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Un visitatore vestito di marna –
che influenza i fiori –
finchè sono ordinati come busti –
ed eleganti – come vetro –
che visita di notte –
e giusto prima del sole –
conclude lo sfavillante colloquio –
fa una carezza – e va –
ma chi le sue dita toccano –
e dove i suoi piedi passano –
e qualunque bocca baci –
è come non fosse stata –
E D
le giornate
composte di tante questioni
così diverse tra loro
a volte sembrano un mosaico impazzito
g. 1938-2011
quando moltissimi su facebook piangevano sonoramente la morte di amy winehouse mi sono pronunciata con perplesso distacco nei confronti di quel piagnisteo generale ricevendo in risposta una serie di frecciate e rimproveri, tra cui appunto quello di atteggiarmi a un’anticonvenzionalità di facciata solo per distinguermi dal flusso di anime in finto cordoglio che intasava i social network
dopo qualche giorno ho trovato questi pochi versi di emily dickinson che mi sono venuti in soccorso / spiegano (assai meglio di quanto mai avrei saputo fare personalmente) l’origine e le ragioni di quel distacco da una morte sentimentalmente ed esteticamente non condivisa
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