Category Archives: scalette

quasi due settimane di ascolti questa volta
rientra l’elettronica d’annata insieme a qualche parentesi rock 

e uno spazio speciale ha meritato la piccola retrospettiva dedicata a eric clapton & Co.  sotto forma di cream e blind faith
… gruppi del genere non se ne ascoltano più da un pezzo
provare per credere

nel frattempo ho di nuovo la tosse
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andrew bird / weather system – 2007 (noiosetto)
ash ra tempel / the private tapes (vol.1) – 1996
blind faith / blind faith – 1969 ♥♥♥ (1)
cream / disraeli gears – 1967
cream / fresh cream – 1966
cream / wheels of fire – 1968
devendra banhart / rejoicing in the hands – 2004
heliocentrics + m.astatke / inspiration.information 3 – 2009
jimi tenor + tony allen / inspiration.information 4 – 2009 (2)
joe harriott project (ken vandermark) / straight lines – 1999
karen dalton / in my own time – 1971 ♥ (3)
marc bauder / day in picture – 2010
nostalgia 77 octet / borderlands – 2006
robyn hitchcock / eye – 1990
sebastien tellier / politics – 2004
sun ra / angels and demons at play – 1963
sun ra / strange strings – 1966.2008 ★★★
triage / american mythology – 2005 ★★★
triage / twenty minute cliff – 2003
vandermark 5 / acoustic machine – 2001
vandermark 5 / elements of style, exercises in surprise – 2004
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canzoni che si vogliono bene 4 

emerse dalle nicchie accoglienti ma non compiacenti del rock d’oltre manica d’annata, queste due canzoni si fanno decisamente l’occhietto, pur senza mai combaciare veramente / accomunate da un incipit quasi gemello che poi decolla in maniera disgiunta e da una propensione alla monotonia melodica che ne demistifica il romanticismo, le dividono quasi vent’anni di storia della musica / eppure ritengo che vi sia una sincera affinità, e persino la timbrica vocale dei due autori possiede qualcosa di comune, una temperatura leggermente stridula, acidula, che conferisce più verità alla dolcezza e più energia ai passaggi scanzonati  /

van morrison e robyn hitchcock:  due maestri  che hanno arricchito il pop di inconfondibili quanto personali sfumature, rendendo più sopportabile il passaggio dalla straordinaria creatività degli anni settanta a quel critico miscuglio postmoderno che sarebbe arrivato di lì a poco, alla fine degli ottanta, a contaminare forse definitivamente la musica, privandola come del resto altri campi della creatività, delle sue frange più epiche …

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1 /
jackie wilson said
(I’m in heaven when you smile)
van morrison

(2,54 min.)

da saint dominc preview del 1972 (warner bros), il brano più significativo e travolgente dell’intero disco, omaggio al cantante e musicista soul statunitense jackie wilson (lonely teardrops!), scoperto a cavallo degli anni cinquanta dal grande johnny otis / … qui si apprezza quanto della migliore tradizione soul e rythm&blues il grande van the bang abbia saputo infondere alla sua musica, pur senza rinunciare alle radici irlandesi ed alle ballate della  giovinezza

2 /
certainly clickot –
robyn hitchcock

(2,15 min.)

brano destrutturato e dall’incalzante quanto sbarazzina monotonia tratto da uno dei dischi più convincenti del cantautore londinese (eye.1990.twin tone records – chitarra e voce) / definirlo menestrello, con la chitarra acustica fissa al collo e le sue camicie fantasia, non è poi così inopportuno, anche se qualcuno troverebbe forse riduttiva tale definizione / significativo il contributo a un filone di cantautorato britannico di nicchia che ha saputo preservare alcune prerogative e influenze della musica inglese (altrimenti i primi anni ottanta avrebbero rischiato di mettere tutto questo in congelatore e persino affogarlo in un lezioso edonismo darkeggiante post punk!), lascia ampio spazio a citazioni e venature che rieccheggiano alla migliore tradizione del rock surrealista e psichedelico sia britannico (tanto syd barrett) che americano (soprattutto dylan e lennon)
amore musicale di johnatan demme che a lui ha dedicato video, documentari e una discreta profusione di camei cinematografici

 




bee mask / canzoni dal laboratorio del silenzio cosmico – 2011
elliott sharp’s terraplane / live in saalfelden (rec) – 26.08.2001
elliott sharp’s terraplane / music for YELLOWMAN – 2002 ♥
elliott sharp’s terraplane / terraplane – 1994
gonjasufi / a sufi and a killer – 2010
herman düne / switzerland heritage – 2002
horvitz previte sharp zorn / downtown lullaby – 1997
mike westbrook / love songs – 1970 ♥ (1)
mike westbrook / metropolis – 1971 ♥★★
mike westbrook orchestra + j. surman / citadel room 315 – 1970
sao paulo underground / sauna um dois tres– 2006 (2)
sao paulo underground / the principle of intrusive relationships – 2008
the detroit experiment / the detroit experiment – 2003

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i due brani che ho scelto questa volta presentano una struttura complessiva piuttosto differente tra loro – allo stesso tempo la timbrica e la particolare attitudine percussiva ne suggeriscono la plausibile prossimità estetica e il potenziale affiatamento

ripropongo quindi un lavoro del 1982 di elliott sharp (peraltro già inserito in un post qualche settimana fa), che qui duetta con una composizione molto recente eseguita dal mary halvorson quintet

1
elliott sharp – hm3 (4,03 min.)

un brano convincente ed energetico da un disco (nots – 1982 – glass records) che esprime il lato tettonico e più sperimentale della musica degli anni ottanta / come sempre sharp non si può sottomettere alle de-limitazioni di categoria

2
mary halvorson quintet – sea seizure (5,25 min.)

da saturn sings del 2010 (firehouse 12) – uno dei dischi che prefersco in questo periodo / a mio parere il lavoro sinora più convincente della halvorson, che in quintetto trova un equilibrio formale non sempre così evidente nelle collaborazioni precedenti

 






bill orcutt / way down south – 2010
david sylvian / manafon – 2009
derek bailey / ballads – 2002
elliott sharp / in the land of the yahoos – 1987 ~
ian & sylvia / so much for dreaming – 1967 ♥ (1)
nostalgia 77 / one offs remixes & b-sides – 2007
nostalgia 77 octet / borderlands – 2006 ♥
pavement / quarantine the past – 2010 :-)
six organs of admittance / asleep on the floodplain – 2011
timber timbre / creep on creeping on – 2011 (2)
wire / red barked tree – 2011 ♥

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è il turno di due canzoni che fanno l’occhietto al jazz e che vedono a confronto l’ensemble nostalgia 77 octet e i working week, trio newyorkese sparito dalle scene dopo un breve periodo di attività intorno ai primi anni 80 

evidenti le affinità nella struttura dei due brani così come nell’arrangiamento

 

1
chola (4,05 min. )

dall’ultimo disco dei nostalgia 77 octet, weapons of jazz destruction, pubblicato dalla britannica tru thoughts nel 2007

2
thought I never see you again (6,30 min.)

da working nights del 1985 – una delle mie canzoni preferite in assoluto, di quelle che trasportano con sè tanti ricordi (in questo caso soprattutto newyorkesi, del periodo in cui studiavo alla parson’s school) 
nota
: il disco contiene anche una strepitosa versione di inner city blues

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inaugura una rubrica decisamente saltuaria dedicata a coppie di canzoni affini
oggi è il turno di due lunghi brani di rock psichedelico: 

1
s/word and leviathan (12 min. )

tratto dall’ultimo disco dei six organs of admittance, asleep on the floodplain

2
the wheel (16 min.)

celebre canzone dei motorpsycho da thimoty’s monster (lavoro del 1994 recentemente ripubblicato in gustoso cofanetto dalla rune grammofon)

enjoy