monthly archives: settembre 2014
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Quando dalle spalle mi sfilerai lo zaino
E’ troppo pesante, non lo puoi più portare
E con gesto deciso indicherai
Il luogo dell’approdo,
Cadrà neve d’agosto
Sarà sera
E lampada ai miei passi
Sarà la tua parola.
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Il vento ti farà ammalare
Vuole la tua trachea e i tuoi bronchi.
Continuerà a provarci ed alla fine
Vincerà lui.
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FRANCO BUFFONI
DIARIO:
corrispondenza delle ore – di luci e temperature
parole che non si conoscono e nemmeno si prevedono
cartoline liquide – allagano l’appartamento
dentro a luoghi estranei e quasi avversi
lei non è padrona delle stagioni
lei non è – padrona
[ per i giovani figli ]
scende la sera
scende sempre più presto
perché l’estate finisce
e bussa l’autunno
l’autunno ha un cappello a forma di castagna
e dorme tra le montagne
l’autunno ricorda un bicchiere di vino
e ha odore di fuliggine
una stella cometa lo trascina altrove
quando cade la prima neve
file di scoiattoli battono i denti
sono la colonna sonora dell’inverno
che è una stagione coperta da stelle di ghiaccio
trasparente, silenziosa e senza giallo
cammina tra animali addormentati
e indossa una pelliccia di spilli
[ all’improvviso ]
il nero delle rondini smorza il suo candore
voli impazziti ricamano l’azzurra primavera
garriti rompono il silenzio e avvertono i bambini:
torna il tempo di giocare all’aperto!
sole sui pavimenti, oltre le tende
fino a quando la polvere si posa, sudata
la tavola si riempie di frutti colorati
e dopo pranzo arriva un caldo sonnolento
l’estate splende come una regina sempre giovane
la aspettano tutti – ricchi e poveri
belli e brutti – si scoprono e si tuffano
speranzosi che quest’anno durerà di più
magari durerà per sempre
l’estate che scioglie il mondo [ pensano ]
ma dietro l’angolo c’è sempre qualcuno
che vuole mangiare castagne …
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FINE
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è stato un periodo (come animarsi a chiamarla estate?) senza slanci, di azioni monotone e mediocri e di pallida creatività / il tempo atmosferico ha consentito rare capate in piscina, favorendo invece le penniche smisurate e i rimaneggiamenti dell’assetto domestico
si è persa per strada la capacità già scarsa di poetare, di percepire tra le pliche il linguaggio segreto delle cose / rimane un silenzio asciutto, spoglio, asintomatico e caparbio, un modo di andare a testa bassa senza più fare caso
in coda a questa stagione bislacca e poco gratificante è riuscita a vedere il mare, gioia lucente con un cielo senza nuvole
adesso non rimane che fare i conti con l’autunno, con il tran tran italiano, con la dimensione grigiastra e formale di questo nord-est ri-pieno di arie
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[canzone suggerita da untitled – unisce questo e quella)
l’impoverimento e il diradarsi delle conversazioni è un buon incentivo all’intensificazione della lettura