Category Archives: diario

I
tempo nuvoloso e (io) sempre di corsa
non corro per diletto, solo per assecondare svariate forme di sopravvivenza

che cos’è la soglia per due che si amano? dice il poeta
questa invece è una soglia spalmata e vaga, taciturna e incombente, che sgrana i sorrisi a poco a poco / è l’ingresso ai giorni del congedo, vissuti sperimentando le modulazioni dell’apnea che è la condizione per cui nulla accade ma tutto è sul punto di accadere, tirocinio prolungato e denso sulla condizione umana

II
non resta che guardare
osservare le persone dal mio vetro neutro e poco felice
leopardiana(mente) pur se tecnologica e semovente

oggi ho visto un vecchio seduto fuori l’autostazione, con la pelle cucinata e un piccolo basco blu dal bordo rovesciato che ricordava un cappello da cuoco però di feltro

ho visto un punkabbestia seduto su una panchina di via leopardi con due cani addormentati ai suoi piedi

ho visto che ci sarà paolo nutini in concerto (e allora?)

ho visto anche una donna zingara con una lunga gonna fiorita fumare una sigaretta fuori da un cinema e una coppia di ragazzi parlare molto vicini, indifferenti al traffico della mattina che saturava un viale di udine nord

vedo (spesso) la mia faccia irregolare nello specchio che tenta di assomigliare ad altre facce, migliori o diverse – soprattutto diverse, declinazioni dell’altrove di cui scrivevo giorni fa

e tra poco vedrò un ospedale, vedrò una casa in disordine, un soggiorno famigliare e un frigorifero stanco pieno di ghiaccio e senza luce




m1305
incessante sovrapporsi delle stagioni di ognuno
questo è l’andare
questo è l’essere molti, e diversi

non ho acquisito il senso del tempo (la maturazione dei frutti)
non è facile come con la lingua, o con la geografia (i confini più evidenti tra due lingue diverse o due paesi) oppure con i colori (per quanto, le sfumature…)

essendo stata giovane mi sento ancora giovane
essendo stata bella mi sento ancora bella

mia nonna centenaria la mattina sistemava le perle intorno al collo davanti allo specchio (erano perle di plastica, due giri, probabilmente trovate su qualche giornale o su un banco del mercato) e passava un velo di polvere rosa sulle guance ancora liscie
è morta convinta di avere vent’anni
è morta mentre guardava le langhe fuori una finestra della carnia

stamattina la primavera è un grumo rappreso, fa freddo e piove a momenti
i petali contratti si aggrappano al ricordo di ieri, e stringono i denti

[
qual è la differenza tra stringere i denti e non pensare? a volte ho l’impressione che fintanto che avremo un po’ di cibo e qualche oggetto di svago, non riterremo necessario vivere politicamente, formarci delle idee, prendere posizione nei confronti dei soprusi o riflettere sulle possibili forme del comando e sulla natura ambigua di questa democrazia
quasi non ci fossero diritti da ribadire, ma solo un dispensario di beni cui si attinge persino distrattamente, servizi alle cui regole incostanti e dispari ci dobbiamo rassegnare
(intonacando il vuoto)
]

240512 1820

l’altrove, l’altrove non era mai diligente
era variabile come la primavera, colorato, intenso, imperscrutabile
l’altrove contemplava che il suo carattere si sarebbe rivoltato su se stesso, scoprendo ancestrali giovinezze, andando a riprendere i fili di un discorso tessuto in altre stagioni, le luci interrotte e l’imprevedibilità giocosa dell’esistere

postilla:
a volte si fermava a pensare che se uno di quei meteoriti fosse caduto sulla sua scrivania, avrebbe cancellato in pochi istanti qualsiasi segno, qualsiasi traccia sensibile: la sua essenza si riduceva a una risibile pila di hard-disc che traboccavano di segni effimeri, senza firma e senza materialità

270512 2143
II
si chiedeva come conciliare questo e quello:
le frivolezze che costellavano le sue giornate, con altre scelte che suggeriva l’istinto e che la conducevano invece a forme culturali più profonde, quasi immortali

il tempo e le ore sprecate in attività superficiali – seduta di fronte a una televisione accesa su pellicole di terz’ordine oppure intenta a consultare materiale di scarso valore – avevano nel tempo corroso le sue abilità intellettuali, conducendola a uno stato di evasione semi-permanente
un disimpegno deleterio che le provocava costanti problemi di coscienza

300512 1200
qualche ciliegia, poi a scuola
(come trasformano o come dovrebbero trasformare la comunicazione certe disgrazie condivise? quale il margine difficile e scomodo tra il proseguimento in una privilegiata condizione di normalità e le conseguenze di una tragedia collettiva che massacra altri territori?)

musica: evan parker





non si è trattato di giornate piacevoli per l’italia
da ricordare, certo, ma per il dolore arrecato, dall’uomo e dalla natura imbestialita

mi muovo senza muovermi
spostamenti ripetitivi, quasi seriali
e un po’ mi dispiace di questa mia indifferenza incalzante nei confronti del territorio, che mi impigrisce e mi accidia, che se questo verbo esistesse sarebbe il mio – accidiare

tra una pioggia e l’altra ci ricordiamo che la primavera volge quasi al termine, regalandoci un clima isterico che innervosisce anche i santi / purtroppo ha piovuto e piove anche e soprattutto su chi è senza casa, sulle macerie, sui fiori deposti di fronte a una scuola; piove sui fatti e sui fattacci, sui silenzi e sui pianti / ancora non si è deciso il caldo, a portare il giusto ristoro, a far compagnia alle rose che hanno piovuto i loro petali gonfi d’acqua su prati e viali

un amico compie cinquant’anni, tondi e familiari / ci si consoce da sempre e di lui conservo fin dall’adolescenza un pettine di quelli d’alluminio, da barbiere, con un decoro fine inciso, che mi regalò quando avevo i capelli molto molto lunghi / le sue ore sono state spesso anche le mie, e ringraziare forse non basta, per tutte le cose che da lui ho imparato negli anni
in occasione di questo numero pieno della sua vita ha regalato agli amici una busta che continene la sua storia per immagini, e un pensiero scritto diverso per ognuno, come il filo di un racconto: a me è toccato lo sguardo, il mio, che poi per certi versi è cresciuto e si è formato anche grazie al suo

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la musica quasi monotona che insegue voci altrettanto meccaniche è di alessandro bosetti / la lingua è tutte le lingue, il suono ciascun altro suono o rumore che colpisce lo sguardo – miracolo sinestetico, o del sentire sciolto

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non ho molto tempo da dedicare al blog in questi giorni
del resto, avverto in me uno spirito di dismissione, la noia dell’assenza di confronto – e non pretendo l’impossibile, rassegnandomi al fatto che i blog sono ormai per la gran parte uno strumento di rapida consultazione e non piattaforme di scambio – almeno quelli a sfondo personale, quale il mio

la stagione avanza tra una pioggia e la successiva
è quasi giugno ed è ancora piuttosto freddo
la moleskine si riempie durante i viaggi, nelle pause e nelle attese, ma trascrivere gli appunti implica tempi che al momento non riesco a concedermi
riesco a malapena a suggellare con scatti frugali le primizie di stagione

la musica fortunatamente non manca
ieri su radio3 hanno trasmesso una bellissima esecuzione del quartetto nr.3 per piano di johannes brahms – l’abbiamo ascoltata ed apprezzata durante il pranzo, tra una forchettata di risotto con asparagi e zucchine e un muffin all’uvetta


una giornata in carnia per festeggiare la mamma
faceva freddo e il sole era scarso
lei sempre più piccina, di meno chili, con i capelli sottili come ragnatele chiusi in una piccola crocchia sulla nuca – quando parto rimane alla finestra a salutare fino a che non sparisco alla vista, nascosta dagli alberi nel giardino della canonica


nel frattempo, alcune notizie passano sotto silenzio
si tratta di notizie da sinistra, che non generano una rendita commerciale, che non divertono, e non riguardano il gossip

muore ancora troppo giovane stefano tassinari, sceneggiatore che aveva collaborato con molti nomi della cultura italiana – mi era familiare per i suoi contributi ad alcune trasmissioni di radio3
ne scrivono i wu ming in alcuni articoli a partire da qui
lo ricorda con un bellissimo lacerto anche il blog note briganti

la seconda notizia riguarda la chusura imminente del manifesto
dopo liberazione, si tratterebbe della seconda testata importante e rappresentativa dellla cultura di sinistra che chiude nell’arco di pochi mesi
ma di questo alla gente importa poco – in italia si preferiscono altre pubblicazioni, più moderate, più ruffiane, o più volgari
spero ancora che esista una via di uscita, e che il quotidiano che leggo da quando ero ragazza continui ad avere il suo posto nelle edicole e tra le scelte degli italiani

.






la stagione – qualcosa che si riempie e si riempie
guscio che sta per scoppiare
non mancano imprevisti sbalzi d’umore, cieli che si richiudono come animali disturbati

un amica dal suo giardino reca due peonie e una figlia giovane, sorridente
subito il tramonto si profuma di primavera
ed è un profumo talmente intenso da cancellare il disordine – pulisce i pavimenti e sgombra i tavoli
questo profumo pretende calma e addomestica gli oggetti nell’appartamento

mi addormento pesante quasi sotto l’effetto di una pozione
la mente pulita come il tavolo della cucina – e bianca

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ma nessun profumo ancora è capace di annichilire il congedo
ciao marisa, ti abbraccio