Category Archives: diario

I
non c’è (più) niente di intimo nella scrittura quotidiana
niente che possa o debba destinare a un diario privato

II
zone d’ombra e di luce – pare non vi sia una così netta distinzione in me
mentre fuori, l’estate provoca tagli drastici – e scalda

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il suo giardino selvaggio,  i semi di huayruro e quella rosa sul balcone, fluorescente nella foschia ….

030-06-2010
031-06-2010
032-06-2010camus
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110610 1232
nel bel mezzo della fioritura estiva c’è qualcosa che invecchia
i pensieri (anche loro) non portano il busto – sono incorreggibili
ma il caldo provoca uno stato di sospensione – attenua le prospettive

la normalità di ogni oggetto risalta nella canicola iperrealista
non è arte non è epica – è la logica frugale dello sguardo sospeso
una fibbia è una fibbia, traccia un’ombra ed è definita nitidamente nel suo profilo che non è (più) barocco o dozzinale, ma limite indifferentemente tragico tra vuoto e pieno

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poi torno, e scopro per caso parti di città dove ti sembra di essere altrove

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credo che alcune canzoni di andrew bird mi piacciano perchè ricordano le atmosfere musicali tipiche di beck ai tempi di mutation

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sigmar polke 1941-2010  R.I.P

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something / red su GAMMM

028-06-2010 (altro…)

a volte capita che pranzi all’aperto, dopo la scuola
uno di quei locali dove un tocco di estro e sapienza rende speciali anche i piatti più semplici

poi ci sono i profumi della campagna, l’odore del fieno, il ronzio dei primi insetti estivi
… e l’assenza di fretta:  in questi giorni ho proprio bisogno di parentesi calme che chiudono fuori ogni altra cosa

lentamente, con il gonfiarsi della luce, torna la voglia di lavorare a nuovi disegni

dotted

016sat-07-2010
023-07-2010pavese (altro…)

ogni giorno, ancora per poche settimane, arrivo presto la mattina e attraverso campi strade e piazze di questa città stellare /
non sempre, ma capita che prenda il treno, ed allora una volta scesa, dalla stazione fiancheggio campi di grano e le pendenze soffici dei bastioni, imbocco la porta orientale e cammino per qualche centinaio di metri lungo le mura, sul retro di alcuni blocchi residenziali / la scuola sta in fondo, dopo l’ultima polveriera, seminascosta dalla vegetazione estiva /
altre volte capita di camminare fino alla piazza in cerca di un caffè, e di sedermi per qualche minuto a osservare la città che si sveglia e il sole radente che ancora non irrita lo sguardo /
la raggera delle strade conferisce allo spazio un’attitudine dispersiva, le altezze dissipate in una fuga ottica verso l’esterno che nemmeno la cerchia di mura riesce ad intralciare, e questa sensazione mi pare possieda virtù di sedazione, come se ogni cosa subisse una più o meno sensibile dilatazione, compreso il tempo /
tutto sembra più largo e spazioso, ma si percorre con sorprendente facilità, in un gioco di lenti invisibili che alterano le distanze /
lo spazio rado disperde le voci, i rumori, le musiche / le strade secondarie sono spesso deserte /
a mezzogiorno non ci sono ombre, le cimase esigue proiettano giusto una fascia sottile di scuro che nemmeno sfiora le ultime finestre, là in alto / ed allora ogni cosa si dilata al suo massimo in un miracolo lenticolare …

dotted

010-07-2010
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penso che il narcisismo sia interessante solo quando attraverso un io vorace filtra e rifrange la varietà delle cose: esaltando la propria onnipotenza e onniscienza in realtà finisce per rovesciarsi in una specie di estatica apertura verso il mondo, di disponibilità assoluta e volatile che non si sofferma “su nulla in particolare” perche deve prestare orecchio a infinite voci, tra cui la propria è solo il diapason che serve ad attaccare il pezzo, una specie di chiave o password preliminare che mette tutti i suoni nelle condizioni di manifestarsi.
l’io e l’intonazione, e nient’altro
.
edoardo albinati

ancora fiaccata dall’influenza
non farei che pubblicare foto della campagna, verde, rigonfia, sovrastata da cieli molto azzurri decorati da nuvolette veloci che si muovono in branchi, ed invece dovrei  sforzarmi di scrivere (con disgusto) di un presidente che cita mussolini e di una riforma finanziaria poco convincente, delle notizie cangianti  e strumentalizzate in merito alle reazioni di israele di fronte a una nave di manifestanti filo palestinesi
(qualcuno su un giornale di parte, inneggia volgarmente agli spari)

ma ho dormito fino alle cinque del pomeriggio e quando mi sono svegliata i pensieri erano stati sostituiti da una palla d’ovatta – i capelli organizzati in improbabili architetture
tra un sonno e l’altro ho visto un film di qualche anno fa, le invasioni barbariche
ed ho scattato qualche foto alla prima colazione
un giorno di festa in balia dei bacilli

sulla moleskine proliferano comitive di pupazzetti dal naso a punta ….

.

006-07-2010
001-06-2010
004-06-2010
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0510-091

la città /
conegliano è una città impostata su piacevoli dislivelli con un centro storico antico e prezioso
uno strano modo di affrontare le pendenze: i portici si affacciano su piani inclinati, così la strada assume l’aspetto vago di un canale senz’acqua, forse di memoria veneziana

in mostra /
ho apprezzato soprattutto le figure al margine, quelle che fanno da cornice alle icone religiose, più umane e vere, rispetto a madonne e cristi un po’ troppo rigidi e didascalici
(un confronto troppo fragile con le morbidezze armoniose di raffaello)
in particolare, san tommaso incredulo ha colpito la mia attenzione: i suoi capelli spettinati, la barba sfilacciata, l’espressione in bilico, tesa e perfino commovente nella sua imperfetta verità

il mercato /
ogni venerdì a conegliano un mercato grandissimo invade strade scalinate e piazze
dopo la mostra mi son seduta sotto i portici del municipio in un piccolo caffè, mentre i commercianti sbaraccavano i loro banchetti
tutto pulito, ordinato, senza stranieri – tipica cittadina borghese ed efficiente di centro-destra
persino i muri scalcinati sembrano parte di una coreografia borghese
chissà perchè, mi viene in mente la parola epurazione …

+

l’ultima foto, scattata in una piccola chiesa lungo il corso
sgranata, perchè all’interno era molto scuro – pardon

0510-092
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