Category Archives: diario

la corriera nuota in un mare d’erba
don’t worry baby – appoggia la testa e chiudi gli occhi
tanto di qui non passa nessuno e non si spendono parole 

{ parentesi }
oggi ne ho portati alcuni a giocare a pallacanestro
il campetto decrepito sta proprio a ridosso dei bastioni cinquecenteschi invasi dal muschio
prof,  con quella fascia tra i capelli sembri rambo ( … )
– storia e storie –

e mentre dormivo il grano ha cominciato ad imbiondire

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una pagina dedicata alle cianografie su kiwilicious (thank you fabrizio!)

un post dedicato ai tiny books su the post family (thank you ina!)

città borghesi e pallide
svaporate nel caldo
i ragazzi si riuniscono in cerchi
sotto i grandi alberi del parco

in campagna hanno cominciato a falciare il fieno da qualche giorno
oggi ho intravisto i primi covoni
in realtà non si chiamano più così, ma rotoballe
adesso per prepararli usano le macchine, mica il forcone

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parole / edoardo albinati + alfred de vigny

14.20 / corriera
adesso, appena libero dalle nubi, il sole scalda con impertinenza / le strade larghe del sabato pomeriggio, silenziose – il tu-tuu delle tortore tra i rami dei pini marittimi e una pacatezza rilasciata delle ore che si trasmette al corpo / le solite case, le panchine familiari, le strade note, amplificano l’aspetto domestico e anestetico della città in siesta /
ritorno, sedata da una stanchezza calma, stordita dalla vegetazione abbondante e rigonfia / ho pranzato con frutta e gelato seduta in un bar, nella grande piazza bianca che disperde le voci smorzandone gli spigoli /
il cielo, oltre le nubi sparse, è davvero molto azzurro

(220510)

240510 /
alcuni resti – fotografie, parole
colazioni a volte solitarie, altre condivise
e camminare – camminare
l’erba di rugiada imbeve gli stivali la mattina presto
ma quando torno a casa sono già tutti bianchi:
è la polvere della strada, come in un’altra epoca

camminare consente che i rumori scorrano all’indietro
trattengo solo alcuni frammenti, mentre osservo li intreccio nelle maglie del tempo
osservare ed ascoltare – non sempre in sintonia

poi, per molte ore, mi perdo di fronte al televisore acceso

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porto le converse da quando ero una ragazzetta, ma queste sono davvero bellissime
un regalo speciale, grazie ana :-)

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immaginare che qualcuno possa fraintendere le parole
che le immagini assumano altri protagonisti
indipendentemente dal (mio) racconto

invece non è così – mentre scrivo
nessuno di voi – nessun lettore entra nel racconto

ancora arminio:
negli ultimi mesi sto cercando di mettere la politica al posto della morte

e un frammento dal diario – vecchio di qualche giorno:
fare della morte (e della vita) un dettaglio collettivo – 04.05

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e nel pensare a certe morti che sono di tutti e non di uno solo voglio ricordare mariarca
la sua fine gridata e la bellezza terribile della lotta che non può cadere
che non dobbiamo lasciar cadere dalle mani

.

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a volte pare quasi meglio aver tutto da costruire che ritrovarsi nel mezzo di un costruito irrimediabile, che ha con-formato il pensiero della gente e il territorio secondo la stessa inequivocabile filosofia
quella del profitto finanziario

ogni mattina attraverso piccoli paesi civilmente sistemati, dalle facciate impeccabili ornate di geranei in fiore, e mi domando dove sia la gente, quale la forma dello stare insieme, nel senso reale e concreto del termine: stare insieme in questo presente che è fatto anche di stranieri e poveri e non solo di piccoli commercianti o imprenditori che così bene hanno saputo amministrare il proprio gruzzolo e le sovvenzioni pubbliche per i centri storici
è una società individuale

oggi a scuola un insegnante entrando in sala professori fa (scherzosamente?) il saluto romano, poi  esibisce con orgoglio, dentro due tasche trasparenti del portafoglio, l’immagine del duce da un lato e quella della madonna dall’altra
la storia non ha insegnato a sufficienza
è il mondo volgare degli ossimori (no: il mondo degli ossimori volgari), delle contraddizioni raccapriccianti di persone che scelgono senza pensare al prossimo, e senza mettere in ordine i tasselli

.

intanto continua a piovere …

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bastano pochi istanti per dimenticare le parole
rimane una specie di alone
la consapevolezza di averle pensate
e poi perdute

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