monthly archives: gennaio 2012

muore theo angelopoulos, all’improvviso, investito da una motocicletta – e torna il freddo, ma limpido che quasi non sembra di essere in gennaio

le giornate si succedono senza che abbia voglia di dire o scrivere niente di particolare (eppure ce ne sarebbero di cosiderazioni da fare, visto come va il mondo) – invece, quando mi piglia qualche malumore, infilo un grembiule e mi metto a cucinare: un dolce, una minestra, oppure ricette mezzo inventate con le verdure di stagione

nell’atto di cucinare è racchiuso un piacere non solamente nostro, quello di poter offrire ad altri il cibo che abbiamo preparato, ed un ulteriore piacere deriva dall’apprendimento, dalla sua traduzione in risultato pratico, tangibile – lo percepisco nella capacità di affrontare svariate preparazioni senza distruggere la cucina e senza affanno, come se nel tempo i gesti fossero divenuti finalmente familiari, così come le dosi e la capacità di gestire le nostre imprecisioni, il sapere dove e quanto si può sbagliare

ed anche se non sono granchè, come cuoca, attualmente cucinare rappresenta un rifugio assai più di quanto lo fosse un tempo, quando lo facevo per molti amici e conoscenti, mettendo insieme alla buona qualche minestrone o delle gigantesche terrine di insalata, e quando se le terrine non bastavano, si serviva in tavola rovesciando le pietanze nelle pentole più capienti e nessuno protestava
allora il piacere era quello ben più vivido e intenso delle presenze umane, della condivisione di un tempo comune e non solo del cibo – le vivande erano un pretesto per trovarci intorno a un tavolo che poteva anche essere una porta messa su un paio di cavalletti in una casa ancora da arredare

ora tutto è calmo, più privato, la socialità è repentinamente appassita con l’arrivo in friuli – non ricordo tavolate numerose negli ultimi anni, solo alcuni pranzi di famiglia o con qualche amicizia più stretta – momenti che competono all’esistenza ritirata e sottotono che conduco, forse anche per mia scelta, in questa noiosa regolarissima città del nord-est

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la terza foto dall’alto, da “Trilogia: To livadi pou dakryzei” (la sorgente del fiume) del 2004







un compleanno in famiglia

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la cosa che più mi inquieta di questa mia stagione è la quasi totale astensione da lettura e scrittura [ che se la seconda è persino un bene, la mancanza di pensieri altri nelle giornate causata dalla prima, alla lunga diventa una pericolosa rimozione del confronto e dei meccanismi capaci di attivare e rigenerare il proprio, di pensiero ]

è come se l’accumularsi delle incongruenze quotidiane, personali e del mondo, mi avesse condotta a questa afasia, un’accidia che ha origine proprio nel pensiero irrisolto-irrisolvibile e che si traduce in una stanchezza esasperata e oscura

vista la pochezza delle mie letture, dei migliori libri dell’anno passato non mi provo nemmeno a parlare, ma nel frattempo mi concedo almeno alla musica, provando ad ascoltare i consigli di chi ha compilato i bilanci più autorevoli di fine 2011 anche se raramente mi trovo in accordo con gli entusiasmi troppo accondiscendenti ed a volte poco credibili dei recensori, perchè se è vero che il rock è morto, persino il jazz ultimamente sopravvive quasi solo grazie a riesumazioni, utili a chi come me ne mastica poco, ma carenti di quegli elementi innovativi di cui avrebbe tanto bisogno la cultura

personalmente, è da questo disco che non rimango più con il fiato sospeso dall’emozione ascoltando un lavoro di produzione più recente (… era il lontano 2007!), ed anche se riconosco che ci sono alcuni prodotti discreti in circolazione, mancano praticamente del tutto i capolavori! *

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se qualcuno la pensa diversamente si faccia pure avanti: ogni smentita delle mie affermazioni che si traduca in una segnalazione concreta sarà più che gradita

quest’anno ho apprezzato pur senza salti di gioia alcune piacevoli ripetizioni del già sentito, variazioni sul tema di ciascuno, ottime riproposizioni, ma nulla di nuovo che mi togliesse il fiato o che si avvicinasse anche solo vagamente all’idea di capolavoro: segnalo comunque kafka in flight del resonance ensemble di ken vandermark, double demon di starlicker e l’ultimo sao paulo underground (e consiglio il disco in uscita dei bang on a can, disponibile per il libero download fino al 25 gennaio sul loro sito)

ps/
un disco di rock-elettronico interessante, pur se con una certa profusione di contaminazioni e compiacenze formali, è silver di charles-eric charrier, che merita un ascolto così come red barked tree dei wire con la copertina di kounellis

per supplire alle carenze della produzione attuale, illividita dalla scomparsa di altri due grandi della vecchia guardia, paul motian e sam rivers, ho attinto a piene mani dai capolavori del passato, avvicinandomi più spesso al free e scoprendo fortunosamente alcuni dischi che mi erano in precedenza del tutto sconosciuti (perchè stupirmi?) e che confortano il mio presente nell’attesa moderatamente ottimista che alle mie orecchie giungano altri suoni straordinari, i suoni del nuovo, sperando soprattutto che quei suoni saranno accompagnati da altrettanta civiltà, visto che le cose, qui come altrove, buttano parecchio male …

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2011:
starlicker – double demon / delmark
resonance ensemble – kafka in flight / not two
sao paulo underground – tres cabecas loucuras / cuneiform
charles-eric charrier – silver / experimedia
wire – red barked tree / pinkflag


tra i capolavori del passato:
luciano cilio – dell’universo assente / 2004 (1977)
max roach – we insist! max roach’s freedom now suite / 1960
mike westbrook orchestra – metropolis / 1971
art ensemble of chicago – a jackson in your house / 1969
evan parker – boustrophedon / ecm 2008
roscoe mitchell – composition / improvisation Nos. 1, 2 & 3 / ecm 2007
roscoe mitchell – duets with anthony braxton / 1978

lo scorso anno alcune cianografie furono scelte per il secondo numero della rivista GIUDA (qui il post), esperienza editoriale particolarmente raffinata capace di coniugare l’eleganza del disegno con un vivace impegno culturale e politico
sono piuttosto orgogliosa di far parte anche del terzo numero della rivista e ringrazio gianluca costantini per la considerazione in cui tiene il mio lavoro
sul sito di G.I.U.D.A c’è una pagina tutta dedicata a tracciamenti!

potete trovare la rivista nelle librerie specializzate e in alcune gallerie – l’elenco sul sito del geographical institute of unconventional drawing arts

 

 






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EVERYDAYJOHNCAGE

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a Rimini un anno dedicato a John Cage.
Dal 1 gennaio al 31 dicembre 2012 un sistema virale distribuisce quotidianamente nello spazio pubblico della città e in luoghi privati frammenti e materiali legati a John Cage.

tra i progetti:
un quotidiano (corriere romagna) pubblica ogni mattina per tutto l’anno una frase di john cage, un’emittente radiofonica (radio icaro) manda in onda ogni giorno uno spot audio. questi due media garantiscono una quotidianità mentre nel corso dell’anno accadono una serie di progetti che lavorano proprio sulla penetrazione virale di cage in città. insomma, rimini si fa cage (e viceversa). l’intera città viene attraversata dal suo spirito giocoso e anarchico.

il 17 gennaio alle ore 21 presso far fabbrica arte rimini: “john cage remix” una performance live di andrea felli, roberto paci dalò e leonardo sonnoli, come contributo per art’s birthday global network. nella performane sono utilizzati materiali di cage remixati e distribuiti negli spazi della neonata galleria d’arte moderna e contemporanea di rimini. il tutto viene trasmesso in diretta attraverso il network art’s birthday www.artsbirthday.net.

una fotografia di roberto masotti (uno dei fotografi “ufficiali” di cage col quale ha mantenuto un rapporto di amicizia per anni) posizionata in vari spazi pubblici e privati della città. la fotografia ritrae cage a figura intera in scala 1:1. con masotti si lavorerà ad ampio raggio a partire dal suo (e di silvia lelli) straordinario archivio.

una piccola stanza fatta di suoni e immagini di cage nel centro storico della città con vetrina sulla strada accessibile giorno e notte. un luogo dove poter anche ascoltare la sua voce.

segnali grafici e acustici distribuiti sul sistema di trasporto pubblico della città.

edizione / multiplo. un contenitore raccoglie giorno per giorno i materiali del progetto.

un blog documenta quotidianamente attraverso fotografie, testi, suoni, video. quello che succede in città.

EVERYDAYJOHNCAGE nasce completamente indipendente e povero. semplicemente dall’amore di un gruppetto di persone per cage.
il progetto da un lato lavora su un proprio palinsesto e calendario, dall’altro si fa trama per accadimenti di tutti coloro che desiderano confrontarsi con cage durante l’anno a rimini.
è per questo che il calendario è fluido, cageano per eccellenza, basato com’è su un periodo di tempo così ampio. succederanno molte cose e diverse di queste probabilmente inaspettate. ben vengano.
il 2012 è anche il trentennale della mostra “sonorità prospettiche” (curata nel 1982 da franco masotti, roberto masotti, veniero rizzardi, roberto taroni) che pionieristicamente presentò una selezione di alcuni tra i migliori artisti tra suono e immagine dell’epoca. c’era anche un progetto di cage ovviamente, e insieme a lui, artisti come terry fox (che presentò un concerto alla vecchia pescheria e robert ashley (in performance proprio nelle sale del far di oggi). nel 2012 sarebbe bello se si potesse riparlare di questo progetto.

EVERYDAYJOHNCAGE è promosso da giardini pensili e consorzio dei saperi insieme al comune di rimini e a far fabbrica arte rimini.
il logotipo è stato creato da leonardo sonnoli con irene bacchi.

everydayjohncage.tumblr.com

ho realizzato questo plumcake salato partendo da due ricette diverse trovate in rete, e modificandole secondo le mie esigenze e gli ingredienti che avevo a disposizione
il risultato è stato all’altezza delle aspettative

250 g farina bianca
1 bustina di lievito chimico (ho usato quello baule volante)
2 uova intere
100 ml latte scremato
100 g ricotta fresca (oppure se preferite panna, o yoghurt)
75 g grana grattuggiato
100 ml olio di oliva o di semi
1 carota
1 zucchina
100 g piselli surgelati
cipolla qb
sale qb
brodo vegetale qb

in una terrina amalgamare insieme latte uova e ricotta, sbattendoli con una frusta
in un altro recipiente setacciare la farina con il lievito e il sale, unire il formaggio grana, l’olio e le verdure tagliate a cubetti precedentemente stufate con il brodo e la cipolla tagliata fine (devono rimanere al dente) e fatte raffreddare, aggiungere infine il composto di uova, latte e ricotta e un pizzico di menta
versare l’impasto in uno stampo da plumcake foderato con carta da forno bagnata e strizzata e infornare a 180° per circa 50 minuti
volendo prima di infornare si può guarnire con pinoli tostati e/o semi di papavero
per la cottura ottimale fare la prova stecchino

nota:
aspettare che il plumcake si raffreddi un po’ prima di tagliarlo a fette / va conservato in un sacchetto di carta

… ma non ho scattato fotografie

c’erano luci e regali, come per una festa
(la tavola insolitamente affollata ospita una parata di pietanze cucinate con cura –
al ritorno è già in ordine, calma, spaziosa)

sorseggio tardiva una tazza di tè
circondata dalle note rarefatte di una serata limpida, d’inverno
nel frattempo, i termosifoni scricchiolano una particolare forma di compagnia