è un regalo che si può leggere
si guarda volentieri per la cura estetica che lo contraddistingue
colpisce l’occhio con i suoi colori vivi
è un suono – di pietre di spazio e di tempo

la qualità che a volte emana dalle cose produce in me uno stupore inscalfibile

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giancarlo toniutti with siegmar fricke ‎ *KO/USK-

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I
dolcemente – tutta questa stanchezza
le palpebre pesanti la pelle salata e una voglia di frutta
e di luce dove ritagliare un mondo di stanze in penombra

tendo le mani brune
e dentro un frutto – o un insetto insonnolito

la camicia è così leggera che puoi disegnarmi tutta in controluce
il vento l’attraversa come l’acqua una garza

II
il viaggio fu circondato da temporali
una illuminazione violenta sopravviveva, solare, per la logica del contrasto

gonfia come quei campi saturi irrigati di luce riflessa
il verde umido e fresco riempiva gli occhi,
e il petto le si splamava tutto intorno per un transfert di fertilità è bellezza

 

era l’estate – stava per finire

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prima che l’estate finisca

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a volte capita di collezionare libri inutili
si acquistano e tra le pagine non si trova abbastanza da rimanere soddisfatti
anzi, si inciampa in approssimazioni piuttosto grossolane

certe musiche invece non deludono

ps / ho trovato una papera nella tazza del tè

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ottima l’organizzazione così come la scelta dei concerti
fantastiche (ma davvero!) le persone
all’altezza di ogni possibile aspettativa la musica (almeno quella che ho avuto modo di ascoltare) … ed anche se nel parco sarebbe stato più pittoresco (concerti spostati per maltempo incombente), l’auditorium della scuola media possiede un’ottima acustica

sabato 29 luglio
I
aghe clope (pacorig – pascolo – giust – gulli)
II
parker – mcphee – corsano

organizzato da hybrida








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una storia tra tante – forse vera, forse no

è un dato di fatto che siano poche (rispetto agli uomini) le donne che capiscono di jazz – e in genere, se le trovi ai concerti, è perché accompagnano non sempre di buon grado mariti o fidanzati
e se una donna si siede da sola in prima fila a un concerto di free le ragioni possono essere sostanzialmente due: ama il jazz oppure è la fidanzata di qualcuno sul palco

lei aveva la sottile -e forse impercettibile per i più ingenui- sicumera di chi accompagna in posizione privilegiata uno dei protagonisti della situazione
alta magra e piuttosto bella, con una fotografica compatta in mano e grosse collane, alla fine del primo concerto ha cambiato posizione defilandosi, perché probabilmente di fotografare parker o mcphee non le importava granchè

a chiusura di serata l’ho vista attraversare il corridoio a fianco del batterista (bravo e piuttosto fascinoso anche lui) – statuaria e indifferente, bella e torbidamente senza luce

viva il jazz


il concerto si è tenuto nell’auditorium della scuola media per via del maltempo /
la stessa scuola nella quale fui chiamata parecchi anni indietro per la mia prima supplenza / non la ricordo come un’esperienza positiva – anzi, per una serie di ragioni interne ed esterne alla vita didattica, si trattò di un periodo faticoso e psicologicamente debilitante

tornare è stato strano, ad ogni passaggio dello sguardo era come sollevare dei teli e ricordare, quasi fossero trascorsi solo pochi giorni / l’edificio era stato donato al comune dagli americani dopo il terremoto e così e rimasto, andando a sbiadire le sue lamiere / nel cavedio centrale adesso cresce l’erbaccia e c’è un’aria di abbandono che non dipende propriamente dalla chiusura estiva /

aspettando che arrivassero i musicisti ho approfittato dei vetri sporchi e opachi per scattare alcune immagini, all’ora in cui la luce si disperde velocemente, subito prima che faccia completamente buio

il concerto, bellissimo – ha riscattato in poche ore i mesi infelici vissuti là dentro e mi son sentita più libera – dai muri e dalle persone
sono più forte – ho pensato – e mi sono rivolta completamente alla musica

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