Category Archives: cinema

norma rae / martin ritt – 1979

1924-2011   †

directed: ramin bahrani
voice: werner herzog

la solitudine dei numeri primi
somewhere

martedì ho trascorso l’intero pomeriggio al cinema
due film, uno dietro l’altro – cosa che di solito non faccio mai perché dopo aver visto e ascoltato una certa storia ho bisogno di lasciar decantare le immagini e prendere distanza, prima di affrontarne un’altra
un po’ come quando si beve del buon vino, o semplicemente del vino, e non è così facile passare da uno all’altro cambiando retrogusto e profumo – spesso è frustrante per il palato
insomma, la continuità tra esperienze differenti talvolta disorienta
in questo caso specifico forse ha provocato un effetto di contrasto che ha certamente condizionato il giudizio
.
costanzo2
09-057
(altro…)

09-036-delillo

parole: don delillo – musica: thelonious monk (film)

ieri sono stata al cinema per vedere urlo e sapevo sin da principio che non sarebbe stata una visione entusiasmante perché conosco ed amo troppo le strampalate e commoventi storie dei beatniks per potermi accontentare
eppure, essendo il film diretto da due documentaristi, mi sarei aspettata qualcosa di meno televisivo e patinato
il periodo beat fu contraddistinto da una forte inclinazione allo sperimentalismo frugale, quotidiano, dall’invenzione spicciola quanto ininterrotta e dalla difficile e inebriante rottura delle regole perbeniste dell’america postbellica
tutto ciò arrivò da noi più tardi grazie al binomio pivano-feltrinelli e venne filtrato e idealizzato dal decoroso provincialismo italiano, mentre per farsi un’idea più obiettiva sull’estetica beatnik sarebbe piuttosto indicata la visione di pull my daisy di robert frank (1958) , per intendere quella particolare, meravigliosa, malinconica e sfuggente inconsistenza che contraddiceva l’ambiente beat:  ciò che realmente manca nel film visto ieri e che difficilmente si può ottenere se non rinunciando alle finiture leccate ed alle postproduzioni maniacali
infatti, se da un lato vige una rigorosa filologia, dall’altro il film la rinnega puntualmente per adattarsi ad esigenze di maggiore godibilità cinematografica, perdendo così fedeltà narrativa, profondità di campo e credibilità –
non mi sarebbe dispiaciuta la scelta di accompagnare alcuni brani del poema con le sfolgoranti animazioni ispirate ad illuminated poems e mirabilmente disegnate dallo stesso eric drooker (ma integralmente realizzate in tailandia, ndr) se tali animazioni non fossero state così esplicitamente contemporanee, impeccabili e computerizzate – e mi sarei aspettata che il be-bop fosse la reale colonna sonora della storia, senza il ricorso accondiscendente a musiche di compromesso, più recenti e non contestuali
inoltre suggerisco caldamente la visione in lingua originale, auspicandomi che le letture da ginsberg siano meno raccapriccianti [ come scritto sugli spietati a chiosa di un’ottima recensione: doppiaggio inopportuno fino al masochismo ] :-)

.

penso che il narcisismo sia interessante solo quando attraverso un io vorace filtra e rifrange la varietà delle cose: esaltando la propria onnipotenza e onniscienza in realtà finisce per rovesciarsi in una specie di estatica apertura verso il mondo, di disponibilità assoluta e volatile che non si sofferma “su nulla in particolare” perche deve prestare orecchio a infinite voci, tra cui la propria è solo il diapason che serve ad attaccare il pezzo, una specie di chiave o password preliminare che mette tutti i suoni nelle condizioni di manifestarsi.
l’io e l’intonazione, e nient’altro
.
edoardo albinati

ancora fiaccata dall’influenza
non farei che pubblicare foto della campagna, verde, rigonfia, sovrastata da cieli molto azzurri decorati da nuvolette veloci che si muovono in branchi, ed invece dovrei  sforzarmi di scrivere (con disgusto) di un presidente che cita mussolini e di una riforma finanziaria poco convincente, delle notizie cangianti  e strumentalizzate in merito alle reazioni di israele di fronte a una nave di manifestanti filo palestinesi
(qualcuno su un giornale di parte, inneggia volgarmente agli spari)

ma ho dormito fino alle cinque del pomeriggio e quando mi sono svegliata i pensieri erano stati sostituiti da una palla d’ovatta – i capelli organizzati in improbabili architetture
tra un sonno e l’altro ho visto un film di qualche anno fa, le invasioni barbariche
ed ho scattato qualche foto alla prima colazione
un giorno di festa in balia dei bacilli

sulla moleskine proliferano comitive di pupazzetti dal naso a punta ….

.

006-07-2010
001-06-2010
004-06-2010
(altro…)