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anni fa proposi agli organizzatori di un festival locale di arte contemporanea un piccolo progetto / si trattava di raccogliere in una scatola alcuni capelli dei visitatori (consenzienti) e piccoli frammenti prelevati dal loro vestiario (fili, bottoni, etichette, passanti, lacci di scarpa) annotando per ciascuno su un quaderno il nome di battesimo e l’anno di nascita / avrei ricamato in diretta un lenzuolo bianco utilizzando i fili e capelli raccolti, realizzando un panno della memoria legato a quell’evento specifico / niente di trascendentale – niente a che fare necessariamente o solo con la bellezza – piuttosto con il passaggio, la presenza e la permanenza / il progetto fu rifiutato / ma mi è tornato in mente un paio di giorni fa leggendo su alias l’articolo dedicato al nuovo progetto di boltanski per monumenta personnes / monumenta 2010 a proposito di heartbeat /
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ne scrivono da varie parti, con rammarico e dispiacere c’è bisogno di questo? oppure il genio consiste nell’operare una rivoluzione che conduca ad altri livelli di conoscenza e soprattutto di consapevolezza? questa visione individuale così ben interpretata da mcqueen non ha caso si conclude con una morte altrettanto individuale, che nulla spartisce con il mondo e che nulla di sostanziale cambia del mondo e delle sue verità urgenti allora lo dico, qui adesso oggi – la parola lusso mi disgusta |
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09.02.2010
1-5 kerouac
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articolo riveduto e corretto il 05.03.2010 / + 28.11.2010
da ragazza trascorrevo lunghi pomeriggi fantasticando su collezioni immaginarie
- aby warburg – mnemosyne
- jean baudrillard – il sistema degli oggetti
- camilla engman – organized collection
- maurice blanchot – lo spazio letterario
- ultramarine collection – tecnica mista su carta – 2006
- mario perniola – il sex appeal dell’inorganico
- walter benjamin – i passages di parigi
(07 02 2010)
la casa possiede alcune stanze vuote
non so nemmeno dire se abbiano finestre
la casa è tuttora un luogo misterioso
un ambito della conoscenza imperfetta
dell’arbitrio azzardato di chi va a tentoni
mi chiedo spesso – se sia così per tutti
oppure qualcuno non accede mai al privilegio penoso del dubbio
e trascorre la vita raccogliendo pomodori di contrabbando
senza abbandonarsi all’incognita – senza concederle terreno
( tempo spensierato dalla fatica coatta )
il dubbio persistente è un accessorio borghese
tipico di questa borghesia dall’apparenza intenta
incline alla depressione – sostanzialmente inutile
là dove ha inizio il terrorismo l’immagine si fa indistinta
suggerisce la possibilità della comprensione a spingersi oltre
non più modulazione strategica del colore bensì della sfocatura
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ph 2/ dall’atlante di gerard richter
ph 3/ cit. gerard richter
- benjamin
- mendieta
- rilke
- ulay + abramović
attraverso il catalogo della mostra di antonello da messina tenutasi a roma nel 2006 ho scoperto un quadro di barthélemy d’eyck, pittore francese del ‘400 con evidenti influenze fiamminghe, che dipingeva figure femminili dalle mani particolarmente grandi, avvolte in lussuosi broccati e spesso circondate da colonnati tardo gotici mi ha colpito questo ritratto di maddalena inginocchiata in cui sorprende la tessitura dello sfondo che si mescola in un gioco di trasparenze con il rosso dei tetti del paesaggio qualcosa – visto oggi – di incredibilmente attuale il quadro va a formare un trittico personale insieme a fouquet e bellini
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