non si è trattato di giornate piacevoli per l’italia
da ricordare, certo, ma per il dolore arrecato, dall’uomo e dalla natura imbestialita
mi muovo senza muovermi
spostamenti ripetitivi, quasi seriali
e un po’ mi dispiace di questa mia indifferenza incalzante nei confronti del territorio, che mi impigrisce e mi accidia, che se questo verbo esistesse sarebbe il mio – accidiare
tra una pioggia e l’altra ci ricordiamo che la primavera volge quasi al termine, regalandoci un clima isterico che innervosisce anche i santi / purtroppo ha piovuto e piove anche e soprattutto su chi è senza casa, sulle macerie, sui fiori deposti di fronte a una scuola; piove sui fatti e sui fattacci, sui silenzi e sui pianti / ancora non si è deciso il caldo, a portare il giusto ristoro, a far compagnia alle rose che hanno piovuto i loro petali gonfi d’acqua su prati e viali
un amico compie cinquant’anni, tondi e familiari / ci si consoce da sempre e di lui conservo fin dall’adolescenza un pettine di quelli d’alluminio, da barbiere, con un decoro fine inciso, che mi regalò quando avevo i capelli molto molto lunghi / le sue ore sono state spesso anche le mie, e ringraziare forse non basta, per tutte le cose che da lui ho imparato negli anni
in occasione di questo numero pieno della sua vita ha regalato agli amici una busta che continene la sua storia per immagini, e un pensiero scritto diverso per ognuno, come il filo di un racconto: a me è toccato lo sguardo, il mio, che poi per certi versi è cresciuto e si è formato anche grazie al suo
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la musica quasi monotona che insegue voci altrettanto meccaniche è di alessandro bosetti / la lingua è tutte le lingue, il suono ciascun altro suono o rumore che colpisce lo sguardo – miracolo sinestetico, o del sentire sciolto
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