Category Archives: diario
lei era erba secca
– fuori stagione –
[05.2013]
affondo il viso dentro un cespuglio
che assorbe il suono
e lo trasforma in fruscìo
l’apparenza soffice nasconde
piccoli rami, spine e qualche insetto
non è un film e mi graffio tutta la faccia
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[29.05]
la mia bocca piena di foglie e di terra
una reminescenza
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mia forma fragile, sei instabile e immobile:
sei tu, questo mio infranto frattale che ritorna e che trema
EDOARDO SANGUINETI – sequenza X (luciano berio)
essere (ancora) bambini
nel mondo perso dell’appartamento
i lividi sono macchie sul muro
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vedere
in ogni forma – una salvazione senza paradiso
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la parola di questi mesi è vecchiaia
inconciliabile crasi tra congedo e felicità
in carnia è caduta la neve
continua a piovere, acquazzoni e temporali tra parentesi soleggiate
forse in questo post avrei preferito pubblicare alcune immagini che sapessero trasmettere l’intermittenza del clima e della luce ma quasi mai mi son trovata a fotografare nei giorni scorsi, troppo impegnata a correre di qua e di là, oppure a dormire
nel frattempo siamo governati da democristiani che si fingono santi e da mafiosi che si fingono democristiani
con buona pace di giulio andreotti
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< hai davvero bisogno di tenere insieme questi fili? >
domandi adesso che sei sulla soglia
ti guardano
consapevoli di essere gli unici
e che tutti gli altri ti derideranno
o che nemmeno ti vedranno
poichè sei sgraziata e inconclusa
e non porti scrittura
tantomeno rechi la vittoria sulle cose morte
————il paesaggio che hai costruito è inefficace
————il paesaggio che prende forma in te
————è patetico
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C’è un posto dove dicono sempre vieni qui bambino
Non c’è ragione che tu pianga
Qui il lupo non riesce mai a prendere il coniglio
I capelli d’oro non imbiancano mai di dolore
———————————–[ aldo braibanti ]
.
commovente l’odore tuo che ti àncora
inesorabilmente alla perdita dichiarata
ti anticipa come un messo
ed è lento – una traccia di polvere o di fumo
quella di certi mobili, dei quadri rimossi e delle stufe smantellate
termosifoni proiettano sui muri
strani sbuffi o pennacchi nerastri
dentro architetture tipicamente invernali
non erano le stanze dei bambini:
lui aveva osservato che l’odore proveniva
dall’ambulatorio dentistico
anni e anni di sigarette e disinfettante orale.
per te rappresentava solo l’odore del vecchio
dei tempi e del tuo tempo
di facce che molte non c’erano più
mentre altre scoloravano davanti alla tua di faccia
come in uno specchio
con il calendario sfalsato
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con il vecchio telefonino – andando a scuola