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RIFLESSIONE A
glass scrive musica che piace soprattutto alle donne, piuttosto leziosa e accondiscendente
ascolto glassheart di maria bachmann – ideale per quel genere di signora che si ritiene musicalmente preparata e sensibile, con gusti che in realtà si orientano verso la retorica e il dilettantismo tipici per esempio di certe mostre finto artistiche di provincia – per me è un disco da anticamera o da spa (che trova il suo meglio nell’esecuzione di schubert)
questa attitudine quasi materna nell’accondiscendere esteticamente senza approfondire propria di tante donne è demoralizzante, per quanto sia consapevole che il gusto comune si attesti su livelli esasperanti di mediocrità indipendentemente dal genere
come scrivevo su fb, scarpe e scelte musicali sono discreti indicatori di fragilità estetica (a volte basta un dettaglio a raccontarci una data realtà – mi tornano in mente un passaggio di fernanda pivano in cui descrive le povere scarpe di plastica da emporio operaio di jack kerouac e di conseguenza il racconto dai vagabondi del dahrma in cui lo scrittore scala una montagna in compagnia della sua guida spirituale indossando fragili calzature di tela inadeguate all’impresa)