ma quando ti osservano attraverso il filtro dei social network pensano che tu viva d’aria, che qui tutto sia facile e normale, che tu abbia qualcuno che provvede mentre stai seduta a mettere insieme segni e parole di fronte al computer, o levighi pazientemente una scatola di cartone – come se quello fosse l’unico scopo della tua giornata, della tua vita – il web è un filtro che ti rende immateriale e sicura, lontana e astratta, con le tue foto di pani e dolci, le luci di natale e le cartoline colorate in ordine sparso

ed è allora che li detesti, che ti senti arrabbiata e delusa, che non sopporti più i loro complimenti, le loro proposte a fondo perso, la loro vita organizzata, i figli che tu non saresti mai in grado di mantenere, le loro case con due auto e quattro televisori, le loro vacanze, i viaggi e gli i-phone ultimo modello

hai a disposizione un mondo di cose usate, di vecchi telefoni e di oggetti acquistati con parsimoniosa attenzione, e per quanto tu sappia far scintillare il tuo spazio quotidiano dentro fotografie più simili a congetture, sai bene che è solo la coincidenza di piccoli dettagli che coprono il vuoto e in qualche strano modo silenzioso ti vergogni del tuo futuro incerto e di tale dissimulazione estetica sistematicamente perseguita nel tempo

 

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sono distanze che fai fatica a dimenticare

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2 Comments

  1. Certe distanze, sono lontanananze salutari. Però sarebbe bello che l’incertezza del destino non dipendesse così tanto dalla negligente trascuratezza di chi potrebbe fare ma non fa.

  2. grazie marco
    non saprei dirti se le distanze siano sempre salutari, nemmeno quelle certe distanze su cui ho impostato la mia quotidianità e che mi difendono e mi proteggono nell’unico modo che riconosco

    ma è certo che la nostra è una cultura della trascuratezza, in molti modi diversi

    buona giornata

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