Category Archives: progetti
sto lavorando a questa piccola mostra mi chiedo se anche questa volta ci sarà qualche anima frivola capace di confondere il discorso con una squallida faccenda di moda LIVIDI |
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a new set of christmas cards will be in the shop in the next days
en-joy
così ho pensato il mio contributo al progetto inedite: un contributo politico sin dall’inizio l’idea di collaborare a una rivista con un progetto editoriale tradizionale mi interessava poco, e tra le varie cose mi era uscita l’idea di fare dei workshop, di mettere in piedi progetti al posto di realizzare articoli luca ha detto: facciamo una rivista dove ogni numero è frutto di un workshop – perfetto non amo la fretta, mi piace che le cose prendano corpo con la giusta lentezza mi piace l’idea che i ruoli sociali si tocchino, si confrontino, si annusino sulla base di esperienze passate (da linch a max frisch) l’intervista e il questionario sono secondo me l’ipotesi più plausibile di strumento di lavoro, la più economica e comprensibile, per avviare il processo di definizione di un possibile progetto, dato che al momento nessuno ha ancora le idee chiare in merito al fatto che questi laboratori dovrebbero essere destinati a qualcuno e trovare quindi una loro condizione di necessità, di determinazione culturale ma soprattutto sociale data l’attuale indeterminatezza del progetto, la mia proposta è quella di realizzare un numero zero in cui vengono poste una serie di domande a diversi attori privilegiati in merito alla sua possibile strutturazione: editori, professionisti, persone che hanno svolto attività di coordinamento, rappresentanti di gruppi sociali, ma anche esponenti della cultura e del lavoro (penso a renzo piano ed alle sue ormai lontane esperienze di progettazione partecipata, penso a franco la cecla, a don gallo ed altri che hanno destinato i loro sforzi a progetti collettivi ed allo studio delle forme comunitarie, senza ottenere altrettanta risonanza e fama) insomma, non è facile far decollare un’idea, trovarle una forma, uno scopo, un senso [continua ?] |
qualche giorno fa insieme a luca e salvatore si è deciso di occupare un post sul blog di abitare / è stato scelto intenzionalmente un articolo apparentemente ambiguo e controverso su cui postare, indipendentemente dai contenuti di partenza, commenti circa un ipotetico progetto di contaminazione del web che andrebbe a ri-generare spazi poco sfruttati al fine di produrre ambiti di discussione in merito alla cultura e all’editoria online / [nota: questa riflessione è stata illuminante, perché spostando il tiro verso una situazione più generale, mi è di aiuto per compiere un’analisi degli strumenti di mobilitazione politica attualmente a nostra disposizione, ma di questo parlerò in un post successivo] da luca arriva la proposta interessante e piuttosto radicale di riscrivere gli articoli in calce a sè stessi, una post-produzione del web che potrebbe generare un curioso rimescolamento dei contenuti, destabilizzandoli deviandone la traiettoria e rifrangendone il senso / per ora mi piace il fatto che sia un’operazione del tutto fuori catalogo, editoriale nel suo essere contro-editoriale, avversa a una fruizione statica per costringere i lettori a qualche misteriosa forma di dedizione e di impegno migratorio / operazione che oltretutto, sfidando ogni evidenza, investe (e questo a mio parere è l’aspetto più ardito) su una funzionalità dell’area blog oramai quasi obsoleta: i commenti! si diceva – ma anche questa è faccenda controversa – che dovrebbe essere un’intervento che si pone in termini politici, destinato a disseminare frammenti di coscienza ed approfondimento culturale in spazi non propri (o comunque non prediposti), con l’obiettivo di rivitalizzazione o riqualificazione, provando in tal modo a sottolineare e definire nuove possibili modalità di organizzazione e trasmissione dei contenuti sul web / questione più che mai spinosa, ora che si delinea con sempre maggior livore l’intenzione del governo di operare in termini restrittivi sulla comunicazione con l’intento esplicito di arginare in modo censorio qualsiasi focolaio di controinformazione / la partecipazione al progetto è libera, ma come ho scritto su abitare qualche giorno fa “mi piacerebbe che questi fossero micro-spazi di condivisione culturale, e per realizzare tale obiettivo nel modo migliore e perseguire dei risultati concreti c’è bisogno che ogni parola, ogni pensiero, ogni slancio, sia risultato dell’impegno e della consapevolezza nei confronti di questo piccolo bene collettivo” dunque: …
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