Category Archives: diario
sto riesumando vecchi lavori – non perché mi trovi in una condizione di empasse, mi dispiace piuttosto abbandonare nella polvere frammenti di energia, esercizi di immaginazione in cui ho sversato particulae di me medesima, di altre me medesime che poi sono cambiate o andate oppure uccise per mano di qualcuno o semplicemente soffocate dalle nuove tensioni e dalle successive partiture
così recupero, con il piacere intimo ma poi condivisibile che si prova a sfogliare vecchie foto in cui ci si rivede e si pensa come stavo bene con quel taglio di capelli oppure che buffo quel vestito e qui ero con un compagno di scuola chissà dove è finito – allo stesso modo o simile si pensano con un particolare stupore retroattivo aspetti riscoperti di un disegno di un segno di un colore o di piccoli frammenti cartacei appiccicati a guisa di collage su un foglio che prima era bianco
forse non bisognerebbe tornare indietro, perdere il tempo su ciò che è già vissuto, ma ci si affeziona come a un cuscino od a una camicetta, od anche alle nostre figure decesse o irrimediabilmente cangiate
sono trine vitali spettri – fumetti del ricordo
diventano cartoline
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ieri il mercatino di piazza primo maggio era particolarmente esteso, moltissimi banchi e ottimi prezzi – pochi invece i visitatori (probabilmente, vista la giornata prefestiva, il mare attirava di più) grazie di cuore ai due ragazzi africani che mi hanno sistemato la catena della bicicletta! seguirò il loro consiglio e proverò a spostare le viti della ruota posteriore un po’ più indietro
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ha piovuto, brevi temporali come secchiate improvvise sulla testa
la temperatura è scesa … per pochi minuti
nel frattempo preparo alcuni nuovi set di cartoline per il negozio online
(ma con illustrazioni attempate che mi dispiaceva lasciare indietro)
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non sono in vacanza | I am not on vacation
faccio strani sogni (troppo doowop)
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caldo: tutto si scioglie nell’indeterminatezza di un mondo senza spigoli
il corpo esonerato dai suoi doveri – infante viziato
i sogni ultimamente la disturbano – si agganciano quasi pedissequamente a quanto succede durante il giorno
ah! quei fiori dichiarati e poi sepolti
il vestito si arrampica, potrebbe superare ogni tipo di muro / ha polpacci asciutti e sottili – ci sono strisce catarifrangenti sulle spalle e un vago sentore di età / minuziosamente tecnologico e narcisista (come tutto ciò che arrampica?) è un vestito muscolare e riservato, si oppone alla velocità ma sfrutta il rapido affondo degli aghi delle macchine automatiche
hai sempre paura che dietro/dentro ci sia un vuoto che non sei capace di gestire
dolgono le parti stanche
si gonfiano e protestano senza rumore
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I
si formano orecchie agli angoli delle pagine, pieghe ai margini di ogni cosa, e il corpo si riempie di polvere che si incista negli interstizi: entra dalle fessure, dai pori ma soprattutto dalla bocca che di tanto in tanto socchiude per respirare più agevolmente
la polvere origina spessi strati di broccato interni all’involucro, moquettature che la gonfiano e la ottundono – perverso processo di protezione esasperata che si accompagna all’abbrutimento
si chiede quale sia il limite oltre il quale proteggersi conduce all’immobilità o se proprio in questo risieda il fine preciso di ogni forma di protezione (restare uguali – ugualmente vivi)
oggi lei è un’orecchia all’angolo di una pagina – una macchia (di vernice blu) su un muro urbano – un tappeto di polvere che non si fa vedere e che rassomiglia agli strati di lana di vetro interposti fra interno ed esterno di un edificio
II
scrive mentre viaggia – lo fa quasi sempre
la sospensione tra prima e dopo implicita nel viaggio le consente una particolare concentrazione, un alibi: “il mentre in movimento pur essendo ferma” definisce una stanza immaginaria dove il pensiero si condensa con maggior facilità, tanto che a volte le capita di pensare che dovrebbe viaggiare tutto il giorno, ogni giorno – perché durante il viaggio si libera del peso delle cose, della famiglia, del lavoro scarso e inappagante, di una casa zeppa di chincaglierie inutili
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com’è evidente mi dedico al blog negli interstizi e cucino poco
le due cose vanno insieme perchè entrambe legate al tempo scarso
mi capita di scrivere invece durante i viaggi, pur se brevi (e brevi le note), ma sento di non dover più fare in modo che i miei pensieri confluiscano qui indiscriminatamente e irresponsabilmente, come succedeva anni fa;
il rapporto personale con questo spazio è cambiato e sta cambiando e mi aspetto sempre meno da voi che leggete – di conseguenza ho meno stilmoli a pubblicare, anche se ancora capita che arrivino riscontri imprevisti e graditi, persone che mi aiutano a percepire un margine di utilità, di condivisione attiva – e di costruzione
(grazie chiara)
ha piovuto, questo sì
sono perfino cadute grandini grosse come noci
ascolto spesso questo disco dei fire! con jim o’rourke
la musica metereologica del post invece è di toru takemitsu
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