working at new christmas cards soon in the shop
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ho compiuto una drastica selezione e domani finalmente proverò a stampare alcuni lavori (50 copie ciascuno) su carta hahnemühle, specifica per grafica digitale e belle arti / le stampe saranno acquistabili su uno spazio etsy di prossima apertura, insieme ad alcuni pezzi unici ed altro materiale (cartoline ed altre stampe su carta meno pregiata) ecco la mia selezione, per cominciare piuttosto ristretta (non mi faccio grandi illusioni) / si accettano eventuali consigli su disegni che vi piacerebbe trovare nel negozio: su flickr è possibile visionare tutti i lavori disponibili per la stampa a partire dal 2007 in poi -+- I finally choose some works to be printed on fine art paper I made a very strict selection, but you can browse my flickr account and tell me if there is something you would like to find in the shop
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1 in questi giorni ascolto poca musica la tensione mi riduce al silenzio così niente scalette provo piuttosto ad organizzarmi l’ennesimo portfolio riscrivo il curriculum, spedisco mail a destra e sinistra routine della disoccupazione 2 3 4 5 |
così ho pensato il mio contributo al progetto inedite: un contributo politico sin dall’inizio l’idea di collaborare a una rivista con un progetto editoriale tradizionale mi interessava poco, e tra le varie cose mi era uscita l’idea di fare dei workshop, di mettere in piedi progetti al posto di realizzare articoli luca ha detto: facciamo una rivista dove ogni numero è frutto di un workshop – perfetto non amo la fretta, mi piace che le cose prendano corpo con la giusta lentezza mi piace l’idea che i ruoli sociali si tocchino, si confrontino, si annusino sulla base di esperienze passate (da linch a max frisch) l’intervista e il questionario sono secondo me l’ipotesi più plausibile di strumento di lavoro, la più economica e comprensibile, per avviare il processo di definizione di un possibile progetto, dato che al momento nessuno ha ancora le idee chiare in merito al fatto che questi laboratori dovrebbero essere destinati a qualcuno e trovare quindi una loro condizione di necessità, di determinazione culturale ma soprattutto sociale data l’attuale indeterminatezza del progetto, la mia proposta è quella di realizzare un numero zero in cui vengono poste una serie di domande a diversi attori privilegiati in merito alla sua possibile strutturazione: editori, professionisti, persone che hanno svolto attività di coordinamento, rappresentanti di gruppi sociali, ma anche esponenti della cultura e del lavoro (penso a renzo piano ed alle sue ormai lontane esperienze di progettazione partecipata, penso a franco la cecla, a don gallo ed altri che hanno destinato i loro sforzi a progetti collettivi ed allo studio delle forme comunitarie, senza ottenere altrettanta risonanza e fama) insomma, non è facile far decollare un’idea, trovarle una forma, uno scopo, un senso [continua ?] |