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passaggio attraverso architetture immaginarie
– strutture formate con parole senza tempo
– spazi dell’astrazione privati del sonoro
– assemblaggi del disordine che proseguono in totale autonomia

dire addio – lasciando le porte socchiuse, più per blanda pigrizia che per ottimismo / mentre gli errori diventano tatuaggi e non si lavano, inutile sfregare

le stanze possiedono storie che lei non è più in grado di vedere o di sentire / ma le storie ci sono (incistate, sottocutanee) – costante tramestìo di polvere e insetti / avventure inenarrabili precluse agli animi ipovedenti

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busta foto
vassalli massacro 80
paolo-ventura-ic1
mamibalaustrapisino
camilla engman

  1. foto
  2. sebastiano vassalli (R.I.P)
  3. paolo ventura (infinite city)
  4. foto
  5. camilla engman
  • st: luciano berio

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03.13
mentre l’inverno si spoglia degli ultimi frammenti di gelo
persino le virgole sono per lei causa di turbamento
i dubbi che rendevano fragile l’espressione
adesso quasi la annientano, come armi

dubbi microscopici e frivoli:
————–il colore di un polsino, la forma di una scodella
————–la citazione svogliata di un’ora o di un ritratto
la vaghezza delle cose genera il panico
di non saper dire e dare – di decorare in circolo
ciò che è già stato a lungo decorato
detto – e dato

la luce rimane estranea
non s’intrufola più come un tempo tra i versi matti e quelli disperati
i cerchi brillanti di allora sono sommersi da polvere e paura
l’invecchiare dei pensieri rende opaco anche il vetro (altro…)

non ti impressionano più questi silenzi ostinati – sei piuttosto allenata
riesci a non muovere la mascella verso la parola per ore intere
il significato del bisogno ora si collega a cose e persone in modo diverso da prima
e l’immobilità fa sembrare tutto più in ordine, la situazione sotto controllo

[ perdita del confine già labile tra illusione e certezza ]

le briciole si ri-formano velocemente – pare diventata la tua preoccupazione recente:
continuare a spazzare granelli dalle superfici, ossessionata dall’inutile
mettere i ritagli di carta insieme ad altri ritagli
coltivare forme minime di affinità e immaginare cortei di ritagli, di briciole, di bucce

osservi in silenzio il linguaggio delle cose, la loro misteriosa multipla disciplina
altre società – altre storie
costruzione minima di romanzi personali
scritti sulla superficie indecisa degli oggetti

chi garantisce che l’immobile sia certo?
[ perdita del confine già labile tra illusione e certezza ]





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lascia le briciole alle loro capriole – si mette a cucinare

nella sera incipiente la casa esiste solo dentro i coni rassicuranti e caldi delle lampade accese

1
ma è vero? e che sarà di noi?
e tu perché, perché tu?
e perché e che fanno i grandi oggetti
e tutte le cose-cause
e il radiante e il radioso?
az

2
la citazione non è un diritto d’autore, ma semplicemente elaborazione di un pensiero forte e pregnante che ci sta portando altrove.
saper citare significa saper crescere.
http://wilfingarchitettura.blogspot.com/2008/06/0017-speculazione-andrea-zanzotto-non.html

3
nel dialetto veneto si dice che la differenza tra un ingegnere ed un architetto sia la seguente “l’ingegnere dice scaca boton pinza la luce” tradotto “pigia il bottone e si deve accendere la luce” l’architetto dice “xe beo ? xe bruto ? parlemoghene” “è bello ? è brutto ? parliamone”.  forse il cittadino non ha più voglia di vedere gli incantatori di serpenti ma vuole vedere la luce accendersi.
http://www.radio3.rai.it/dl/radio3/programmi/archivio/ContentSet-f03207e4-0b67-42c0-b603-2d9e40ac5280.html

4
dalla radio mi arriva questa frase:
“trovo imbarazzante il qualunquismo dialettico”
concordo, pensando a una delle autentiche piaghe del nostro presente

 

alcuni impegni per le prossime settimane
il futuro va costruito ma non sono molto brava in questo gioco
annullare una vacanza per potersi comperare una nuova macchina digitale
scacchiera di memorandum – memorandum a scacchiera
adesso mi posso alzare con calma, quando il sole invade il perimetro del letto…

giugno è quasi finito / niente più scuola (= nostalgia dei campi)

066-06-2010
(altro…)

Se veniste da queste parti
Prendendo qualsiasi strada, partendo da qualunque posto,
In qualunque ora e in qualunque stagione,
Sarebbe sempre lo stesso: vi toccherebbe spogliarvi
Dei sensi e della ragione. Non siete qui per verificare,
Per istruirvi o soddisfare una curiosita’
O per fare un rapporto. Siete qui per inginocchiarvi
Dove la preghiera è stata valida. E la preghiera è più
che un’ordine di parole, l’occupazione cosciente
Della mente che prega, o il suono della voce che prega.
E quello per cui i morti non trovavano parole, da vivi

T S ELIOT – #4 – little gidding

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  1. burnt norton
  2. east cocker
  3. dry salvages
  4. little gidding


004
006
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no –  nessun disegno

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vivo perlopiù senza prendere coscienza della complessità, della sospensione
quello che pare compiuto è in realtà un discorso mozzo ….

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  1. homo fugit velut umbra – stefano landi  (l’arpeggiata – cristina pluhar)
  2. primavera?
  3. wittgenstein
  4. 2002
  5. questa mattina
  6. derrida
  7. brunelleschi?

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