Category Archives: diario
I
non c’è (più) niente di intimo nella scrittura quotidiana
niente che possa o debba destinare a un diario privato
II
zone d’ombra e di luce – pare non vi sia una così netta distinzione in me
mentre fuori, l’estate provoca tagli drastici – e scalda
+
il suo giardino selvaggio, i semi di huayruro e quella rosa sul balcone, fluorescente nella foschia ….
110610 1232 nel bel mezzo della fioritura estiva c’è qualcosa che invecchia i pensieri (anche loro) non portano il busto – sono incorreggibili ma il caldo provoca uno stato di sospensione – attenua le prospettive la normalità di ogni oggetto risalta nella canicola iperrealista + poi torno, e scopro per caso parti di città dove ti sembra di essere altrove + credo che alcune canzoni di andrew bird mi piacciano perchè ricordano le atmosfere musicali tipiche di beck ai tempi di mutation + sigmar polke 1941-2010 R.I.P + |
a volte capita che pranzi all’aperto, dopo la scuola uno di quei locali dove un tocco di estro e sapienza rende speciali anche i piatti più semplici poi ci sono i profumi della campagna, l’odore del fieno, il ronzio dei primi insetti estivi lentamente, con il gonfiarsi della luce, torna la voglia di lavorare a nuovi disegni |
ogni giorno, ancora per poche settimane, arrivo presto la mattina e attraverso campi strade e piazze di questa città stellare / non sempre, ma capita che prenda il treno, ed allora una volta scesa, dalla stazione fiancheggio campi di grano e le pendenze soffici dei bastioni, imbocco la porta orientale e cammino per qualche centinaio di metri lungo le mura, sul retro di alcuni blocchi residenziali / la scuola sta in fondo, dopo l’ultima polveriera, seminascosta dalla vegetazione estiva / altre volte capita di camminare fino alla piazza in cerca di un caffè, e di sedermi per qualche minuto a osservare la città che si sveglia e il sole radente che ancora non irrita lo sguardo / la raggera delle strade conferisce allo spazio un’attitudine dispersiva, le altezze dissipate in una fuga ottica verso l’esterno che nemmeno la cerchia di mura riesce ad intralciare, e questa sensazione mi pare possieda virtù di sedazione, come se ogni cosa subisse una più o meno sensibile dilatazione, compreso il tempo / tutto sembra più largo e spazioso, ma si percorre con sorprendente facilità, in un gioco di lenti invisibili che alterano le distanze / lo spazio rado disperde le voci, i rumori, le musiche / le strade secondarie sono spesso deserte / a mezzogiorno non ci sono ombre, le cimase esigue proiettano giusto una fascia sottile di scuro che nemmeno sfiora le ultime finestre, là in alto / ed allora ogni cosa si dilata al suo massimo in un miracolo lenticolare … |
ancora fiaccata dall’influenza ma ho dormito fino alle cinque del pomeriggio e quando mi sono svegliata i pensieri erano stati sostituiti da una palla d’ovatta – i capelli organizzati in improbabili architetture sulla moleskine proliferano comitive di pupazzetti dal naso a punta …. . |
la città / conegliano è una città impostata su piacevoli dislivelli con un centro storico antico e prezioso uno strano modo di affrontare le pendenze: i portici si affacciano su piani inclinati, così la strada assume l’aspetto vago di un canale senz’acqua, forse di memoria veneziana in mostra / il mercato / + l’ultima foto, scattata in una piccola chiesa lungo il corso |