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novembre finito lascia alle spalle una certa quantità di fotografie che lei non si sente di ammucchiare sul blog essendo state scattate nel corso di varie settimane / le fotografie (anche questo già scritto le pare di ricordare) sono prese velocemente con il cellulare
sgusciano all’indietro e non si impongono sul presente che pare piuttosto rappresentato da un continuo svuotarsi di una pentola che ha il buco sul fondo
forse si tratta di un lavandino e attraverso un tubo quelle foto finiscono da qualche altra parte – stamattina pensa che potrebbero trasformarsi in piccole cartoline così piccole che quasi le conterrebbe una scatola di fiammiferi
ci sono stati due compleanni
in particolare quello della madre ormai di molte lune fragile e traslucida avvolta in una nuvola di zucchero a velo scappata dalla gobba di una grande torta (altro…)
le ore corrono, le energie sono scarse
nelle frattaglie del tempo già scarso lavora al calendario 2014 e da oggi anche a qualche cartolina per natale – è domenica, prova pure a pulire casa quel tanto che non la presenti al suo cinquantesimo sommersa nella zozzura! poi prepara qualche compito per la scuola: esercizi di comprensione del testo, di inglese, di tedesco, e una mappa del mondo da ritagliare e colorare
le sembra tutto molto difficile
fuori schiarisce e le finestre spalancate della camera fanno entrare un’aria quasi tiepida, se ne accorge appena, mentre sistema gli scatoloni sugli armadi
muore un poeta che ha a lungo sofferto
un’altra buona ragione per tacere – ed ascoltare
Signore, non sono qui
per fare la ruota come un pavone
ma neanche per battermi il petto
domandando perdono.
Io sono solo un bambino
che piange e arranca e fatica.
Io muoio su una croce diversa
mordendo i chiodi
e spingendo i piedi
verso il basso a sentire
l’erba che cresce.