remo bodei recensisce carlo donolo sul sole24ore / link
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Tra gli ostacoli al risanamento della situazione italiana, viene segnalata la presenza di «soggetti incapacitati», vale a dire privi di quelle capabilities, indicate da Amartya Sen, che consistono, in questo caso, nell’apprendere a procurarsi un numero maggiore di alternative mediante l’accrescimento delle conoscenze, delle informazioni e del saper fare.
Il cambiamento dovrebbe incanalarsi in «spazi del possibile» grazie alla formazione di una cittadinanza attiva e all’entrata a pieno titolo dell’Italia nella contemporaneità: «La mossa strategica è quella di puntare su una rapida e concentrata transizione verso una “società della conoscenza”, fondata su grandi investimenti in innovazione scientifica e tecnologica, sulla diffusione dei saperi e delle competenze tecniche, ma anche dell’informazione per le scelte collettive e, in generale, sulla crescita molto marcata dei livelli di scolarizzazione della popolazione».
Questa società della conoscenza non può esistere senza un’ampia piattaforma sociale di «diffuse e solide capacitazioni di massa», senza agganciarsi alla parallela transizione ecologica (mettendo in questione l’uso delle fonti energetiche, delle materie prime e del territorio e vagliando la sostenibilità dei processi di trasformazione) e senza la netta presa di coscienza del fatto che «la democrazia del futuro sarà certamente molto diversa da quella attuale: più telematica, più partecipata e deliberativa, con un ruolo molto più grande per i saperi, le competenze e le conoscenze nelle politiche».
Se i nostri concittadini riusciranno ad aggregare quelle forze disperse e latenti che esistono nella società e nello Stato (un patrimonio “sperduto” di intelligenze, di competenze e di energie morali), l’Italia potrà tenere il passo, nel contesto globale, con i Paesi più avanzati e non scivolare sulla china di un declino annunciato.
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