definito /
in tale occasione mi resi conto in prima persona di come sia cambiato il ruolo dei professionisti rispetto alla committenza (anche e forse soprattutto a sinistra) – quasi che il nostro presente in cui tutti scattano fotografie e tengono un blog autorizzi un cliente a un’espressione arrogante e soverchia del proprio gusto personale, dimenticando che in tutte le discipline sono necessari talento, studio ed esperienza per forgiare un buon professionista / questo può essere lecito nella scelta di un privato cittadino ma si trasforma in un danno nel caso di una questione collettiva, dove andrebbe cosiderato primario l’obiettivo di perseguire l’eccellenza, nella più piena considerazione della comunità di riferimento /

perciò i miei pensieri in merito al diavolo veste rifondazione sono stratificati e forse leggermente traslati rispetto alla bagarre in corso: mi interesserebbe di più mettere a fuoco una critica alle radici, che incaponirmi contro una singola defaillance, e mandare un messaggio ai vari organi di partito riguardo al fatto che quello che spaventa di più non è tanto la bruttezza del manifesto, ma tutte le sottili quanto emblematiche forme di ignoranza, clientelismo e prevaricazione che ci sono dietro e che sottendono un gran vuoto /
se i nostri politici non sanno essere umili nelle piccole cose, come possiamo sperare che lo siano là dove la posta in gioco è una poltrona e la conservazione del potere personale?
un tempo la chiamavano sinistra, ora stento a riconoscerla

un paese e un’epoca che non rispettano il lavoro dei bravi architetti
(nemmeno li riconoscono – preferiscono in genere affidarsi a qualche vago professionista privo di talento)
amano l’opera pacchiana e vistosa, la modernità vetusta e ridicolmente esibita
amano il paesaggio patetico ma non ne sono consapevoli
pensano di coprirsi di gloria e invece ci ricoprono di merda

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diario / i laboratori accesi risaltavano nel buio, come astronavi abbandonate

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il flop della maddalena / oltre che brutti, anche inutili

quasi un anno fa, la bbc già parlava della situazione a rosarno

Se Cicerone ancora vivesse con voi, non direbbe: “Fino a quando, Catilina, abuserai della nostra pazienza?” e aggiungerebbe “Fino a quando, Berlusconi, attenterai contro la nostra democrazia?”. Si tratta di questo. Con la sua idea particolare sulla ragione d’essere ed il significato della istituzione democratica, Berlusconi ha trasformato in pochi anni l’Italia nell’ombra grottesca di un Paese ed una grand parte di italiani in una moltitudine di burattini che lo seguono senza rendersi conto di camminare verso l’abisso della dimissione civica definitiva, verso il discredito internazionale, fino al ridicolo assoluto.

Con la sua storia, la sua cultura, con la sua innegabile grandezza, l’Italia non merita il destino che Berlusconi ha tracciato con cinica freddezza e senza la minima traccia di decenza politica, senza il più elementare senso di vergogna di se stesso. Mi piace pensare che la gigantesca manifestazione di oggi contro la “cosa” Berlusconi, dove verranno lette queste parole, si trasformerà nel primo passo verso la libertà e la rigenerazione dell’Italia. Per fare questo non sono necessarie armi, bastano i voti. In voi ripongo la mia fiducia.

JOSE’ SARAMAGO

yesterday rome was sunny and crowded of many different flags and the demonstration has been a success / of course public autorities reported the presence of 90.000 people while actually they have been over 500.000
people joined in several other cities of europe and of other continents too
… first no-b day moved  in australia :)
no incident or damage has been reported – human beings can also be civil
national tv bordered direct transmission of the event on a digital network trying to reduce audience

sofamenthol:
I dont like so much your premier too but you are right when slightly say that here we have a monarchy pending…
actually we are trying to save our voices to be still able to express our opinions
thank you for passing and commenting :)

chiara:
grazie per il commento e grazie soprattutto per aver participato
in bocca al lupo a tutti, si :)

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nathalie:
thank you for kindly commenting about my status _ of course this is a personal mood
each other one must be free to do and write and photograph what they like
I only think that world would be better without this pervasive aesthetical qualunquismo

luciana:
ti ringrazio per le parole di incoraggiamento
fai bene a selezionare e diversificare le letture in rete – sarebbe infatti sbagliato irrigidirsi e diventare manichei
io stessa sono giunta alle mie recenti considerazioni attraverso l’attenta analisi di quanto vedo
l’importante è non lasciarsi condizionare e far si che la piacevolezza non sommerga la verità

no, non è una questione di scrittura, perchè scrivo ogni giorno anche se non pubblico qui le mie note ma su un blog privato
è proprio l’aver notato come internet sia pervaso dal business e da interessi formali e gerarchie, e notare il mio stesso recente impoverimento in tal senso, che ha scatenato la dichiarazione di alcuni giorni fa
grazie ancora – un saluto