Category Archives: diario

autoritratto riesumato / ancora valido

2005 . matita su moleskine

radio: domenica in concerto / bela bartòk – quartetto

non riesco a capire l’origine della mia forma / come e per quali cause sia arrivata sin qui, ad essere come sono, a sapere – o non sapere – quel che so e non so /
non intuisco la differenza specifica ed effettuale tra l’essere cresciuta in una certa famiglia, od un’altra differente, più aperta, più colta, più povera oppure più simpatica / né sono in grado di stabilire le mie responsabilità rispetto a tale processo di formazione

percepisco vagamente la mia forma, consapevole di mitizzarne molti aspetti – ma non so dire da dove e come mai / non so perché, ancora molto giovane, quando altri si rifugiavano nelle musiche generazionali, nelle canne e nei testi rivoluzionari, mi immergevo senza criterio tra montagne di libri altri, convinta che quello fosse il mio unico riscatto possibile / qualcosa dentro cui nessuno avrebbe potuto entrare se non fossi stata consenziente, la conoscenza, estraneo alla famiglia e soprattutto che superava la famiglia / (altro…)

26.02.2013
si celebrava un funerale ieri mattina, in paese
la morte di un signore educato e dal sorriso luminoso – incontrarlo casualmente aveva reso speciali certe passeggiate tolmezzine ed ogni volta che mi salutava cordiale e chiedeva notizie da casa pensavo: se ci sono uomini come lui allora il mondo è anche gentile
negli ultimi anni non era stato bene, l’avevo incontrato una volta con la moglie che spingeva la sua carrozzina – non era quasi più in grado di parlare e ricordo con grande pena quel momento (pietre che si appoggiano sui ricordi più antichi in una frana e ne frantumano istantaneamente la gioia)
era il padre di un mio caro amico di gioventù, ora lontano non solo fisicamente, di poco più grande di me e da cui nel tempo ho imparato moltissime cose; m. rappresentò per anni la mia finestra privilegiata sulla controcultura di sinistra e sul passato recente di allora (il 68, il 77), su mondi ed antropologie che io più piccola non conoscevo o che avevo intravisto solamente guardando da lontano con gli occhi impreparati di una bambina – lui sapeva con poco fare molto e conservava il nocciolo dell’esser stato parte di una cultura remota e creativa, quando i giovani rivoluzionari (pur senza rivoluzione) scendevano per le strade luminosi come stelle e resistevano indomiti all’oscurità del terrorismo incalzante (la retorica del ricordo è sempre in agguato ma non era forse bellissimo quel mondo spazoso e ancora così padrone della sue naturali imperfezioni?)
poi tutto fu diverso
lui porta ancora le tracce di quell’età felice, ne trattiene l’aura come una seconda pelle, sotterranea e tuttora brillante – nonostante il mondo intorno, nonostante il silenzio di queste giornate e i morti che progressivamente ci separano da un passato migliore, da un tempo in cui gli oggetti erano amici ed invecchiavano con noi smussando gli spigoli nell’uso per adattarsi alla progressiva incertezza della vecchiaia, lui ha saputo rimanere parte di qualcosa, senza mai perderne il dono

forse è proprio questo che è mancato nel tempo più recente – e che continua a mancare – il senso dell’esser parte, quasi senza decidere, per una forza intensa che emana da qualcosa e che ci chiama
è decaduta la luce intensa di certi valori, si è dispersa in un mondo di cose materiali che non ci accompagnano più verso la vecchiaia ed ha ceduto, la bellezza semplice che non si può offuscare neanche nella miseria

non abbiamo memoria, non abbiamo fame e non abbiamo nemmeno voglia
la parola popolo ha oramai un suono che non ci fa pensare a niente

.

se ci fosse una canzone sarebbe probabilmente de andrè
o nina simone


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che cosa rende viaggio un viaggio?
quanti metri devo percorrere per poter dire di aver davvero viaggiato? quanti passi fanno un viaggio? è viaggio il mio dal bagno alla cucina, da casa all’ufficio postale, da qui a lì, oppure come minimo fino laggiù?
è viaggio se vado a piedi, oppure servono un treno, un’automobile, una nave, per fare un viaggio? servono le ruote, le autostrade, i ponti, i deserti attraversati a dorso di cammello?
e quante ore devono trascorrere tra la partenza e l’arrivo? quanto: un minuto, un’ora, molte ore? dev’essere lungo abbastanza da poter leggere almeno dieci pagine di un libro, bastano cinque, oppure un giornale intero?
è viaggio quello di un quaderno dentro la borsa per tutto il giorno, attraversando stanze, autobus negozi e giardini? gli oggetti viaggiano?
quante facce si devono vedere per poter definire viaggio un certo percorso? quanti sguardi dovrò incrociare per poter affermare di aver viaggiato? quante storie dovrò intersecare, scorgere, o solo sfiorare?
quante case, o ponti, quanti alberi devo contare, quante biciclette, quanti motorini?
e quanti morti?

è viaggio perché sono curiosa
anche se dura poco, anche se è solo dal tavolo alla finestra per guardare fuori e cogliere i viaggi di altri e le loro storie
è viaggio perché ti cambia di posizione e vedi le cose da un altro angolo; perché consumi calorie, tempo, sguardo
perché ti metti il cappotto e perché alla fine lo togli

è viaggio perché sono sospesa tra un prima e un dopo, perché galleggio e perché imparo
è viaggio: quando arrivo non sono più uguale a quando ero partita

.

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ai lavori in mostra ho scattato poche foto – bruttine
questa di me che allestisco la vetrina del vecchio metodico invece l’ha fatta emanuela paradiso

sono rimasta sinceramente contenta
grazie a tutti per il calore, l’accoglienza e la partecipazione
grazie a paola e marco per l’ospitalit�a’
e un ringraziamento speciale a chiara per i doni meravigliosi

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ricordo che la mostra rimarrà aperta e visitabile fino al 28 febbraio presso il vecchio metodico di bologna in via dell’inferno 12a

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… non di moda

preparo le ultime cose per bologna
ormai è quasi tutto pronto, manca da stampare una tavola che ho deciso di proporre in dimensioni più ridotte – e naturalmente, ho da impacchettare tutto quanto e caricarmelo sulle spalle
si viaggia in regionale, con cambio a mestre
non è stagione da freccia rossa

le opere in mostra, tutte non firmate, non saranno in vendita – non ci saranno nemmeno cartoline o gadget da acquistare – da parte mia solo questi pochi piccoli lavori che però ingombrano il pensiero con forza ed annichiliscono ogni prospettiva di natura commerciale
per chi fosse interessato sarò presente per incontrare i visitatori tra le 18 e le 19.30 di venerdì 15 febbraio – … non chiedetemi di firmare le copie di costure che troverete in vendita al vecchio metodico: non amo fare certe cose ed ho una pessima calligrafia!

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in queste giornate poca musica e molte ore sotto le coperte
virus misteriosi hanno messo a dura prova il mio stomaco

la neve invece, è stata un impalpabile miraggio


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