è stato un periodo (come animarsi a chiamarla estate?) senza slanci, di azioni monotone e mediocri e di pallida creatività / il tempo atmosferico ha consentito rare capate in piscina, favorendo invece le penniche smisurate e i rimaneggiamenti dell’assetto domestico
si è persa per strada la capacità già scarsa di poetare, di percepire tra le pliche il linguaggio segreto delle cose / rimane un silenzio asciutto, spoglio, asintomatico e caparbio, un modo di andare a testa bassa senza più fare caso
in coda a questa stagione bislacca e poco gratificante è riuscita a vedere il mare, gioia lucente con un cielo senza nuvole
adesso non rimane che fare i conti con l’autunno, con il tran tran italiano, con la dimensione grigiastra e formale di questo nord-est ri-pieno di arie
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[canzone suggerita da untitled – unisce questo e quella)