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1947 – 2016
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ho acceso il computer per scrivere qualche breve nota epifanica
invece mi sento solo di sottolineare il grande vuoto lasciato da due maestri scomparsi proprio in questi giorni
vi sia lieve il nulla
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Paul Bley (1932 – 2016)
Pierre Boulez (1925 – 2016)
il 31 dicembre muore anche Richard Sapper (1932- 2015)
sono cresciuta con i suoi bellissimi e intramontabili oggetti
I
le persone durante il periodo estivo si dileguano come spettri, intente in amenità vacanziere di vario spessore / restano insensate ombre sul muro, aloni sui calendari / anche questo è l’altrove – mancata condivisione della stagione più bella
non chiedetemi, al ritorno – non chiedete niente
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II
fine agosto
sono ricomparsi i grilli a fare della notte una notte d’estate
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III
Certe volte, a volte, mi s’impiglia addosso
l’orlo del vicino, la fame della sua
tasca scucita, la mossa sbieca che fa sul
marciapiede, per vendermi fiori, un teatrino
di braccialetti sui cartoni. Mi s’impiglia
addosso il nome che invento dei suoi…
occhi bruni, d’una madre che gli affolla
i capelli, d’un padre che abbevera cammelli.
E mi respiro lo stagionato dolore. Il
torbido d’un pane mal diviso. Dell’acqua
che spreco per assolvermi il viso.
***
DORINDA DI PROSSIMO
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- harry wilson watrous (1857-1940) – twilight
- renè magritte – les grandes espérances
- the moon in taiwan – boris bendikov
- in front of le banquet by rene magritte – shaun curry
fa caldo
spesso non si anima neppure a raggiungere la piscina all’aperto / il ventilatore rinfresca debolmente il disordine, fogli e scontrini si scompongono appena
il cinema è un ottimo antidoto / trasporta nell’altrove
a volte capita sia un’altrove più fresco, altre invece …
- (1-3) Enemy – adattamento de L’uomo duplicato di José Saramago – regia Denis Villeneuve – 2013
- (4-5) Missing – regia Costantin Costa Gavras – 1982
- (6-8) While We’re Young – regia Noah Baumbach – 2015
- (9-11) Youth Without Youth – regia Francis Ford Coppola – 2007
- (12-14) Wuthering heights – regia Andrea Arnolds – 2011
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rest in peace
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[…]
Come Dio vuole, una pausa nella sfilata, e ci muoviamo. Arriviamo in un bel campo di grano dietro una cascina, davanti alla quale passa la strada, di nuovo ingombra d’interminabili carriaggi. Sarebbe l’ultimo ostacolo, ma sembra invalicabile. Non c’è piú una sosta nella sfilata incessante, e anche tra battaglione e battaglione sentinelle perlustrano la strada.
Intanto cade la notte. Per il momento sulla strada non c’è nessuno, ma in distanza si sentono macchine, voci, stridere di carriaggi. Pure bisogna approfittare: o si passa adesso, o mai piú, di quest’oggi. Cauta marcia d’avvicinamento, scaglionati a distanza, gli occhi fissi nel buio a scrutare se il primo estrae il malaugurato fazzoletto bianco, segnale di pericolo in vista, poi il balzo finale. Salto del fossatello, via oltre la strada di corsa: è fatta! Siamo a casa.
Un’altra cascina: ci aprono, esterrefatti di vedere dei partigiani alle spalle, anzi, frammisti alle ultime colonne della ritirata tedesca. Ci dànno da bere, ci mettono sulla strada, e mezz’ora dopo i compagni del posto di blocco di Lucento ci festeggiano con la piú calda e fraterna accoglienza. Ci buttiamo sui giornali. Ci siamo, è finita: il fascismo è morto, il nazismo è morto, lo scopo di quindici anni di lotta, d’ostinazione e di sacrificio è raggiunto. Torino libera e illuminata ci attende.
4 maggio I945.
MASSIMO MILA – scritti civili
inseguire faticosamente virgole e orologi che rotolano lungo le spalliere dei divani
prose lunghe di altre stagioni, ora frasi mozze come matite consumate
[ solitudine – a metà strada tra peso e sollievo ]
I
spògliati spògliati
il corpo non respira
II
(era gennaio)
le braccia (appese, come a una gruccia)
le maglie (sboccano lembi di carne)
le tempie instabili
le nocche tagliuzzate (si aprono simili a fiori)
la neve non caduta
le cartoline (occhieggiano dal disordine)
gli abiti persistenti della madre
mondo di voci senza corpi
di futuro già trapassato nelle mille visioni
[
le suppellettili rimangono – sospese a mezz’aria
poggiate su astanti immaginari
mormorano e bisbigliano – lieve sparpagliarsi
di sillabe mescolate a suoni senza lettere
[
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III
guardava con distanza invidiosa
chi sapeva – i giocolieri dell’ironia e del bel canto