quasi tutte le considerazioni appoggiate su facebook in questi giorni sono di natura politica e in pratica non resta spazio per un diario intimo – ugualmente mi sono regalata una moleskine … facciamo sia utile a riprendere confidenza con la scrittura
la casa è pulita
ti piace affrontare certe scadenze personali in modo decoroso, svegliarti nella stanza in ordine, appoggiare i piedi nudi su un tappeto spazzato la sera prima, sederti a sfogliare un libro sul divano sgombro coperto da un vecchio telo stampato a blocchi di legno che un tempo vestiva il letto della tua stanza di ragazza, in carnia
la giornata è stata luminosa e fredda, novembre ha spento le sue nebbie e ti accorgi dall’aria asciutta e limpida che si prepara l’inverno – al presidio in via diaz eravate i soliti pochi e non hai nemmeno verificato se oggi eri un altra volta in copertina sul giornale: a suon di protestare in prima fila hai una collezione di prime pagine che i tuoi si ostinano a tenere da parte come se fossero foto di famiglia!
ma questa volta la mestizia era quella di accorgersi più di un tempo di come quelle manifestazioni siano diventate un parlare tra voi di cose che già sapete, di guardarvi a vicenda sostenere striscioni imparati a memoria – hai provato una triste commozione per le parole toccanti di un compagno che più di altri è sempre capace di infondere alla lotta una particolare carica di umanità, ed ogni volta che ascolti la sua voce ti si velano gli occhi per la bellezza innocente della sua speranza in un futuro migliore
quando torni a casa, lasciandoti alle spalle le scale tristi dell’ufficio scolastico e gli spazi stanchi che ricordano certe miserie sovietiche, realizzi che in questo paese la considerazione per il bene pubblico è defunta, ed in particolare quella per le strutture della conoscenza – adesso si premiano le imprese senza scrupoli, si foraggiano i manager, si dimentica il diritto di tutti alla dignità e all’istruzione in virtù di una promozione delle classi abbienti nella speranza di formare una società dove la qualità sia destinata solo ed unicamente a chi può pagare e lo stato diventi ancor di più una mangiatoia per pochi eletti, scrollandosi di dosso le responsabilità sociali che dovrebbero accompagnare l’immagine di una nazione civile
siamo un paese agonizzante, lo pensi mentre su internet osservi le immagini dell’ennesima carica delle forze dell’ordine contro i manifestanti – non hai voglia di festeggiare, non hai voglia di parlare, puoi solo ricordare di aver abitato un paese diverso, nel quale ti svegliavi curiosa e che ti garantiva ancora legittime speranze
i tuoi privilegi – davvero – non ti bastano
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