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19 novembre 2014

PRESENTAZIONE
Ore 18.30, Libreria Modo Infoshop, Bologna
con Elettra Stamboulis e Gianluca Costantini
interviene Fabiola Naldi
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nel numero V anche una serie di tavole (collezioni instabili) che ho realizzato quest’estate per G.I.U.D.A

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In altre parole lo stato può pretendere ubbidienza e rispetto delle leggi solo se si mostra in grado di garantire l’incolumità dei suoi membri. E, in primo luogo, l’integrità fisica e l’inviolabilità del corpo. Ancor più quando quel corpo si trova in stato di reclusione e privato della libertà. link

non so descrivere chiaramente il mio stato d’animo per ciò che è accaduto e continua ad accadere in italia durante gli ultimi anni, ma mi sento di paragonarlo ad una serie di frane / se qualcosa di tremendo e deludente lacera l’idea che questo sia un paese civile provo a ricucire la ferita, provo a dirmi che mi sto sbagliando, che lo Stato possiede ancora l’autorità e la forza, che rappresenta tuttora una guida e un esempio per i suoi cittadini / ma ogni volta ogni volta ancora ogni volta mi trovo a sbattere contro una realtà che contraddice la fiducia e le speranze, che sono le mie e quelle di tanti tantissimi italiani (persone normali – individui – cittadini onesti) che si sforzano di pensare e di capire e che provano a mettere insieme i cocci di qualcosa che non ha più nemmeno una forma e che non ha radici ferme su cui far leva /

penso con dolore al dito medio alzato dagli imputati al processo di primo grado per la morte di stefano cucchi, segno premonitore dell’atroce sentenza di pochi giorni fa che vede tutti assolti i responsabili, penso alla caserma bolzaneto e alla scuola diaz, ad altri responsabili usciti indenni e praticamente immacolati dall’ennesimo processo dall’esito inappropriato e blando, penso a schettino che sale in cattedra all’università per raccontare agli astanti chissà quale retorica ipocrita menzogna / e mi sembra di riconoscere affinità che mai avrei pensato possibili con scenari remoti, con regimi inqualificabili, mi sembra di intravvedere gli stessi oscuri tumori che in passato hanno devastato paesi e risorse in nome di un potere malato / continuo a tacere provando a ridimensionare sistematicamente i fatti (impresa titanica), tento di mettere insieme rocambolesche giustificazioni o scusanti che mai stanno in piedi, ma sempre più spesso finisco per domandarmi com’è che stiamo ancora tutti al nostro posto, come mai permettiamo a un manipolo farsesco e ipocrita che nessuno ha realmente eletto di tenere le fila di un paese sfoderando tutta la sua indifferenza mentre intorno succedono cose talmente terribili? / mi pare talmente assurdo che tutto proceda come sempre e che certe questioni vengano sistematicamente affossate e dimenticate nel giro di giorni, come se non fosse accaduto nulla di tragicamente sbagliato, nulla di deprecabile / eppure certe cose non dovrebbero succedere in un paese civile, non ci sarebbe bisogno di arrivare al processo, le istituzioni dovrebbero essere vive e presenti in modo da prevenire simili abusi ed orrori / invece, non solo non si prevengono, ma nella gran parte questi crimini di stato rimangono impuniti! che a scriverlo nero su bianco fa ancora più impressione

il nostro è un paese che non conserva più le proprie cicatrici, e che di questa rapida e omertosa rigenerazione del tessuto pubblico ha fatto lo stumento principale di maquillage per produrre un risanamento di superficie lesto e indolore / parrebbe che l’abilità principale sia quella di levigare la storia di tutte le sue rughe recenti (ed anche di altre più antiche), delle ombre e delle ferite, restituendo l’immagine di un luogo neutro e ineffabile, insignificante, artificiale; un luogo in cui è decaduto il dialogo col centro del potere (contrariamente a quanto vogliono far pensare certi usi demagogici dei mezzi di comunicazione) e in cui molti probabilmente si sono abituati a rapportarsi con gli eventi della cronaca allo stesso modo in cui si rapportano a un evento televisivo / ed in effetti, da tantissimi cittadini viene evaso qualsiasi atto critico fondato nei confronti della realtà, di cui peraltro sono proposti e valorizzati gli aspetti sensazionali per il tempo necessario alla fioritura mediatica / ecco perchè mi sembra che questo sia ormai un paese privo di forma, plastificato, plasmato, retoricizzato, rappezzato esternamente lasciando che sotto la superficie tutto si sgretoli nella più totale indifferenza, generando un grande vuoto / non si tratta di scegliere uno stendardo, un partito, una faccia, ma di ricostituire l’identità e la presenza dello Stato, questione che va ben oltre lo schema partitico e gli stemmi / la spersonalizzazione parte proprio dalle stesse istituzioni, prime responsabili di tale processo di occultamento della storia, che si smaterializzano di fronte alla realtà dei fatti lasciando i cittadini in balìa degli eventi, privi di riferimenti e a quanto pare privi di qualsiasi tutela /
questo mentre il presidente del consiglio organizza meeting leopoldiani e pasteggia da eataly con le sue truppe / agghiaccianti contrasti tra chi è al potere e chi muore a causa del potere

Mary Halvorson: guitar
Jonathan Finlayson: trumpet
Jon Irabagon: tenor & soprano saxophones
John Hébert: bass
Ches Smith: drums, percussion

 

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Jack Bruce

RIP René Burri   †   1933-2014

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sdraiata sul molo audace con gli occhi chiusi il 18 ottobre aveva pensato
“questa estate è davvero meravigliosa”

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