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[ 18.03.2011 – 0902 ]. Audio clip: é necessario Adobe Flash Player (versione 9 o superiore) per riprodurre questa traccia audio. Scarica qui l’ultima versione. Devi inoltre avere attivato il JavaScript nel tuo browser. Audio clip: é necessario Adobe Flash Player (versione 9 o superiore) per riprodurre questa traccia audio. Scarica qui l’ultima versione. Devi inoltre avere attivato il JavaScript nel tuo browser. quale asciuttezza di parole, la luce è quella dopo la pioggia e le nuvole fioccano sulle montagne, disordinate e abbondanti, ancora incerte se sciogliersi al sole satura degli altri ho cominciato a chiudermi in un bozzolo di egoismo e guardo alle cose con penoso distacco – evito gli ascensori e i luoghi della sosta – disegno e cammino magramente il mio ricambio quassù è meramente musicale, ma ho già nostalgia delle prose brevi, e del suo incedere sottile di mantide / non si dimentica niente a dire il vero, solo si mette da parte (come i vestiti e le coperte ai cambi di stagione), o si lascia che la polvere faccia il suo lavoro – con secolare pazienza la risposta alla mia inquietudine è in quelle pance insipienti o sui loro volti rugosi e s.perduti nel perimetro di un televisore acceso, agganciato in alto, proprio dirimpetto ai letti appaiati ma sono ben consapevole che per ogni cosa esiste un’ultima volta in cui quella stessa cosa si rivela ed esiste – ogni parola pronunciata ha un ultimo suono, e da qualche parte si consolida un elenco di ultimità già date che non sono in grado di scongiurare o contraddicere, perché inevitabilmente ne ignoro il contenuto .
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[ senza il tempo necessario a sedersi e scrivere ]
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alla fine sul ponte ci sono andata
e ne è valsa la pena
via carnia.la
dovrei scrivere qualcosa in merito a quelle sedie sfondate, perchè ricordo quando arrivarono nel cortile del bar, con i loro colori moderni, a sostituire le vecchie sedute pieghevoli di legno dipinte di verde scuro le varie stagioni della memoria come scatole cinesi che si inghiottono una dopo l’altra, e certe cose che invece non cambiano: i manifesti si attaccano ancora con colla e spazzolone . |
forse una questione di pieni sospesi, vacillanti nella luce
oppure il silenzio del cimitero appollaiato sopra l’ampio bacino brulicante della valle
l’isolamento inerme di ciascuna foglia caduta e aderente all’indifferenza della sua pietra
(il tutto di questo stare nella luce assume la forma di uno svuotamento)
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