Category Archives: diario

è quasi autunno

la stagione parte male con la scuola in subbuglio e un’amargura sociale che non si risolve / persino i più ingenui intendono che tanti divisi è come essere pochi o nessuni, tante solitudini che vibrano senza produrre risultati / e pare banale ma anche triste affermare che ci siamo arrivati attraverso anni di benessere altrettanto individuale, anni di televisione soprattutto, un fiume ininterrotto di immagini succulente tenute a debita distanza e noi perduti davanti allo schermo, a dimenticare …

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c’è un autunnare anche del corpo – e dei frutti, che intristiscono nell’azzurro vano di una ciotola

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parole: clarice lispector – musica: philip glass

[ appunti di viaggio ]

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una parentesi soleggiata in mezzo alle piogge
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le persone che vivono parlando
dentro quel fiume di parole percepisco tutto il loro stare al mondo, concentrato, come se le parole fossero stampelle e sedie e lenti di ingrandimento / (parlo, dunque sono ….)
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un sole che è gioia per gli occhi
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osservo chi non si vergogna oppure non ha paura di certe piccole emozioni capaci di farci splendere di gioia come creature ancora non contaminate dall’età adulta
ombra lieve in un boschetto di betulle e l’infinità di steli d’erba che picchiettano lo sguardo
* (forse solo van gogh aveva capito e perseguito una simile innumerevolezza di fili d’erba)
la città delle stelle e stelle che si insinuano nel sorriso attaccandosi ai denti – stelle marine fosforescenti nel mare misterioso della sua bocca
porto ancora una maglia di lana che lascio scivolare senza fretta
l’azzurro mi scalda – l’azzurro mi consola – una specie di mare gassoso e alto dove vado a rifrangermi, gioco a rifrangere lo sguardo e vedere parti del mondo che la grande curva nasconde
il cielo è specchio il cielo è tempo sospeso e intravvedo le stelle sante sui suoi denti trattenuti e gentili
tutto è sogno – piacevole crudele affabulazione, pigmentazione transitoria, una di quelle decalcomanie infantili che trovi distese in un velo di plastica dentro ai dolci
si stendono con l’acqua si disintegrano con l’acqua
senz’acqua rimarrebbero – come noi stesi senza cominciare, stesi e privi di un cominciamento, di una parola

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il fatto è che probabilmente le persone vogliono vedere immagini di belle case e vestiti graziosi – leggere parole allegre, pensieri minimi come didascalie, accondiscendenti / vogliono piatti grondanti cibi sfiziosi, sapienti sfocature, residenze glassate e paesaggi che tolgono il fiato / vogliono leggere di vite straordinarie – cercano spunti per il loro guardaroba e per arredare il salotto
anche la banalità deve sembrare elegante, ben ombreggiata, servita con un contorno di verdure fresche, magari …

io non sono capace né voglio proporre niente di tutto ciò

la mia vita è spesso noiosa e si svolge in una periferia qualunque e priva di particolari attrattive di una città mediocre / abito una casa semplice e molto disordinata, e presto poca attenzione all’arredamento e sempre meno anche al vestiario / mi affeziono alle cose, lascio che mi invecchino intorno e addosso, come pelli gregarie, o protesi – mi stanno a cuore il benessere delle persone, la giustizia politica, la cultura
amo perdermi nell’ozio di ore lunghe e vuote ma so che è un’attitudine intraducibile, una sorta di assenza personale che non provo nemmeno a raccontare

questa mia vita è tradotta nel blog sotto forma di immagini spesso ripetitive e frammenti che si incollano a un calendario intimo – parole, musiche, presenze, ephemera … una perenne idiosincrasia nei confronti degli ornamenti e dei vezzi borghesi e un’incorreggibile antipatia nei confronti di chi fa le cose meglio di me

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le foto invece, scattate mercoledì in occasione di una visita a casa dei miei (con passaggio in ospedale)

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esistono giorni perfetti?
talvolta il mare mi aiuta a credere che sia possibile
(le foto invece, hanno la definizione incerta del cellulare)

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a differenza di altri blog che hanno il problema del sovraffollamento, qui mi trovo a decidere se rinnovare l’iscrizione mysql, dato che i lettori e/o commentatori sono davvero pochi / inoltre, il blog ha assunto una forma piuttosto ambigua, e l’alternarsi di post più intimi con altri legati alla ricreca visiva od ancora a cosiderazioni più politiche, forse depista i lettori
in verità era proprio ciò che cercavo, un contenitore onesto delle varie esternazioni che uno stesso ambiente quotidiano è in grado di rivelare – ma la mia capacità di trasmettere qualche forma di verità personale è ancora del tutto acerba e poco convincente

ok, just a short translation of essential lines:
thinking about not to renovate blog inscription to mysql for next year – visitors are very few and silent and my activity is not enough inspired by comments or people voices …
(some of you follow me on facebook but it is not the same context, not the same game)

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le foto invece sono state scattate al parco, domenica
soltanto io e un paio di vagabondi che dormivano sulle panchine più ombreggiate

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maya deren

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