è una città con tantissime finestre
durante la seconda metà del ventesimo secolo il socialismo disseminò lo spazio urbano di edifici duraturi ed elegantemente brutali / la contiguità di questi grandi palazzi moderni con le preesistenze più antiche dà luogo a un’alternanza particolare e interessante, che smorza il decorativismo ed elude l’effetto bomboniera, evitando che l’estetica urbana si dissolva in un presente scontato e commerciale /
dopo le otto di sera, fuori dal perimetro turistico ancora brulicante di persone, le strade sono deserte e poco illuminate / i grandi palazzi moderni della fascia di cintura alla luce arancione dei lampioni rievocano le atmosfere di un altro tempo; risaltano spettrali le scritte dei writers che ovunque tappezzano portoni sigillati ed edifici abbandonati / dunque, oltre il margine commerciale, così come vista dall’alto, la città si fa leggere nella sua complessità, si racconta, toglie il velo da quel passato che, mentre passeggi per le strade del centro, molti sembrano aver dimenticato o nascosto in cantina / i luoghi della cultura fagocitano e rigenerano gli spazi militari, rivitalizzandoli
(forse continua)
tre giorni non sono sufficienti per visitare la città:
rimangono sospese domande, fotografie non scattate, aspetti trascurati durante le conversazioni e particolari fuori fuoco nella sua labile memoria
ottima scusa per tornare
tolmezzo – festa della mela
come di pietre messe in ordine con cura
in bilico sul margine del mare
la sua visione del giorno
gioca con la instabile barriera
a metà strada
tra svago e pensamento
e nel voltare il viso verso il tramonto
osserva un vuoto incolmabile
fermo sulla spiaggia
e con dolcezza muta si intristisce e resta
l’estate non dura per sempre
non può sapere cosa sia una vacanza condivisa
che evada il margine remoto e complicato
della dimensione famigliare
- possedimenti -
si rifugia / sola e solitaria / nel vivere frugale
costellato di lussi poco appariscenti
la luce è un lusso
la memoria è un lusso
nuotare nel mare è un lusso
- affezioni -
quando nuota / deserta nel deserto / le orecchie piene d’acqua
non sente più la voce stonata degli assenti
il vuoto che ha lasciato altrove illumina
le insospettabili presenze
si affeziona alle pietre
si affeziona ai ricordi
scrive un dizionario dei sapori semplici
- intervalli -
dorme
i muscoli sono stanchi
luna gigante sopra il tetto
sgocciola piccole piogge
+
il ritorno è una frustata verso il nulla
che si spoglia di tutto
che di tutto perde traccia e si scolora
chiude l’uscio
cadono le prime grosse gocce di piova – non c’è luna
la polvere comincia a profumare
è – già – settembre
.
Audio clip: é necessario Adobe Flash Player (versione 9 o superiore) per riprodurre questa traccia audio. Scarica qui l’ultima versione. Devi inoltre avere attivato il JavaScript nel tuo browser.
I
le persone durante il periodo estivo si dileguano come spettri, intente in amenità vacanziere di vario spessore / restano insensate ombre sul muro, aloni sui calendari / anche questo è l’altrove – mancata condivisione della stagione più bella
non chiedetemi, al ritorno – non chiedete niente
.
II
fine agosto
sono ricomparsi i grilli a fare della notte una notte d’estate
Audio clip: é necessario Adobe Flash Player (versione 9 o superiore) per riprodurre questa traccia audio. Scarica qui l’ultima versione. Devi inoltre avere attivato il JavaScript nel tuo browser.
.
III
Certe volte, a volte, mi s’impiglia addosso
l’orlo del vicino, la fame della sua
tasca scucita, la mossa sbieca che fa sul
marciapiede, per vendermi fiori, un teatrino
di braccialetti sui cartoni. Mi s’impiglia
addosso il nome che invento dei suoi…
occhi bruni, d’una madre che gli affolla
i capelli, d’un padre che abbevera cammelli.
E mi respiro lo stagionato dolore. Il
torbido d’un pane mal diviso. Dell’acqua
che spreco per assolvermi il viso.
***
DORINDA DI PROSSIMO
.
- harry wilson watrous (1857-1940) – twilight
- renè magritte – les grandes espérances
- the moon in taiwan – boris bendikov
- in front of le banquet by rene magritte – shaun curry