Category Archives: diario
she saw my silver spurs and said let’s pass some time
and I will give to you summer wine
.
al telefono (le) dici
che non ricordi l’ultima volta in cui ti divertisti davvero
frammenti del calendario quando
una risata incontenibile – autentica
come una cascata di gioia – ti riempì la vita
non ricordi gli occhi che ancora brillavano
intermittenti per la luce sovrana dello stare nel mondo
e c’erano nella giornata momenti fuori controllo
in cui il corpo fortunato godeva dell’esser vivo
nelle svariate forme del godere
il piacere autentico – hai pensato
seduta nella penombra delle stanze estive –
si dimostra nell’ingovernabilità della luce
quel flusso di sangue fluorescente
che trascina l’infinito distante e lo dilaga
fin dove la ragione
non può più sbriciolarlo – né fargli causa
.
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e cosi ci conforta un accordo, che gentilmente ci chiude, plebeo:
la catastrofe è in mezzo, è nel cuore: ma ci sta recintata, arroccata
EDOARDO SANGUINETI – sequenza XIII (luciano berio)
.
I
cadeva nel pomeriggio
a volte era una caduta libera verso il fondo di un sonno cieco e sordo, altre si trattava di un viaggio inconcluso dove “qui” e “là” rimanevano luoghi amorfi e privi di senso
II
in tutte quelle facce continuava, nonostante l’ovvietà della sua condizione, a cercare qualche corrispondenza, ma la trovava piuttosto negli aspetti funzionali del vivere, nelle parti meccaniche dell’esistenza
lo spirito era esonerato da qualsiasi rispecchiamento
si era accorta con il passare degli anni che quel suo spirito un tempo capriccioso e ostinato aveva smesso di dibattersi, si era calmato, come alla fine di un processo di soffocamento / era giunta alla fase dell’apnea, in cui ogni stimolo, ogni sogno, ogni gesto disperato, si tratteneva e si consumava in sé stesso, senza rivelarsi
anche l’implosione del gusto e del piacere occorreva ormai a un livello che non atteneva alla percezione cosciente: a metà strada tra vivere e vegetare, aveva cominciato a non apprezzare più i piaceri graziosi che fondano il privilegio di un’esistenza piccolo borghese, perché temeva più di tutto l’abitudine che ne sarebbe conseguita, il graduale adattamento a una condizione banale, idonea al luogo privo di identità in cui si era stabilita
preferiva paradossalmente quel coma dei sensi e l’apatia radicale e sonnolenta, a un cedimento della soglia del piacere fino al contentarsi di un panorama che di fatto non l’avrebbe contenuta mai per intero: sarebbe stata come certi soggetti che nelle fotografie stanno mezzi dentro e mezzi fuori dall’inquadratura, per giunta mossi e in posizioni poco consone all’armonia dell’insieme
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(a queste soluzioni grafiche aveva già pensato serraglia ) |
I – 02062013
… in realtà è proprio come quando cammini per strada
eppure sembra blasfemo, questo alternarsi di pianti e ricette, di quisquilie fiori e croquette
altalena irrazionale di morti e di vivi
di vivi che sono più morti dei morti e di morti che sono più vivi dei vivi
1151
nessuno restituisce ogni forma di tempo
ma quello abusato e rubato mi obbliga a fare i conti con i buchi neri dell’irresolutezza
.
II – 070613
10.00
fiori di carta
luce superiore
distaccata come petalo perso
dal gruppo che chiacchera
ascolta lo speciale fruscìo dell’erba incustodita
infiniti invisibili fili selvaggi
le salvano la vita
è difficile riprendere dopo una lunga pausa … mai contenta? + . |
1828
non ha traccia non ha memoria
il suo tempo vissuto cosa molle, indistinta massa
pure si sforza di segnare i punti
——————————————————perfino strizza gli occhi
ma non vede punti non li trova
affonda
anche lei cosa molle / persona indistinta
.
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(altro…) |
il blog tace
(quasi) nessuno sembra farci caso
pertanto continuo a prendere il mio tempo – e non il vostro
] la borsa è di pelle azzurra
gliela regalò suo padre quando aveva quattordici anni [
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