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è ancora inverno però le giornate si fanno progressivamente più lunghe e luminose – ma l’appartamento, indifferente al transitare delle stagioni, conserva un’aura gelida, come un brivido sotterraneo

un coacervo di tracce
le permanenze materiali sfottono il disintegrarsi recente delle relazioni umane

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per dar sfogo all’irrequietezza sto facendo ordine tra i libri
il risultato (spero transitorio) è un maggior senso di disorientamento e confusione – gli scaffali mi sono improvvisamente estranei,  il che provoca un panico lieve che cerco di evitare rivolgendo le spalle alla libreria e provando a concentrarmi sul monitor …

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poi ascolto musica – varie ore ogni giorno
unica azione che (forse) mi distoglie dall’accidia

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kafka nel blog

cerco da giorni un frammento sul colore che accompagni alcune foto ma non sono riuscita a trovare qualcosa che corrisponda alle mie sensazioni – vorrei parlare del colore domestico, attivato dalla luce del sole che fa brillare le superfici policrome e rende intensi gli oggetti variopinti: due contenitori ermetici in pasta di vetro coperti di pois, un vecchio festone di carta, le maniglie dei cassetti, alcuni lavori prodotti negli anni passati
tutto questo ricorda un luna park, un parco-giochi in miniatura nascosto tra gli arredi che fa capolino nei giorni di sole

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parole / david bachelor



mi piace riposare dopo aver riordinato
mi piace concedermi un sorso di qualcosa, ascoltare della musica o semplicemente sedermi sul divano e guardare la stanza come da un balcone

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oggi ha compiuto 85 anni


she stands alone / la casa perde nitidezza mentre il corpo si allarga – come una macchia

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nelle ultime settimane –
ho conversato
ho cucinato
ho ascoltato musica nuova
ho letto vecchi diari

ho fotografato poco
ho dormito poco
ho mangiato poco

non ho scritto
non ho disegnato

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ho fatto ordine sulla scrivania e pulito casa

ho lasciato fuori l’inverno e acceso le candele
ho anche comperato un paio di cuffiette nuove per il lettore

sto leggendo lo stadio di wimbledon di daniele del giudice