monthly archives: maggio 2011
la tv non puzza il web non ha odore e b non farnetica di primo acchito potrebbe sembrare una delle tante stupidaggini bislacche a cui ci ha abituati nel tempo, l’affermazione ad opera del premier che i politici di sinistra non si lavano, uscita in calce a un discorso che mirava a dipingerli come ostacolatori di libertà e democrazia, ed invece non ho voglia di sorvolare, perché quell’affermazione così puntiforme e apparentemente fuori contesto riesce a toccare un nervo scoperto, un’idiosincrasia mai apertamente dichiarata inerente le abitudini di vita che soprattutto a partire dal dopoguerra ci hanno condotti verso un’esistenza senza odori (o quasi) ed a un meticoloso controllo che fa dell’igiene uno dei gangli fondamentali intorno a cui ruota la nostra quotidianità /
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bee mask / canzoni dal laboratorio del silenzio cosmico – 2011
elliott sharp’s terraplane / live in saalfelden (rec) – 26.08.2001
elliott sharp’s terraplane / music for YELLOWMAN – 2002 ♥
elliott sharp’s terraplane / terraplane – 1994
gonjasufi / a sufi and a killer – 2010
herman düne / switzerland heritage – 2002
horvitz previte sharp zorn / downtown lullaby – 1997
mike westbrook / love songs – 1970 ♥ (1)
mike westbrook / metropolis – 1971 ♥★★
mike westbrook orchestra + j. surman / citadel room 315 – 1970
sao paulo underground / sauna um dois tres– 2006 (2)
sao paulo underground / the principle of intrusive relationships – 2008
the detroit experiment / the detroit experiment – 2003
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era una bambina / è ancora bambina
she was a baby there / she is still a baby
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i due brani che ho scelto questa volta presentano una struttura complessiva piuttosto differente tra loro – allo stesso tempo la timbrica e la particolare attitudine percussiva ne suggeriscono la plausibile prossimità estetica e il potenziale affiatamento ripropongo quindi un lavoro del 1982 di elliott sharp (peraltro già inserito in un post qualche settimana fa), che qui duetta con una composizione molto recente eseguita dal mary halvorson quintet 1
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oggi solo campi / campi / campi
(e un albero biforcuto)
in viaggio ho potuto scorgere i primi papaveri
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la stagione dei fiori piano cedeva il passo a quella del verde selvaggio e arrogantemente profumato che occhieggiava intenso dai finestrini del treno / la sera prima già sapeva che la rugiada del mattino le avrebbe bagnato gli stivali fino alle caviglie, ma era contenta di poter ancora camminare a passo svelto per i sentieri che attraversano i bastioni, per poi imboccare le consuete strade perimetrali fino alla scuola
ogni scorcio esprimeva familiarita’ |