più passa il tempo più fb diventa per me un punto di riferimento quotidiano quasi imprescindibile
se il no-b day e il popolo viola hanno rappresentato le prime avvisaglie di quanto succedeva in rete, va riconosciuto che durante le recenti campagne referendarie e politiche questa piattaforma è stata di grande aiuto per consolidare reti di contatti e per diffondere contenuti e messaggi, e non son del tutto certa che altrimenti le cose sarebbero andate nello stesso modo /
ho letto recentemente su qualche blog (non ricordo dove) di persone che ne hanno snobbato pressochè a priori le potenzialità, ancora una volta rinunciando alla possibilità di valorizzare uno strumento nuovo configurandolo rispetto alle proprie esigenze, anziché lasciarlo al solo appannaggio di chi ne compie un utilizzo che non condividiamo o di minimo interesse / forse quelle persone hanno già a sufficienza nella loro vita quotidiana, ricevono abbastanza stimoli dalle loro frequentazioni abituali – a scuola, al lavoro, sul web, chissà / per me non è stato così durante gli ultimi anni, in particolare qui a udine
in verità, all’inizio non ero del tutto convinta che la cosa potesse funzionare – poi ho cominciato a scremare contatti e contenuti, ed ora il mio stream è una fonte personalizzata ma non prevedibile di informazioni, spunti, link e citazioni, ma anche di pensieri affettuosi / lo scambio è in genere reciproco e veloce, però consente di aprire spiragli su percorsi diversi dal mio e di scoprire parecchie cose nuove / ho scelto di rimanere in contatto soprattutto con persone di cui condivido gli interessi e con loro scambio sostanza culturale e pensieri – a loro mi rivolgo quando ho particolari perplessità ed attraverso i loro occhi scopro parti di mondo che ancora non conoscevo /
da loro imparo – quotidianamente
gli strumenti siamo noi
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questa non è una recensione di bright star
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stamattina leggevo un interessante trafiletto sul blog di bob, dedicato all’ultimo film di jane campion, bright star / confesso con un certo imbarazzo che ho visto questo film più volte, nel tentativo di individuare dei punti a suo favore, ma ad ogni sguardo la mia posizione si induriva e mi conduceva sempre più in direzione di un giudizio tranciante /
tale insofferenza deriva da un’inflazione dilagante nei prodotti culturali che però sono sempre più ben confezionati e coprono abilmente ogni minima vacuità culturale con una sapienza formale sottilmente subdola /
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I
emanava un tristissimo odore di non lavato, di stanze chiuse, di alito /
l’odore accidioso e reticente che proveniva da un’esperienza durata l’intera vita ora andava assumendo i toni cupi e maleodoranti dell’irreparabile che annichiliva anche i più semplici riti dell’igiene /
era la mestizia in cui affondava le radici a rendere sconcio quell’odore, la puzza di una reticenza neghittosa, un baratro mascherato da presunzione
nella difficoltà personale si diventa sbrigativi e distratti e nell’abitudine a non praticare altre stanze si ri-assume il proprio come l’odore della vita /
è la negazione di ogni distanza e di ogni risalita, perché nell’assenza di percorso non ci sono passi da fare / tutto rimane irrisolto ma ugualmente ancora si colloca a un’impercettibile rassicurante distanza dalla fine, minimamente discosto dalla presa d’atto del delirio senza rimedio
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II
uomini che invecchiavano male /
naturalmente non si trattava del fisico e nemmeno dell’intelligenza, piuttosto una declinazione mediocre dell’età e dell’esperienza / l’atteggiamento giovanile di certuni corrompeva ed appassiva ogni forma di fascino /
avresti voluto conservare solo il sorriso bambino che a volte illuminava quei volti opachi e poco invitanti che per un momento molto breve potevano dismettere la loro finta giovinezza per concedersi a un’autentica allegria, pervasi da un sentimento bischero e passeggero /
era lo sbuffo di vento fresco e pulito in una stanza piena di fumo
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