Category Archives: diario

sto lavorando intensamente a una commessa urgente
ma di tanto in tanto mi concedo una pausa in cucina
utile anche a neutralizzare i cattivi pensieri …

questa settimana al posto del pane si mangia schiacciata integrale
i biscotti invece sono paste di meliga guarnite con nocciole nostrane
(la ricetta in fondo al post)

+
immancabile: il tè delle cinque

.




(altro…)

I

le bugie che (ci) raccontiamo
all I want to do is see you smile
frasi che suonano deliziosamente ma che non corrispondono a nessun tipo di verita’
piuttosto proiezioni di un universo parallelo
ciò che non siamo nè vogliamo e che impunemente dichiariamo

espressioni del fallimento

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II

non appartenere

nessun circolo
nessuna comunita’
nessun partito

essere privi di passioni / condivise

III

– il margine oltre il quale anche il decoro si sfilaccia
come quel maglione con i buchi

(la lingua si deforma, asservita allo smarrimento)

§

di passaggio
come un treno alla stazione
o come un lampo

solo apparentemente seduto – invece eri già fuori
correvi (disperato) dentro i margini del tuo diluvio
dentro il prolasso macabro e maleodorante delle giornate



IV

qualcuno non viene più a visitarti
devono lavorare
ci sono interi scenari merceologici da allestire
non hanno (più) tempo per le confidenze sussurrate
e non commercializzabili

la radio pronuncia le stesse parole proprio mentre le scrivi
parlano di scene remote, preistoriche – senza vetrine

sollevata all’idea che non sono una vetrinista
ma forse sono in vetrina – senza saperlo

.

un viaggio scorrevole e senza colori in mezzo al nulla

è stata una visita veloce, isterica, non ho fatto che camminare
anche la focaccia di verrazzano l’ho consumata a spizzichi, mentre camminavo,  e da paszkovsky giusto il tempo di bere un caffè – speravo, ma non c’era il tuo fantasma, non c’era niente – solo i giapponesi seduti fuori in prima fila e i fiorentini che ordinavano il risotto da mangiare in piedi

al posto del gambrinus ci faranno un hard rock cafe, niente più biliardo – forse hai fatto bene ad andartene, il mondo diventa sempre più brutto e non c’è spazio per la poesia – le istituzioni massacrano con metodo i luoghi del ricordo, cinicamente – colano cemento ovunque sia possibile

nel frattempo ti ricordano tutti, in radio (anche battiti, qui), sui giornali e nel web / a san marco la chiesa era gremita di gente
ho continuato a chiedermi cosa ci facessi tu, fermo dentro una bara coperta di fiori, ma niente

ps/
ai funerali non ci vado proprio mai ed è per te che ho fatto questa unica eccezione – avevo bisogno di starti vicino ancora un poco, prima di

.

al rientro, le stoviglie di sempre
(sempre, che parola inverosimile) – ciao






nota/ la foto del funerale l’ho presa dalla rete

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allestire una coppa di luce estemporanea
perché quel buio ti mette malinconia

.


ancora kafka
e per cena insalata di arance con olive piccanti

.


[ now you’re flying with me
we can take it easy for a while
cruising far above the clouds
all I want to do is see you smile
]

.

… nostalgia








*

è ancora inverno però le giornate si fanno progressivamente più lunghe e luminose – ma l’appartamento, indifferente al transitare delle stagioni, conserva un’aura gelida, come un brivido sotterraneo

un coacervo di tracce
le permanenze materiali sfottono il disintegrarsi recente delle relazioni umane

**

per dar sfogo all’irrequietezza sto facendo ordine tra i libri
il risultato (spero transitorio) è un maggior senso di disorientamento e confusione – gli scaffali mi sono improvvisamente estranei,  il che provoca un panico lieve che cerco di evitare rivolgendo le spalle alla libreria e provando a concentrarmi sul monitor …

***

poi ascolto musica – varie ore ogni giorno
unica azione che (forse) mi distoglie dall’accidia

.

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